Un’auto, un luogo: Maserati Bellagio

Un’auto, un luogo: Maserati Bellagio

La Carrozzeria Touring è stata protagonista dell’Automotive sia nel novero dell’eleganza, sia nel settore delle corse. Nel mezzo c’è l’ampio elenco di modelli espressione di una sublime “eleganza sportiva” che ha conquistato set cinematografici e concorsi di “bellezza”. Maserati e Touring è stato un binomio fondamentale: la 3500 GT, presentata nel ’57, ha rivoluzionato l’approccio del marchio alla sportività spostando il baricentro verso una declinazione più lussuosa. Purtroppo nel 1966 il marchio milanese fondato da Bianchi Anderloni deve capitolare, ma non appena il marchio Touring rinasce (siamo nel 2008) ritorna immediatamente a interessarsi del marchio del Tridente con la Bellagio.

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TECNICHE MODERNE, FILOSOFIA DI IERI. La Quattroporte è rinata nel 2003 come quinta generazione al Salone di Francoforte (quaranta anni dopo il primo modello con carrozzeria di Frua). L’ammiraglia italiana armonizza classe e raffinatezza con meccanica purosangue: oltre cinque metri di lunghezza, motore 8 cilindri 4.2, 400 cavalli, 270 km/h, oltre 1850 kg. di peso. Ma nell’epoca attuale il bisogno di un ulteriore picco di esclusività ha ri-acceso l’entusiasmo verso i piccoli atelier; così nel 2009, nella cornice del Concorso d’Eleganza di Villa d’Este, è presentata la Maserati Bellagio, esemplare unico su meccanica della berlina modenese. Prende il nome dalla località posta tra i rami del Lago di Como ed è una station shooting brake allestita in unico esemplare. La filosofia è quella dell’auto d’atelier come si faceva decenni addietro quando la personalizzazione poteva “NON giocarsi” solo sul numero di accessori come avviene oggi (perché le regole dell’omologazione sono molto severe). Era invece possibile affidare una nuda meccanica a una rinomata firma di carrozzeria che seguendo il suo stile e la sua filosofia, creava un oggetto unico per forma, equipaggiamento, rarità, prezzo.

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SOLO 50 KG IN PIÙ. Un esemplare di normale produzione della Maserati Quattroporte è stato quindi riportato alla scocca e ri-assemblato con un nuovo volume di coda che l’ha trasformata in una station wagon sportiva di altissimo lusso e fattura. Il committente, l’allora presidente di Ducati Carlo Bonomi aveva chiesto un mix speciale tra stile, meccanica e forma della “pelle esterna”. Il risultato? Un esemplare unico con meccanica rigorosamente di serie e carrozzeria molto diversa (il cliente non acquista l’auto bensì la trasformazione). Il progetto assume un significato differente rispetto al veicolo customizzato laddove in quest’ultimo caso l’individualismo dell’esemplare si configura eliminando e aggiungendo accessori. Fortunatamente, l’aumento di peso rimane limitato: solo cinquanta chili in più dichiarati dalla carrozzeria. La personalizzazione spinta interessa anche l’abitacolo: la configurazione di sedili, plancia, tunnel, dettagli e accessori è realizzata a misura di committente. Al primo esemplare della Maserati Bellagio se ne sono aggiunti altri tre nel corso del tempo.

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