Sedici volte 16V: le francesi più “hot”
A cavallo tra gli anni ’80 e ’90 è successo di tutto: lo sfascio dell’URSS, la nascita dell’Unione europea, della Seconda Repubblica, del web e di eBay. È decollata la mania del telefonino e della serie Beverly Hills 90210. E nel mondo dell’auto? Sono nate le “GTI” e le “16 valvole”, le medie compatte ridondanti di cavalli. Ecco una breve panoramica di quelle nate oltralpe, dove la passione per le “hot hatch” è una specie di religione.
PEUGEOT 306 S16 (1993). Come non far rimpiangere la 205 GTI e dare una degna erede alla 309 GTI 16V? Nel 1993 la casa del leone risolve la questione con la Peugeot 306 S16, che affianca la “piccola peste” 106 XSi. Disegnata dal team capitanato da Gérard Welter, la nuova compatta assomiglia a una 205, ma in formato maxi, e con un look più elegante. Più sobria della 309 GTI 16V di cui raccoglie il testimone, la 306 S16 è più bassa delle “sorelle” meno potenti e poggia su ruote in lega di 15″. Derivato dal 2.0 a sedici valvole della 405 MI16, il motore fornisce una potenza di 150 CV, che non sono pochi, ma devono fare i conti con il catalizzatore e una gestione elettronica che ne fiaccano un po’ la spinta sia ai bassi sia agli alti giri. Le dirette rivali, come la Volkswagen Golf GTI 16V o la più compatta Renault Clio Williams, vanno decisamente più forte, e alla Peugeot non è di aiuto nemmeno il cambio a cinque marce, la cui spaziatura tra i rapporti assicura accelerazioni modeste ma consente comunque di toccare i 215 km/h. Del comparto sospensioni, invece, non ci si può lamentare: ripreso da quello della Citroën ZX, lo schema con MacPherson anteriore e asse posteriore deformabile, grazie al contributo degli ottimi ammortizzatori sviluppati internamente, rendono la sportiva del leone più agile tra le curve rispetto alla “cugina” del double chevron.
RENAULT 19 16V. Nel 1988 la Renault 9 lascia il posto alla 19, una media in cui c’è anche lo zampino di Giorgetto Giugiaro, e che ha nella sobrietà uno delle principali chiavi del suo successo. Nata in tempi in cui il disegno al computer cominciava ad avere un ruolo determinante nella progettazione di un’automobile, la Renault 19 era proposta anche con un grintoso motore a sedici valvole e una carrozzeria leggermente rivista e più bassa da terra e un’aerodinamica più efficace grazie all’aggiunta di uno spoiler posteriore. L’auto era offerta in tre versioni: berlina tre volumi (“Chamade”), coupé e cabriolet. Il 1.8 siglato F7P, lo stesso della Clio 16V, presenta camere di scoppio emisferiche e fornisce 140 CV (137 CV nei modelli catalizzati, riconoscibili per la grande presa d’aria sul cofano anteriore), con una punta massima di 212 km/h e uno “0-100” in circa 8,5 secondi. Nel 1992 la Renault 19 riceve una corposa “rinfrescata” allo stile e rimane sulla breccia, seppur nella sola variante con la capote, fino al 1997, quando la Mégane è a listino già da un anno.
CITROËN ZX 16V. Lanciata nel 1991, nella gamma della la Citroën ZX si pone a metà strada tra la piccola AX e la berlina da famiglia BX. Le sue forme rassicuranti non gridano certo sportività, ma sotto la “pelle” la ZX nasconde un telaio molto rigido e delle raffinate sospensioni che consentono alle ruote posteriori di sterzare di 1,5° nella direzione impostata con il volante, a tutto vantaggio della stabilità in curva. Queste doti si apprezzano soprattutto nella guida brillante della versione più “pepata”, la 2.0 16v con 155 CV “ufficiali” (in realtà erano una manciata in meno, tant’è che la casa nel 1993 corresse il tiro, dichiarandone “solo” 150), svelata nel 1992 al salone di Parigi. Nel 1994 arriva una mascherina più grande, mentre nel 1996 il quattro cilindri riceve una corposa iniezione di cavalli extra e raggiunge quota 167 CV (la stessa potenza della rivale Peugeot 306 S16, rispetto alla quale, a detta di molti, la Citroën è più divertente da guidare). La versione più potente è anche la più rara: meno di 600 esemplari, contro le quasi 8000 con i motori da 150 e 155 CV.
RENAULT CLIO 16V E WILLIAMS. La Renault Clio prima serie, lanciata nel 1990 e rimasta in produzione per i successivi otto anni, è rimasta famosa sopratutto per le sue versioni più sportive, la 16 V e la Williams. La prima può contare su un pimpante 1.8 con 137 CV che le regala un importante primato: è la prima auto della casa mossa da un motore con distribuzione a doppio albero a camme in testa e con quattro valvole per cilindro. Il piglio brillante di questa piccola “tutto pepe” conquista immediatamente gli sportivi, affascinati anche dal look, reso più grintoso dai cerchi in lega dal disegno specifico, dai parafanghi più muscolosi e da una vistosa bombatura sul cofano con tanto di presa d’aria. Un gradino più in su si colloca la versione Williams, introdotta nella primavera del 1993 per celebrare il Mondiale di Formula 1 costruttori e quello piloti vinto da Nigel Mansell con la FW14B motorizzata Renault. La carrozzeria, rifinita nella tipica livrea blu metallizzato con cerchi dorati e il logo “Williams” sulle fiancate e sul portellone, è la stessa della 16V, mentre sotto il cofano pulsa un 2.0 da 147 CV che promette uno “0-100” in 8 secondi e allunghi ben oltre i 210 km/h.
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bei tempi dei anni 90 ma qui ci erano anche la xsara 1.8 16v berlina 2.0 vts coupè 16v l, la megane coach 2.0 16v.la renault clio sport 2.0 16.v del 1999,oltre la peugeot s16 e 106 16 compresa la saxo vts