Sedici volte 16V: le più “hot” dal resto del mondo
A cavallo tra gli anni ’80 e ’90 è successo di tutto: lo sfascio dell’URSS, la nascita dell’Unione Europea, della Seconda Repubblica, del World Wide Web e di eBay. È decollata la mania del telefonino e della serie Beverly Hills 90210. E nel mondo dell’auto? Sono nate le “GTI” e le “16 valvole”, le medie compatte ridondanti di cavalli. Eccone alcune delle più “hot” direttamente da Inghilterra, Spagna e Germania.
FORD ESCORT RS 2000. La quinta serie della Ford Escort nasce nel 1990: lo stile è inedito, ma non convince del tutto, e lo stesso vale per i motori, considerati ormai superati. L’accoglienza del nuovo modello da parte dei clienti britannici è piuttosto tiepida, tant’è che molti preferiscono acquistare gli ultimi esemplari rimasti della precedente generazione, ma la musica cambia nel 1991 con il lancio della Escort RS, che per la gioia degli appassionati riporta in auge una sigla storica per il marchio dell’ovale blu (negli anni ’80 le Ford stradali ad alte prestazioni erano siglate XR3). Nonostante l’abbandono della trazione posteriore, la nuova Escort sportiva vanta una buona maneggevolezza, specie nella versione 4×4, e cattura l’occhio grazie alla carrozzeria più muscolosa e aggressiva, con cerchi in lega di 15″, minigonne e spoiler posteriore. Ma a essere più tosto non è solo il look: anche il telaio viene rinforzato, e a occuparsene è il reparto SVO (Special Vehicle Operations) della casa. Il motore 2.0 a quattro cilindri, ereditato dalle sorelle Scorpio e Sierra, guadagna un albero a camme e una testa a sedici valvole firmata Cosworth. Ne deriva una potenza di 150 CV, che, abbinati a un peso a vuoto di circa 1.100 kg e a un cambio dai rapporti piuttosto corti (fin troppo corti, secondo alcuni intenditori), fanno “bruciare” lo “0-100” in 8,4 secondi, con allunghi sul filo dei 210 km/h.
VOLKSWAGEN GOLF GTI. I più “scatenati” amanti della guida sportiva difficilmente annovererebbero nel club delle hot hatch indimenticabili la Volkswagen Golf di terza generazione nella sua versione GTI meno potente, quella mossa dal 2.0 a 8 valvole. Fortuna che, per riannodare il filo con il Dna delle GTI più divertenti da guidare, ossia la capostipite del 1976 e la seconda serie con il motore a 16 valvole, la casa tedesca a inizio 1993 decide di tornare alle quattro valvole per cilindro: il 1.8 raggiunge quota 150 CV, che se messi alla frusta si traducono in uno “0-100” in circa 8 secondi e in una velocità massima di 215 km/h. Davvero niente male, anche se il cambio a cinque marce e le sospensioni, eredità della GTI a otto valvole, non rendono pienamente onore al resto della meccanica. Nel 1996, per festeggiare i 20 anni dalla nascita della prima Golf GTI, la Volkswagen ne allestisce una serie speciale oggi molto ambita dagli estimatori del modello.
SEAT IBIZA 16V. La Seat Ibiza seconda serie più sportiva non è, a dispetto della maggior cilindrata del motore, la GTI mossa dal 2.0 a quattro cilindri e otto valvole da 115 CV della coeva Volkswagen Golf . Non che sia un’auto lenta, intendiamoci, ma tutt’altra verve caratterizza la 1.8 16V, con tanto di targhetta identificativa sulla mascherina e l’inequivocabile scritta “TWIN CAM 16 VALVE” sulle fiancate. La carrozzeria, che di per sé ha forme sportive giovanili, viene “incattivita” quel tanto che basta per non farla passare inosservata, con minigonne e spoiler per il paraurti anteriore in plastica scura che fanno apparire l’auto più schiacciata a terra. Discorso diverso vale per la meccanica, modificata a fondo: con una farfalla per ciascun cilindro, condotti di aspirazioni ridisegnati e l’iniezione Digifant i vuoti di potenza ai bassi regimi tipici del motore Volkswagen vengono riempiti con una spinta rotonda e uniforme da 3.500 a 6.000 giri. Risulato? Da 0 a 100 km/h in circa otto secondi e mezzo e 206 km/h di velocità massima. Nell’ottobre del 1996 lo scettro di Ibiza più sportiva passa alla 2.0, che adotta lo stesso quattro cilindri a sedici valvole con 150 CV della Golf GTI di terza generazione, in grado di farle “bruciare” lo “0-100” in 8,3 secondi, con una punta massima di 216 km/h. Una vera chicca è poi la Cupra, che ha la stessa meccanica ma un allestimento più grintoso che strizza l’occhio all’Ibiza da corsa vincitrice della classe 2 litri e due ruote motrici del Mondiale rally.
OPEL ASTRA GSi. Nel 1992 la gamma della Opel accoglie la versione sportiva della Astra. Con la sigla GSi sul portellone e sul muscoloso paraurti anteriore, la serafica berlina da famiglia della casa del fulmine cambia faccia, guadagnando due prese d’aria sul cofano e un vistoso spoiler sul tetto. Ma a fare la differenza è il motore, un 2.0 bialbero a sedici valvole con 150 CV, non pochi, per il tipo di auto, ma non pronti come ci si attenderebbe per via del cambio, poco rapido e preciso nell’utilizzo sportivo. Nonostante ciò, le prestazioni sono di tutto rispetto, con un tempo di 28,9 secondi per percorrere il chilometro con partenza da fermo e una punta massima di quasi 220 orari. Tra le curve ci sono senz’altro hot hatch più divertenti e appaganti, ma va detto che la tendenza al sottosterzo, il controllo elettronico della trazione (disattivabile) e il posteriore un po’ troppo incollato all’asfalto, caratteristiche poco apprezzate dai guidatori più smaliziati, si traducono in una guida sicura anche per i meno esperti.
LEGGI ANCHE:
- Sedici volte 16V: le francesi più “hot”
- Sedici volte 16V: le italiane più “hot”
- Sedici volte 16V: le giapponesi più “hot”
anche qui di alvolante mancate altre hot hatch anni 90 la polo del 1997 non scherza 1.6 16v 110 120 cv aspirato o la lupo 1.4 16.v e gti (2001) e la arosa ( MODELLO 2001)e la astra 2.0 136 sri cv prima sport poi opc versione 2000. 2.2 litri la corsa gsi 16v piccola e divertente O LA FORD FOCUS ZETEC 16.V 115/130 O LA fiesta co solo 100 cv era una bomba e anche la cordoba aveva gli stessi propulsori se volevi più spazio ma con gli pregi del motore seat ibiza