Girard-Perregaux Laureato, il ritorno
Tutto comincia nel 1975. E sa di intrigo internazionale. Girard-Perregaux presenta un orologio svizzero col nome italiano, a sua volta ispirato da un film hollywoodiano. La leggenda narra che l’idea di chiamarlo Laureato fosse venuta al distributore italiano, affascinato dalla pellicola di Hoffman e dalla nobiltà di questa parola che sa sempre di traguardo raggiunto.
UN QUARZO È PER SEMPRE. In quegli anni, sull’onda lunga dei movimenti del ’68 che scrollarono il mondo intero, mode e modi si evolvono di colpo. Questa rivoluzione interessa anche gli orologi. E se l’acciaio è ormai sdoganato, il materiale per eccellenza degli sportivi è al polso anche di bellimbusti più o meno incravattati, c’è un’altra novità che sta prendendo sempre più piede: il movimento al quarzo. Che vuol dire soprattutto una cosa: precisione. Ecco, GP non solo abbraccia immediatamente questa tecnologia, ma la mette a punto così bene da inventare lo standard del movimento al quarzo.
CRONO DA GRANPREMIO. Due anni fa GP decideva che era arrivato il momento di riportare questo classico dell’orologeria al polso degli appassionati. Elegante come sempre, con quella cassa tonda con la ghiera ottagonale, per non parlare del quadrante Clou de Paris, tutto micro piramidi che aggiungono brillantezza, torna meccanico e anche al quarzo. Da oggi è pure cronografo. Come quello con cui ti hanno appena premiato alla WinterRace di Cortina. Cassa in acciaio da 42 mm (con una buona dose di cromo che la rende più luminosa e resistente alla corrosione). È comunque molto sottile, per essere uno sportivo: parliamo di meno di 12 mm. Il cinturino celeste con impunture arancioni è una caratteristica unica di questo esemplare travestito da granpremio. Non eri tu sulla Lancia Aprilia del ‘39 che ha vinto la Winter Race? Mi spiace, allora dovrai metterti in coda davanti all’orologiaio. Ma nel frattempo, goditelo in questa galleria fotografica.