Seat Leon Cupra: dal V6 aspirato al turbo

Seat Leon Cupra: dal V6 aspirato al turbo

Forse non è l’edizione di Leon Cupra più apprezzata in assoluto, almeno non tanto quanto la seconda (ma ci sarà modo per parlarne), ma la prima generazione partiva comunque da basi solide. Siamo già nell’epopea della condivisione, per cui non allarmatevi del fatto che condividesse lo stesso pianale con le cugine Volkswagen Golf e Audi A3; una scelta che tra l’altro diviene funzionale proprio alla variante Cupra per ospitare un motore di quelli che oggi non se ne vedono più, un sei cilindri aspirato. Già perchè nell’era della sovralimentazione (e dell’elettrificazione) quasi tendiamo a dimenticare il fascino, soprattutto sulle motorizzazioni plurifrazionate, unico ed inimitabile dell’aspirazione naturale. Così, senza pensarci due volte, la prima Leon Cupra si gioca il tutto per tutto con il 2.8 V6 da 204 cavalli. Fa sempre specie trovare un propulsore con architettura a V disposto trasversalmente all’interno del vano di una hothatch; ecco perché il VR6 del Gruppo era contraddistinto dalla ‘V stretta’ di appena 15 gradi, per farsi spazio dove normalmente stanno solo quattro cilindri. L’ordine di accensione era: 1, 5, 3, 6, 2 e 4. Questo motore aveva poi la testata comune alle due bancate di cilindri, soluzione che gli consentiva di utilizzare solo due alberi a camme.

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4X4 E PURE DIESEL. Potenza e pretazioni (o-100 km/h in 7″3 e 235 km/h di punta massima) che, ad inizi anni 2000, rendevano la Leon Cupra una vettura a cui prestare attenzione anche grazie alla scelta tecnica più distintiva di questa prima generazione, le quattro ruote motrici. A scaricare a terra tutti i cavalli ci pensavano infatti il cambio manuale a sei rapporti e la trazione integrale di tipo Haldex, ovvero con un elemento a frizioni capace di trasferire al bisogno coppia all’asse posteriore. Alle performance si accompagnava ‘un vestito’ ad hoc per la variante Cupra; al di là del doppio terminale di scarico, e delle minigonne, erano il volante sportivo ma soprattutto i sedili Recaro a ‘marcare il territorio’ tra gli autoctoni di periferia. Che se non erano disposti a svenarsi dal benzinaio, avevano pure la possibilità di scegliere la Cupra a gasolio. Sempre quattro ruote motrici, ma più gestibile economicamente grazie al 1.9 TDI iniettore-pompa da 150 cavalli.

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TURBO. Ma in casa Leon Cupra non era ancora finita e come una cascata d’ingranaggi, altre motorizzazioni arrivano alla corte della sportiva di Martorell. Che sui nuovi turbo benzina del gruppo aveva invece predisposto una più blanda trazione anteriore. Il 1.8 turbo 20 valvole, dopo un breve debutto in versione da 210 cavalli passò direttamente a quella da 225 cavalli per la più potente delle Cupra, la R. Lettera che ne identificava la decisa marcatura racing.  Con il ricambio generazionale della Leon nel 2005 si concludeva così il primo capitolo firmato Cupra, ma la storia era ancora all’inizio: quest’auto, per una intera generazione, fu una vera rivelazione. Di prestazioni e di meccanica ‘buona’ accessibile: non tanto perché costasse meno di una VW Golf R32 (per dire) ma perché era proprio… più intelligente; la turbodiesel integrale (e prestazionale) fu infatti un cult.

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