Sébastien Loeb: il campione universale
Ogni campionato ha il suo Goat. Ovviamente inteso in senso sportivo, come greatest of all time. E se la F1 può vantare campioni del calibro di Michael Schumacher, e la MotoGP esemplari unici come Valentino Rossi il WRC può affidarsi all’estro e alla magia di Sébastien Loeb, o meglio Le Patron (il suo soprannome). Un pilota universale, in grado di andare veloce con qualsiasi mezzo: dai rally al Campionato GT, passando per la Dakar, il rallycross, il campionato turismo e anche la Pikes Peak. Un uomo che inganna il tempo dicendo: “Amo guidare, amo il mio mestiere”.
CAPITOLO WRC. È nel WRC che Sébastien Loeb ha inciso la storia dell’automobilismo. Con nove titoli (tutti su Citroën), 80 rally, una sfilza incredibile di record e due ritiri (momentanei) in tasca, è il pilota più vincente del campionato mondiale rally fin dalla sua nascita. Dietro di lui mostri sacri come Biason, Sainz e Mäkinen. L’unico al momento che può impensierire l’egemonia dell’alsaziano e il connazionale Sébastien Ogier. Classe 1983, con otto mondiali WRC è il pilota in attività che può contrastare la fame di vittorie della leggenda francese. Ma Le Patron ha voluto subito ristabilire le gerarchie al Rally di Montecarlo 2022. Vincendolo, diventa alla veneranda età di 47 anni il pilota più anziano a conquistare una tappa del WRC. E come se non bastasse fissa un altro encomio nella sua carriera, a bordo della Ford Puma, è il primo a salire sul gradino più alto del podio nella neonata classe Rally1.
CAPITOLO DAKAR. È il 2015, ovvero l’anno dei ritorni e delle grandi avventure per Sébastien Loeb. Un anno che segna un’apparizione al Rally di Montecarlo (dopo il primo ritiro del 2013) e l’annuncio di una nuova sfida. Infatti, dal 2016 incomincia il capitolo Dakar con Peugeot. Fino al 2019, ottenendo come miglior risultato il secondo posto assoluto (nel 2017). La stessa posizione ottenuta quest’anno a bordo del buggy della BRX Hunter, con cui invece corre dal 2021. Quello che prova l’alsaziano per i raid è puro amore; nel 2021 è stato anche protagonista, a bordo dei prototipi elettrici, del primo campionato Extreme E.
CAPITOLO STRADA. ‘Annoiato’ dal dominio incontrastato nel primo decennio dei rally, Loeb decide di abbandonare per la prima volta il WRC nel 2013, per lanciarsi nelle sfide tra i cordoli della pista. Nel biennio 2014-2015 partecipa al campionato mondiale turismo (il WTCC) centrando il terzo posto in entrambe le partecipazioni, con un totale di 32 vittorie a bordo di una Citorën C-Elysée. Ma prima, nel suo curriculum, si posiziona al secondo posto assoluto alla 24 Ore di Le Mans del 2006 a bordo di una Pescarolo C60. A cui si aggiunge la partecipazione di Le Patron nel campionato FIA GT Series del 2013 con la McLaren MP4-12C GT3.
CAPITOLO SPORT ESTREMI. Per Loeb il motorsport non è solo lavoro, ma anche divertimento. Dopo l’addio al WRC si è dedicato anche a progetti speciali, e uno di questi è stato la Pikes Peak. Nel 2013 insieme a Peugeot ha collaborato allo sviluppo della 208 T16, un bolide con rapporto peso potenza 1:1 (875 cavalli per 875 chili di peso), con cui il pilota francese fissò il record della ‘corsa alle nuvole’ di 8’13”878; un primato rimasto valido fino al 2018, per poi passare alla Volkswagen ID.R Pikes Peak. Sempre con Peugeot, Loeb ha partecipato a tre edizioni del campionato mondiale rallycross (dal 2016 al 2018), con buoni risultati, chiudendo la classifica generale di tutte e tre le edizioni sempre nei primi cinque. Questo è solo un breve riassunto della sua carriera motoristica, quella di un campione che ha inciso la storia dell’automobilismo. E pensare che il suo sogno da piccolo era quello di diventare ginnasta. Per nostra fortuna (e sfortuna degli avversari) ha deciso di abbandonare le parallele della palestra, per impugnare il volante! (Testo: Federico Giavardi)
