Realtà aumentata: a 6 (o più) ruote in scioltezza!/1
Nell’automotive il numero perfetto è quattro. La storia dell’automobile ha provato in diversi casi a superare la convenzione e proporre nuovi scenari, ovvero un numero di ruote differente dal quattro. Aggiungerne, per esempio, non ha mai portato a grandi risultati (a parte un lampo di luce, intenso ma molto fugace, al GP di F1 di Svezia del ’76; vinto dalla Tyrrell- Ford P34 di Jody Sheckter). Ripercorriamo l’epopea delle auto a sei (o più) ruote scavando tra più e meno note.
RENAULT 5 6X6. Christian de Léotard, ingegnere affascinato dall’offroad, aveva già avuto modo di scatenare la sua creatività tecnica. Alla fine degli Anni ’70, durante l’apprendistato in Inghilterra, sviluppò una Range Rover a sei ruote. Tornato in Francia si legò alla Application Des Procédés Tissier. Conclusa la formazione si mise in proprio e cominciò l’attività lavorando sulla Renault 5 con un’idea eufemisticamente singolare: tagliò in due un esemplare, rinforzò il rinforzabile, aggiunse un asse di ruote e un motore. E osservò il risultato. Nacque la Renault 5 6×6, un trionfo di stranezza e complessità tecnica allo stesso tempo: 421 cm di lunghezza, mille chili di peso (contro i 780 di un esemplare di serie), due motori della 1.4 TS e due trasmissioni perfettamente sincronizzate. Per la promozione di questo mostro, de Léotard si iscrisse alla Paris-Dakar del 1980 con Francis Dumortier. La figura fu pessima a causa dei continui problemi meccanici, salvo riuscire a viaggiare nel deserto a 180 orari, una media molto alta ai tempi. Dopo questa esperienza la 6×6 fu depositata in un museo e lì lasciata a coprirsi di ruggine. Non è stato l’unico tentativo: altre R5 in giro per l’Europa sono state dotate di due ulteriori gambe, ivi incluse qualche povera versione Turbo.
BRIGGS & STRATTON HYBRID 1980. Briggs & Stratton, leader in vari settori tra cui i motori per tosaerba, nel 1980 compie un salto nell’iperspazio alla volta dell’orizzonte dell’Universo. E in un colpo solo irrompe nell’industria automobilistica con un veicolo sperimentale e straordinario: un’automobile a sei ruote con alimentazione ibrida-elettrica. L’idea è di sfruttare la coppia istantanea del motore elettrico per portare l’auto in velocità. Raggiunta l’andatura ottimale la potenza e la coppia sono gestite da un sistema ibrido che gestisce il moto. Ha l’aspetto di una normale hatchback da famiglia, ma dietro il montante centrale presenta due assi ‘ruotati’ con quattro ruote. Il sistema di propulsione prevede un bicilindrico anteriore di 700 cc a benzina con 18 cv di potenza. In uscita è collegato un motore elettrico Baldor con 8 cv. Quindi troviamo la frizione e un cambio a quattro marce. Il pacco batterie si trova in coda sotto il piano del bagagliaio. In città la Briggs & Stratton Hybrid a sei ruote può utilizzare il solo motore elettrico e spingersi fino a 40 miglia orarie (54 km/h). L’autonomia massima è di circa 80 chilometri. Sui percorsi extraurbani, dove serve più potenza, l’auto procede in modalità ibrida: si spinge fino a 90 km/h e può percorrere, in totale, fino a 480 chilometri.
CARMICHAEL RANGE ROVER. La Range Rover ha inventato il fuoristrada di lusso che oggi i tutti i marchi mondiali, con piccole correzione di tiro, definiscono suv. La Range Rover, nel corso degli anni, non ha mai smesso di lavorare al suo modello di punta e questa rigorosa coerenza non ha impedito alcune divagazioni. Quello della Carmichael è di certo uno dei più straordinari esempi di ciò che si è riusciti a fare con una base ‘Range’: aggiungere un asse e trasformare la suv inglese in un’auto a sei ruote. La Carmichael fu fondata a metà ‘800: una carrozzeria che, un secolo dopo, si specializzò nella conversione di veicoli per uso antincendio, commerciale e ‘servizi’. Risale al 1971 la prima Range Rover con terzo asse di ruote; era proposta in doppio allestimento: Commando e Highlander. Col tetto rialzato, erano giganteschi Godzilla stradali in uso nei boschi, negli aeroporti, nelle campagne melmose e nei grandi centri industriali. Nel 1978 il concetto e la destinazione d’uso cambiarono radicalmente. Con la fondazione della Carmichael Custom Cars, le Range a sei ruote – basate su modelli di serie – cominciarono a trasformarsi in enormi transatlantici a sei ruote con passo extra-lungo, ma abitacolo in linea con l’eleganza e i good manners d’Oltremanica. Fino alla metà degli anni ’90 sono state costruite oltre quattrocento Range Rover allestite da Carmichael.