Volvo R: le station wagon con le ali

Volvo R: le station wagon con le ali

DALLA SICUREZZA ALLA SPORTIVITÀ. Dalla sua fondazione agli anni 80 la Volvo è stata apprezzata e ha conquistato la sua notorietà mondiale grazie alla robustezza e all’affidabilità dei suoi modelli. Che non hanno mancato di ben figurare nei rally: quelli nord-europei, per intuibili ragioni geografiche e quelli particolarmente duri, come il Safari e l’Akropolis, dove le 544 e le 123 GT riuscivano a sopravvivere quando per gli antagonisti era tempo di ecatombe.

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Con le Volvo 242-244-245 Turbo la Casa di Goteborg ha iniziato a guardare al mondo delle performance car, che non era ancora così frequentato dai Costruttori di auto di prestigio, legittimando la scelta con una serie di vittorie nel Campionato Europeo Turismo (anche con il nostro Gianfranco Brancatelli e con l’”oriundo” Johnny Alberto Cecotto) per poi scendere in campo con una wagon dalle ambizioni inequivocabili, la Volvo 850 T5 (protagonista, ma in versione aspirata, della prima finale mondiale del Campionato Turismo, disputata a Monza e vinta dalla Ford Mondeo di Paul Radisich). Solo con l’arrivo delle più prestazionali Volvo 850 T5-R (nella foto qui sopra) e 850 R (berline e wagon) però si completava il cambio di passo (in tutti i sensi), spingendosi fino a quota 250 CV, messi a terra grazie anche alla trazione integrale, divenuta disponibile su alcuni modelli dell’ultima generazione della 850.

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DA 850 A V70, SEMPRE NEL SEGNO DELLA R. In sostituzione delle popolari Volvo 850 T5-R e 850 R, la Volvo V70 R (nella foto qui sopra) fu presentata nel maggio 1997. L’unicità di questi modelli di station wagon, sul mercato internazionale, era data dalla stretta parentela con un’auto di serie votata al trasporto e dotata di un vano bagagli che, abbattendo il divano posteriore (e non utilizzando la terza fila di sedili opzionale), sfiorava i 2 metri cubi di capacità, molto più di quanto offriva l’Audi RS2 Avant e di quanto avrebbero offerto le successive RS4 e RS6 Avant.

Simile ai modelli R della generazione precedente, la Volvo V70 R presentava interni unici in pelle e Alcantara con cuciture a diamante sui sedili. Altri accorgimenti stilistici erano un paraurti anteriore specifico, lancette blu per il quadro strumenti, due colori di carrozzeria dedicati e cerchi in lega di foggia specifica. Tutte le vetture destinate al mercato USA erano dotate di cerchi in lega da 16 pollici, mentre negli altri mercati erano disponibili cerchi da 17 pollici in opzione o come equipaggiamento standard. L’equipaggiamento di serie era notevolmente arricchito rispetto ai modelli normali, con alcuni optional disponibili, come il caricatore di CD montato nel bagagliaio, il sistema di navigazione Road and Traffic Information (RTI) sviluppato da Volvo e un impianto stereo potenziato.

Destinati a essere la versione ad alte prestazioni della gamma, tutti i modelli R montavano i motori più performanti della gamma ed erano disponibili a trazione anteriore e integrale, con cambio automatico o manuale. Le sospensioni sono state riprogettate con un’altezza da terra inferiore e ammortizzatori più rigidi di serie.

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LE MODIFICHE DEI MODEL YEAR. Per il 1999 la Volvo V70 R era disponibile in 8 colori: Black Stone, Classic Red, Nautic Blue Pearl, Silver Metallic, Cassis, Venetian Red Pearl, Dark Olive Green, Laser Blue. Tutti i colori, tranne i primi due, erano metallizzati o perlati, mentre il Laser Blue era specifico della R. Le versioni con trazione integrale e cambio manuale furono abbandonate e furono disponibili solo le versioni AWD in combinazione con l’automatico a 4 rapporti. Le auto furono denominate V70 R AWD. La potenza fu aumentata a 250 CV. Per i modelli R furono introdotte le coperture blu del motore.

Per il 2000 la Volvo V70 R era disponibile in 6 colori: Black Stone, Nautic Blue Pearl, Silver Metallic, Venetian Red Pearl, Dark Olive Green, Laser Blue. Venne introdotto un nuovo motore da 2,4 litri e la potenza aumentò a 265 CV grazie all’uso di una turbina più grande e della fasatura variabile delle valvole (VVT). Venne offerto il nuovo cambio automatico adattivo a 5 rapporti, ma alcuni mercati come l’Australia, la Nuova Zelanda e Singapore ricevettero il più robusto cambio automatico a 4 rapporti utilizzato nel model-year precedente. I freni posteriori vennero aggiornati con dischi ventilati, specifici per la R. Lo scarico a due terminali (uno per lato) venne montato di serie (una novità per Volvo) e il paraurti posteriore venne modificato nella sagomatura della zona inferiore per accoglierlo. Le modifiche aerodinamiche comprendevano uno spoiler anteriore ridisegnato con prese d’aria inferiori nere e fari incassati, oltre a un profilo aerodinamico sagomato che correva lungo il portellone posteriore. Gli interni potevano essere ordinati in una foggia bicolore che abbinava Alcantara bianca e pelle nera per i rivestimenti dei sedili.

