Tutti pazzi (noi compresi) per la Fiat X1/9
Mettere insieme cinquanta Fiat X1/9 non è un gioco da ragazzi, ma il club italiano dedicato al modello, che esiste dal 2005 e conta diversi soci anche all’estero, non è nuovo a questo genere di “imprese”.
SEMPRE PRONTI A DIVERTIRSI. Quando il presidente Gandolfo Madonia chiama, gli appassionati di questa spider passata alla storia come “la piccola Ferrari” non ci pensano due volte: mollano tutto e saltano a bordo delle loro baby supercar per andare tutti insieme a caccia di curve e tornanti. A serrare i ranghi e controllare che nessuno si perda per strada, col sorriso sul viso, il suo inseparabile megafono e il cuore in mano, è Daniele Accornero, 49enne di Asti, segretario del sodalizio, innamorato della X1/9 sin da quando, bambino, rimase stregato da quella del suo vicino di casa.
CON LA FIAT NEL CUORE. I raduni fissi sono due all’anno, uno in Toscana e uno in Piemonte. Noi di Veloce, la scorsa domenica, ci siamo uniti a quest’ultimo, viaggiando accanto al presidente sulla sua fiammante X1/9 del 1979 grigio metallizzata. Da Torino a Tonco, nel cuore del Monferrato, tra boschi e distese immense di vigneti, è un’oretta di autostrada. Con in sottofondo il quattro cilindri, che a 110 all’ora “frulla” allegro intorno ai 4000 giri, scambiamo qualche parola. “Dei miei 67 anni, 16 li ho trascorsi al reparto esperienze della Fiat – racconta Gandolfo, che è nato a Geraci Siculo, un paesino di neanche duemila anime circondato dai monti delle Madonie, in Sicilia, ma vive e lavora a Torino dal 1971 -. Ho fatto in tempo a vedere le prime X1/9 con il 1.5 e un prototipo con il motore dell’Autobianchi A112 Abarth e una carrozzeria più aerodinamica che alla fine non è mai andato in produzione”.
NELLE BOTTI PICCOLE… C’È IL VINO BUONO. La Fiat X1/9, però, gli piaceva già prima. “Mi ha sempre affascinato perché è un’auto piccola, ma con tante doti. È stata disegnata da un maestro come Marcello Gandini ed è firmata Bertone, tra le curve va come una saetta e in un paio di minuti puoi trasformarla da coupé a spider: basta rimuovere il tettuccio e riporlo nel cofano anteriore, dove entra giusto giusto”. Di questa piccola sportiva torinese, che negli anni ’70 costava cinque volte meno di una Ferrari 308, ma aveva la stessa impostazione da sportiva di razza, con la trazione posteriore e il motore appena dietro l’abitacolo a due posti secchi, è innamorata pure Teresa Galante, 63 anni da Certaldo, in provincia di Firenze: “Ho una prima serie del ’74. Mi piace perché quando voglio la posso guidare con l’aria tra i capelli, perché è grintosa, ma soprattutto perché l’ho trovata del mio colore preferito, il giallo”.
LA PASSIONE NON HA PREZZO. Gialla è anche la X1/9 di Aldo Rosso, trentottenne carrozziere di None (TO) specializzato nel restauro di auto d’epoca. “Quand’ero piccolo mio padre, carrozziere pure lui, mi aiutò a verniciare un modellino della Majorette. Poi un bel giorno, dopo aver preso la patente, sfogliando un numero di Ruoteclassiche scoprii che la macchinina che tanti anni prima avevamo dipinto di blu con le strisce bianche era una X1/9”. È un amore che ritorna, ma stavolta in scala 1:1: “Ne ho trovata una del ’73 e nel frattempo – racconta a Veloce -, grazie al club sono venuto a conoscenza di un kit denominato Corsa che nel 1975 la Bertone aveva proposto alla Fiat per dare un po’ di sprint alle vendite”. Con certosina pazienza e tanto mestiere, Aldo ha costruito ogni singolo particolare di un’auto che, in realtà, non ha mai visto le luci della catena di montaggio, basandosi solamente su fotografie e depliant dell’epoca. Il risultato è una Fiat X1/9 unica al mondo. E che spiega bene come non serva un’auto da un milione di euro, per far battere forte il cuore, quando si hanno grandi passioni e grandi sogni e qualcuno di speciale con cui condividerli.
Raduno come sempre perfetto e divertente.
Grazie Club X1/9 Italia!
X1/9 wonderful car!