Sedici volte 16V: le giapponesi più “hot”
A cavallo tra gli anni ’80 e ’90 è successo di tutto: lo sfascio dell’URSS, la nascita dell’Unione Europea, della Seconda Repubblica, del World Wide Web e di eBay. È decollata la mania del telefonino e della serie Beverly Hills 90210. E nel mondo dell’auto? Sono nate le “GTI” e le “16 valvole”, le medie compatte ridondanti di cavalli. Passiamo brevemente in rassegna quelle che, dal paese del Sol Levante, hanno conquistato il cuore degli appassionati di mezzo mondo.
HONDA CIVIC VTi. Della quinta generazione della Honda Civic, siglata EG, gli appassionati apprezzano la linea pulita e filante, la grande affidabilità e l’ottima tenuta di strada, garantita dalle raffinate sospensioni a quadrilatero davanti e multibraccio dietro. Ma a catturare il cuore degli intenditori è il più potente dei due 1.6 VTEC disponibili sin dal lancio, nel 1992, ossia quello con 160 CV, dotato di una sofisticata fasatura variabile dei due alberi a camme. Non serve essere piloti professionisti per accorgersi che si tratta di un motore dalla “doppia anima”: sotto i 5500 giri lavorano delle camme “tranquille”, a vantaggio dei consumi e della fluidità di marcia, ma oltre quel regime la spinta subisce un balzo improvviso, con allunghi feroci oltre “quota 8000” e un sound da brividi nella schiena. Da pelle d’oca anche le prestazioni, con uno “0-100” in 7,3 secondi e una velocità massima di 215 km/h.
NISSAN SUNNY GTi. Oggi Nissan fa soprattutto rima con rassicuranti auto da famiglia, per lo più elettrificate. Ma la storia recente della casa giapponese è fatta anche di piccole grintose e scattanti, come la Sunny GTi dei primi anni anni ’90 e la versione più estrema GTi-R con la trazione 4×4. Belvette che dalle nostre parti, per la verità, si sono sempre viste col cannocchiale, perché assai poco diffuse, eppure capaci di ritagliarsi un posticino nell’immaginario degli appassionati italiani. La Nissan Sunny GTi era legata a doppio filo al modello da corsa con cui la casa correva nei rally, ma non aveva il piglio ribelle e selvaggio di rivali come la Lancia Delta Integrale e la Ford Escort RS Cosworth: pur molto apprezzato dagli intenditori, infatti, il 2.0 senza turbo siglato SR20DE (lo stesso della sorella maggiore Primera) forniva “solo” 143 CV, e neanche così scatenati come la sigla GTI lascerebbe supporre. Con accelerazioni briose e allunghi fluidi (la casa dichiarava uno “0-100” in 8,2 secondi e 210 km/h di velocità massima), comunque, la più sportiva delle Nissan Sunn sapeva divertire, risultando, peraltro, poco impegnativa nella guida veloce, con una buona rapidità d’inserimento in curva e un comfort più che accettabile per il tipo di auto.
MAZDA 323 GTR. Va detto che bisogna avere una certa familiarità con lo straordinario e mai banale mondo dei motori giapponesi per mettere a fuoco al primo colpo la Mazda 323 di fine anni ’80. All’epoca le berline medie da famiglia provenienti dal Sol Levante erano auto sobrie ai limiti dell’anonimato, ma con una sana iniezione di potenza e una carrozzeria infarcita di muscoli si trasformavano in esotiche attrazioni urbane per gli automobilisti europei, abituati alle “solite” Golf GTI e Lancia Delta Integrale. È il caso della paciosa Mazda 323, la cui versione GTR con trazione 4×4 vantava un brillante 1.8 turbo da 185 CV, con distribuzione “bialbero” e un raffinato sistema d’aspirazione variabile in cui le quattro valvole a farfalla regolavano a seconda del regime di rotazione del motore l’afflusso d’aria nel collettore, raddoppiandone la quantità agli alti in modo da ottenere la massima potenza senza “vuoti” nell’erogazione. La grinta del motore, il primo per auto di serie con il turbo montato su cuscinetti (e raffreddato a liquido con intercooler aria/aria), faceva il paio con un look davvero “cattivo”, con due enormi fendinebbia tondi integrati nel massiccio paraurti e tre prese d’aria sul cofano. Le prestazioni? Da sportiva di razza, con uno “0-100” in 7,2 secondi e una punta massima vicina ai 220 orari.
SUZUKI SWIFT GTI. Oggi l’utilitaria Swift è tra i modelli più in voga della Suzuki, ma la capostipite del modello dei giorni nostri nel nostro paese non veniva neppure venduta. Nonostante ciò, il fascino della versione GTI di questa piccola da città ha saputo varcare i confini dei mercati americani e asiatici a cui era destinata, al punto che oggi, tra i cultori più raffinati del genere, la prima Swift “tutto pepe” è un vero feticcio. Chiamati a muovere un peso inferiore ai 750 chili, i 101 CV del piccolo 1.3 a sedici valvole sembrano molti di più, e regalano prestazioni non lontane da quelle di vetture di categoria ben superiore: la pratica dello “0-100” viene archiviata in 8,6 secondi, mentre la lancetta del tachimetro corre senza esitazioni fino a quota 180. Niente male, per una piccola “milletré”!
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be voi dimenticate checi sono altre hot hatch come nel 1996 2001 c’era il modello nuovo di civic col stesso vti la 169cv 1.5 1.6 (1.8 nel resto d ‘ europa ) type R non importata in europa ai me la EK ANCHE CINQUE PORTE ! oppure 150 115 1.5 e la almera gti 2.0 gti 16. valvole 1996 2000 oppure la corolla 1.6. 16. 110 cv 1.3(86cv ) .1.4 16v (97) 1996-2001 oppure la micra 1.3super s 16.v o la taris ts 1.6 16v 1999 2003 starlet glanza turbo 1.3. 1.6 1991-1995 1996-1999 mitsubishi cybor r ovvero (Mirage R, RS, Super R, Cyborg o Cyborg R)colt negli altri paesi d europa 1.5 1.6
1992 1995 145 160 ,1996 2001 160 cv