Spiaggine e velocità, lo strano connubio/1
La Spiaggina è un boccone di Dolce Vita. Il coronavirus ci ha obbligati all’isolamento perciò ora, in Fase 3, l’importanza di vivere momenti di emozionalità che ci sono stati negati dalle circostanze è ancora più elevata e cruciale. Un giro in spiaggina è sentirsi vivi, abbandonare l’effimero universo del social e riabbracciare, finalmente, la vita: per questo, abbiamo dedicato un servizio proprio a loro, che trovate qui. Oggi, a qualche mese di distanza, torniamo sul tema parlando di quelle più veloci.
FERRARI 365 GTC/4 FELBER 1976. L’immagine più balneare di un’automobile è senza dubbio quella della Citroën Mehari. Ma è possibile che quell’atmosfera da braga corta e havaianas, non sia proprio quella che si vada cercando se la desiderata è quella di disporre – comunque – di una certa cavalleria sotto il cofano. A trovare la quadra a questa dolce complicazione provò la Felber Automobiles. L’azienda del Canton Vaud, infatti, s’inventò una soluzione ‘ideale da lasciare nella casa al mare’, su base Ferrari 365 GTC/4 (la famosa ‘Gobbone’, per capirci). Denudata fino alla scocca, alla Felber irrobustirono i cosiddetti ‘punti duri’ della scocca, quindi la ri-allestirono con una carrozzeria rigorosamente senza porte e levando ogni forma di superfluo per offrire il piacere di girare ‘a piedi nudi nel parco’ (il vostro parco, of course), con il canto di un dodici cilindri nelle orecchie. Questo esemplare unico fu presentato al Salone di Ginevra del ’76 ed esposto nello stand Felber. Dopo la rassegna fu inviato nel Middle East dal suo acquirente.
FIAT ZANZARA ZAGATO 1969. Il mito della Spiaggetta (o Spiaggina) ha animato la nostra rinascita dopo l’incerto periodo post-bellico, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60. Verso fine decade, la Zagato si sta affermando come ‘carrozziere-assemblatore’ (assemblaggio e verniciatura di serie speciali per i grandi costruttori europei, soprattutto italiani). È in questo periodo che il marchio milanese cavalca e guida le tendenze di un certo design fatto di forme geometriche e ricche di spigoli. La Fiat Zanzara segue una direzione differente rispetto alla 500 Gamine di Vignale. Minuta, pratica (in onore al nome che porta), tanto sofisticata, vezzosa e sfiziosa. È, forse più correttamente, la versione milanese della classica dune buggy ma invece di assomigliare a un veicolo raffazzonato alla bell’è meglio per le spiagge della California è un piccolo gioiellino di design, un giocattolo cui Ercole Spada ha dato una spiccata personalità. Il motore è lo stesso piccolo due cilindri di serie ma la posizione di guida è vicina a una Porsche 917/30 Can-Am e ci si può accomodare in abitacolo con un ingresso alla Bo e Luke della serie Hazzard. Zagato ha prodotto un secondo esemplare pressoché identico su meccanica Honda N360, la Hondina Zagato.
VOLARÉ FANTASY ISLAND 1978. Quanti non hanno visto almeno il prologo e l’inizio di una puntata di Fantasilandia. La serie televisiva americana è andata in onda dal ’78 all’84 e anche sulla TV italiana. Il sig. Roarke è il sinistro tenutario (Direttore, Presidente, proprietario… non è dato saperlo) di un’isola sperduta in un angolo del pianeta, in una tipica atmosfera caraibica, dove gli ospiti vengono a realizzare i propri sogni. Con lui il fido aiutante Tatoo. Roarke guida una non meglio specificata station wagon senza porte, una ‘spiaggiona’ che percorre paciosa le strade dell’isola, quasi mossa dal vento (silenziosa in misura allarmante), un veicolo avvolto nel silenzio e nella calma irreale di questo posto al punto da sembrare un veicolo a pedali. Nella realtà questo tipico portacontainer Yankee era una Plymouth Volaré (il nome è tutto un programma ma, del resto, è totalmente ufficiale, accento compreso) pesantemente customizzata fino a raggiungere il suo aspetto così fantasioso, fresco e vacanziero.
