veloce15: ogni quindici giorni, il meglio di Veloce
Come vi avevamo anticipato nell’ultimo numero di velocePDF, col lockdown sarebbe terminata anche quell’esperienza settimanale. Che ci porta dritto-dritto a oggi e alla nuova evoluzione periodica di Veloce, con questo veloce15: quindicinale, stavolta. Un salto, ancora, verso qualcosa di nuovo che metteremo online sempre di sabato. È proprio al tema del salto (jump o ‘big air’ in fatti automobilistici) è dedicato questo primo #veloce15.
AVVENTUROSO. Perché cosa c’è di più eccitante di un salto? Salto come prova di coraggio, agilità o slancio verso il nuovo, per esempio. Non a caso il parkour, da fenomeno underground, si è trasformato in una delle specialità d’intrattenimento cinematografico più diffuse per le scene d’azione. Perché la cosa piace. In ambito motoristico i salti fanno parte della cultura rallistica (Paolo Andreucci e Anna Andreussi sono special guest di questo numero!): e in anni in cui le auto viaggiano come schioppettate su strade sempre troppo strette per le loro velocità, i jump – o bigair come li chiamano i gentleman driver – sono diventati il nuovo metro di paragone (e freestyle) dei piloti contemporanei. Il cinema, i salti a motore, li ha immortalati in lungo e in largo: da quelli celeberrimi della Dodge Charger R/T incalzata dalla Ford Mustang GT390 Fastback di Steve McQueen in Bullitt a San Francisco e dintorni, ai balzi di decine di metri permessi dal TurboBoost di Kitt di Michael Knight in Supercar. Fino alle esagerazioni di Fast & Furious. Anche se forse nessuno batte il Generale Lee, acclamato pure dalla cugina Daisy al rientro da ogni scorribanda. Pure il mondo delle due ruote, chiaramente, vive di salti. E tutti ricordano quello di Steve-sempre-lui-McQueen al manubrio di una Triumph TT 650 ne La Grande Fuga. Ma la moto è un mondo a parte, come lo skateboard e i suoi trick, il surf e tutto quello dove tipicamente la Red Bull mette il becco… Perché? Perché tutti, nel guardare i ‘jump’, gongolano: solo i più audaci saltano per davvero, ecco perché ci piace pensarli come vere e proprie parabole di vita. Il trucco c’è sempre, ma non si vede. Mai. Buona lettura, veloce15 lo trovate qui.