Tubolare Zagato: la stirpe delle Alfa Romeo TZ
Alla fine del 1951 l’Alfa Romeo, soddisfatta dei successi della 159, si ritira dalle corse per dedicarsi alla produzione in serie. L’Alfa 1900 e le successive versioni Gran Turismo le danno però lo slancio sportivo che ci vuole. A metà degli Anni ’50 le 1900 SS di Touring o Zagato sono tra le GT più apprezzate, esuberanti in gara, desiderate dalla clientela e dagli appassionati.
I TEMPI CAMBIANO. In questi anni di miracolo economico il solco tra auto stradale e auto da corsa sta diventando sempre più profondo. Prova ne è la nascita di capolavori come la Lancia Flaminia, la Ferrari 250 GT 2+2 e la Porsche 911: raffinate, comode e lussuose. L’Alfa Romeo in questi anni è impegnata nelle corse nella classe 1300 con le Giulietta SZ ‘Coda Tonda’ e ‘Coda Tronca’ ma con la nuova berlina sportiva Giulia Tipo 105 presentata a Monza nel giugno ‘62 va in cantiere un nuovo progetto (Tipo 105.11) diretto alla creazione di una pura Giulia da corsa. Lo sviluppo è affidato a Giuseppe Busso e Carlo Chiti. L’idea parte con in testa un motore 1300 ma presto si sale a 1600 mentre si abbraccia il propulsore con un leggero telaio tubolare in acciaio rinforzato al nickel-cromo: appena 60 kg.
ZAGATO. Gli studi aerodinamici di Zagato portano a diverse soluzioni di carrozzeria: dalla barchetta alla versione con hardtop, alla carrozzeria chiusa. In tutti i casi la scelta stilistica voluta da Ercole Spada è un preciso dettato della funzione: il lungo posteriore termina con l’ormai assodata e convincente ‘coda tronca’. Il risultato viene esposto al Salone di Torino dell’ottobre ’62: Zagato e Alfa Romeo presentano una berlinetta con una forma unica e irripetibile, un classico caso di ‘bellezza necessaria’. La Tubolare Zagato, con carrozzeria in sottili fogli di alluminio, pesa circa 670 kg. Monta il nuovo 1600 bialbero con 160 cavalli e al successivo appuntamento di Ginevra ‘63 ecco il modello definitivo. La Giulia TZ è un’Alfa per le gare GT, leggera, agile e filante. La produzione e il programma sportivo sono affidati alla nuova Autodelta, società creata appositamente a Udine da Carlo Chiti (all’epoca occupato in prima battuta alla ‘sua’ ATS) e i fratelli Gianni e Ludovico Chizzola (il primo ingegnere dell’Alfa, il secondo concessionario Innocenti che mette a disposizione i locali).
SCENDE IN PISTA. La TZ esordisce ‘ufficiosamente’ in corsa il 10 novembre ’63 al Tour de Corse (ritiro) e ufficialmente due settimane dopo a Monza alla Coppa F.I.S.A. Le TZ arrivano seconda, terza, quinta e sesta ma , soprattutto, in testa alla classe. La stagione ’64 mette in luce le qualità della macchina: il successo di categoria arriva alla 12 ore di Sebring, alla Targa Florio, Mille Chilometri del Nurburgring e alla 24 Ore di Le Mans. La TZ Trionfa anche all’Alpine Rally, arriva seconda al Tour de Corse e, infine, vince la classe al Tour de France.
GIULIA TZ2. Nel ’65 la TZ replica i successi dell’anno prima a Sebring e alla Targa Florio. Ma al Salone di Torino dell’autunno ’64, nel frattempo, è stata già presentata la sua erede, più estrema. La TZ2 ha telaio ribassato e allargato, motore 1600 bialbero trasformato in carter secco e 170 cv. La carrozzeria è più bassa, larga e filante, il peso complessivo è di appena 620 kg (ci sono cerchi in magnesio); e grazie alla migliore aerodinamica supera 240 km/h di velocità. Alla gara di debutto, la Mille Chilometri di Monza dell’aprile ’65 Bussinello e de Adamich vincono la classe. Il successo di categoria arriva anche alla Mille Chilometri del Nurburgring. Ma per la stagione ’66 i regolamenti cambiano: minimo 500 esemplari per la classe GT, minimo 50 per la Sport. La TZ2 viene iscritta d’ufficio tra i Prototipi ma, nonostante questo, arrivano altri grandi successi nelle gare più in vista.
PRODUZIONE. Si contano in totale 117 esemplari dell’Alfa Romeo TZ. A questi si aggiungono nove unità della TZ2 (escluso il prototipo in alluminio le carrozzerie sono in vetroresina). Vi sono, infine, due TZ speciali: la Canguro di Bertone su base TZ presentata al Salone di Parigi del ’64 e la Giulia Sport di Pininfarina su telaio TZ2, introdotta al Salone di Torino del ’65.
8C TZ3 CORSA. Nel 2010, in occasione del centenario dell’Alfa Romeo la divisione Atelier di Zagato dà il via alla prima fase del progetto TZ3 e allestisce un esemplare unico per un cliente tedesco. A chiusura della decade Andrea Zagato e Marella Rivolta, terza generazione di famiglia alla guida dell’azienda fondata nel 1919 a Milano, riprendono lo stile della TZ del ’63 e creano un’auto da pista (telaio monoscocca in carbonio, carrozzeria in alluminio, V8 da 4,2 litri, 390 cv, trazione posteriore e cambio semiautomatico a sei marce) che rievoca lo spirito delle Alfa GT da corsa dei primi Anni 60.
10C TZ3 STRADALE. Nel 2011 parte la seconda fase del progetto TZ3. L’Atelier crea nove multipli d’arte della 10C TZ3 Stradale su base Dodge Viper ACR con V10 di 640 cv. È una moderna gran turismo da collezione realizzata su richiesta secondo lo spirito delle GT fuoriserie Alfa.
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