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LA V70 R DI SECONDA GENERAZIONE. Il modello della svolta, in chiave prestazionale, fu però la seconda generazione della Volvo V70 R, presentata al Salone di Parigi del 2002 e introdotto sul mercato l’anno seguente. Basato sulla concept car PCC2 del 2001, il modello fu pioniere di molte novità per Volvo. Era disponibile solo con un sistema di trazione integrale Haldex e un motore turbo a 5 cilindri in linea da 2,5 litri con una potenza di 300 CV e una coppia di 400 Nm (350 Nm per la versione con cambio automatico, che “pagava” più di un secondo nello scatto da 0 a 100 km/h). Questo permetteva un tempo da 0 a 100 km/h di 5,9 secondi. La velocità massima, limitata elettronicamente, era di 250 km/h. I dischi-freno di grandi dimensioni realizzati da Brembo assicuravano spazio d’arresto contenuti e ottima resistenza alla fatica, in linea con le caratteristiche della vettura e le aspettative dei clienti.

La Volvo V70 R era dotata di serie delle ruote in lega leggera Pegasus da 17 o 18 pollici (il formato più grande opzionale) con disegno a cinque razze e delle sospensioni regolabili FourC di Volvo, sviluppate in collaborazione con gli esperti della Öhlins. Il guidatore poteva scegliere tra tre diverse impostazioni per variare la maneggevolezza dell’auto a seconda dello stile e delle condizioni di guida. La Volvo V70 R era disponibile con un cambio manuale M66 a 6 marce o con un cambio automatico Aisin AW55 a 5 marce.

Il model-year 2004 fu aggiornato mediante il riposizionamento dei badge Volvo, V70R, R e AWD, l’adozione di profili antiurto laterali e frontali in tinta vettura e di alcune finiture in similalluminio nella zona della consolle centrale e del tunnel, nell’abitacolo. Con il moderato face-lifting del 2005, il cambio automatico a 5 marce è stato sostituito da una più moderna unità a 6 marce, che permise anche alla V70 R automatica di esprimere 400 Nm di coppia (e di consumare meno rispetto al modello a 5 marce dell’anno precedente.

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FA TENDENZA IN TUTTO IL MONDO. Al di là del successo, commerciale e d’immagine, ottenuto soprattutto in Scandinavia, Svizzera, Germania e USA, la Volvo V70 R di seconda generazione è una delle auto oggi più desiderabili da chi cerca una wagon comoda (i sedili anteriori sono tra i più confortevoli dell’intera produzione mondiale), versatile (basti pensare ai seggiolini per i bambini integrati nei cuscini delle sedute posteriori esterne, rialzabili) e capiente (grazie alla forma squadrata nella zona posteriore), oltreché sportiva più nelle prestazioni e nell’handling che nello stile. Pochi i nei da rilevare: in particolare i rivestimenti in pelle dei sedili tendono a screpolarsi rapidamente e a scolorirsi, imponendo un’opera di restauro o la sostituzione. E le plastiche, soprattutto nella zona del tunnel, convincono poco: recano i segni di una progettazione all’insegna dell’economia, imposta dalla proprietà Ford dell’epoca.

LE QUOTAZIONI OGGI. Ciononostante la Volvo V70 R seconda serie è quotata da 5.000 euro (per esemplari da restauro totale con più di 300.000 chilometri) a 40.000 euro (per vetture in condizioni da concorso e chilometraggio contenuto, non oltre 70-80.000), con la maggior parte degli esemplari in vendita sui principali marketplace digitali europei che si aggirano tra i 7.000 e i 15.000 euro. Tra i colori, il Laser Blue (blu metallizzato) e il Flash Green (acquamarina metallizzato) sono i più rari e “preziosi”, con il secondo che è in grado di far raddoppiare il valore dell’auto (se prima vernice). I più comuni? Argento (che presenta il vantaggio di respingere meglio il calore) e nero metallizzato. Da notare che gli abbinamenti tra colori esterni e interni sono vincolati nella cartella colori della Casa: da tenerne conto per valutare l’originalità dell’auto. Ma la selleria in pelle Atacama (color cuoio) era un optional ancora oggi molto apprezzato. Altre opzioni desiderabili: il copribagagli con rete fermacarico, i seggiolini integrati per i bambini, il telefono integrato (usa la seconda SIM), il navigatore con monitor a scomparsa, l’impianto HI-Fi premium Bose e il tetto apribile elettrico. Dotazioni che fanno incrementare il valore dell’auto e che la rendono più appetibile per la vendita.

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NEL 2007 TERMINANO LE VENDITE. Gli USA sono stati il mercato d’esportazione di maggior successo per la Volvo V70 R seconda serie: in totale sono stati esportati in Nord America 3.407 esemplari e in particolare 1.565 nel my 2004, 823 nel my 2005, 674 nel my 2006 e 345 nel my 2007. Con l’arrivo della terza e ultima generazione della V70 il modello ad alte prestazioni e dalla caratterizzazione sportiva R non fu più riproposto; al vertice della gamma si posero i 6 cilindri a benzina, prima il 3,2 litri aspirato da 286 CV, poi il 3 litri turbo della T6 da 306 CV. Gli eventuali tocchi estetici sportivi vennero riservati all’allestimento R Design, facilmente riconoscibile per i gusci dei retrovisori esterni in color alluminio, quasi a ricalcare le soluzioni estetiche scelte dai rivali tedeschi dell’Audi per i modelli S e RS.

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