Bovet 1822 Battista: Pininfarina sì, ma al polso
“Semplicemente guardando qualcosa, è possibile stabilire se sia il prodotto di un creatore intelligente o meno”, diceva l’analogia dell’orologiaio di Voltaire. Una metafora appropriata per le creazioni di Pininfarina e il loro design, che si tratti di autovetture o, appunto, di orologi. E così lo stile della Battista, la prima hypercar elettrica firmata Automobili Pininfarina è ‘uscito’ dalla carrozzeria per incontrare la precisione del meccanismo Tourbillon di Bovet 1822.
TURBINE. Un concetto che apparentemente si scontra con la ricerca della precisione, ma che rappresenta il fil rouge tra Pininfarina e Bovet. Il Bovet 1822 Battista presenta il movimento tourbillon double face brevettato, con funzionamento a 18mila alternanze all’ora. La particolarità del tourbillon a due lati, di cui la maison svizzera è esclusiva proprietaria, risiede nel fissaggio del movimento al centro del suo asse (nel tourbillon volante tradizionale, è posto sulla platina che funge da base): grazie a questa costruzione, si riducono le forze di leva e attrito che gravitano su scappamento e spirale, per via della disposizione su entrambi i lati del punto di fissaggio centrale. Una soluzione che centralizza le masse e riduce le resistenze sullo stesso meccanismo, tutto a vantaggio delle prestazioni cronometriche. Performance sì, ma anche estetica: il punto di unione tra il tourbillon e il movimento risulta praticamente invisibile, donando al segnatempo un design unico.
IL CUORE BATTISTA. Se per un’auto elettrica la velocità di ricarica e l’autonomia della batteria sono fondamentali, lo stesso vale per la riserva di carica di un orologio. A questo proposito il Tourbillon volante del Bovet Battista presenta anche un secondo brevetto che certifica l’unicità del sistema di carica. Sono addirittura dieci i giorni di autonomia garantiti dal segnatempo, ma i tempi di ricarica – ovvero i giri della corona – sono dimezzati rispetto ai meccanismi tradizionali.
DESIGN 3D. Il Battista Tourbillon incarna il concetto di tridimensionalità, con ogni parte del movimento e delle sue complessità̀ a vista: dal quadrante dell’orologio, ai lati e fino al fondello, si può apprezzare da ogni punto la meccanica dell’orologio. Passando invece agli aspetti più tecnici, la cassa è da 45,6 millimetri, ed è costituita da due cristalli di zaffiro. La grande novità si trova nei quadranti dell’orologio: per la prima volta nei quasi 200 anni di storia di Bovet, sono asimmetrici e riprendono il motivo triangolo della Battista. Un design ricercato, per ricreare la forma del numero “90”, un riferimento alla Battista Anniversario e ai 90 anni di eredità Pininfarina. Nella parte superiore della cassa si trova tutta la sinuosità del flying bridge, a indicare le curve della vettura e la ‘V’ di Bovet. Chiude il concetto di modernità, l’utilizzo di un cinturino in gomma di nuova concezione che è 100% vegano e sostenibile. Ultima nota il prezzo: per completare il look a bordo della Battista serviranno 265mila Euro. Da aggiungere agli 1,85 milioni per l’acquisto del gioiello a quattro ruote, che ha l’onore di portare il nome del designer fondatore di una delle più grandi Case di design automobilistico a livello globale. (Testo: Federico Giavardi)