Questa quattro è una “beautiful looser” da 2 milioni di euro
PRETENDENTE AL TRONO. A metà degli anni ’80, ai tempi del famigerato Gruppo B, la missione dell’Audi Sport quattro S1, così come quella della Lancia Delta S4, era quella di battere la Peugeot 205 Turbo 16. Ma, di fatto, le due auto non riuscirono nel loro intento, seppur di poco: nel 1985 la tedesca arrivò seconda nel mondiale, mentre nel 1986 fu l’italiana che non riuscì ad andare oltre il posto d’onore. Anche se il risultato suscitò molte polemiche.
SORPASSO ALL’INCANTO. Ma se dal punto di vista sportivo si potrebbe chiudere la vicenda con un verdetto di ex-aequo tra le due grandi sconfitte di quegli anni, la 5 cilindri di Ingolstadt ha “messo le ruote” davanti a quelle della Delta nella vendita all’asta della Gran Turismo Collection, curata da RM Sotheby’s a Londra: un esemplare ex-ufficiale ha spuntato un’aggiudicazione a 1.805.000 sterline inglesi, pari a 2.091.000 euro, mentre la Lancia Delta S4 Gruppo B della medesima collezione è passata di mano per 1.636.250 sterline, cioè 1.895.000 euro. Valori comunque impressionanti, che delineano un nuovo trend per le auto da rally di metà anni ’80, cioè le espressioni più audaci e pericolose che le Case automobilistiche avevano fino a quel momento generato per imporsi nella specialità principe delle gare su strada.
Oggi si ritiene che esistano solo 15 Sport quattro S1 E2 delle 20 costruite dall’Audi. Di queste 15, solo 6 hanno partecipato a un rally iridato e solo 4 sono oggi in mani private, fattori che hanno determinato il prezzo coì alto di aggiudicazione.
SOLO UNA VITTORIA PER LA S1. La Sport quattro S1 vinse solo il Rally di Sanremo del 1985 con Walter Röhrl, mentre la Lancia Delta S4 si impose al RAC 1985 e al Monte-Carlo 1986 con lo sfortunato Henri Toivonen, con Miki Biasion al Rally di Argentina 1986 e con Markku Alen all’Olympus Rally (negli USA) sempre nel 1986. Ma facciamo un passo indietro. L’introduzione della Sport quattro a passo corto, avvenuta nel 1984, avrebbe dovuto rappresentare un importante cambiamento per il programma rally dell’Audi, ma i piloti faticavano ad abituarsi a un’auto che produceva quantità prodigiose di potenza ma che si muoveva con scarsa agilità. Stig Blomqvist addirittura evitò di utilizzare la quattro “corta” fino a quando non ebbe la certezza che il titolo del 1984 fosse suo. Per il 1985 questi problemi fondamentali dovevano essere risolti se si volevano contrastare le sfide di Peugeot e Lancia.
L’EVOLUZIONE E2. La successiva Sport quattro S1 E2 fece finalmente il suo debutto nell’agosto del 1985. Basata sulla Sport quattro, utilizzava lo stesso blocco a 5 cilindri in lega con testa in alluminio a 20 valvole. L’aria raffreddata veniva forzata nel motore da un enorme turbocompressore KKK e, secondo le parole di Walter Röhrl: “Il motore era sempre in pressione e faceva esplodere la campagna. Nessuna auto era così”. Alla fine dello sviluppo l’auto arrivò a 550 CV e in un test, una E2 scattò da 0 a 160 km/h in 8,9 secondi. Rispetto alla versione precedente, la E2 aveva un peso inferiore e diversamente distribuito: molte parti pesanti era spostate nella parte posteriore, tra cui il radiatore, le ventole e persino l’alternatore. E per ottenere l’omologazione, i responsabili della squadra Audi sostennero davanti alla FIA che certe scelte aerodinamiche erano necessarie per il raffreddamento della parte posteriore. La E2 è riconoscibile soprattutto per la carrozzeria realizzata in composito di carbonio e kevlar per raggiungere il peso minimo di 1100 kg. I pannelli in composito erano anche stati modellati in galleria del vento per generare la massima deportanza, così da trasferire il più possibile l’enorme potenza alla superficie stradale.
DEBUTTO SFORTUNATO. L’esemplare aggiudicato all’asta, designato dal numero interno Audi RE10 (indicato dal costruttore di scocche e roll-bar Matter) e immatricolato con targa tedesca IN-NP 31 a Ingolstadt il 5 novembre 1985, fu assegnato all’ex campione del mondo di rally Hannu Mikkola e al suo navigatore Arne Hertz per partecipare al RAC Rally del 1985. Mikkola terminò al 9° posto la prima tappa, ma rimontò fino a raggiungere la testa della classifica generale alla PS14, mantenendola fino alla PS22. A quel punto, però, un problema al motore lo costrinse al ritiro. Così la leadership del rally passò alla Delta S4, che debuttava nel mondiale proprio in quella gara, e poi l’auto italiana mantenne la testa fino al termine. Dopo il RAC Rally del 1985, questa Sport quattro S1 E2 fu utilizzata come muletto e test-car per il Rally del Portogallo del 1986. Poi, in seguito alla messa fuori legge del Gruppo B, fu venduta dall’Audi e da allora è passata di mano diverse volte (finendo anche nel garage dell’ex campione europeo e tedesco di rally Armin Schwarz) fino ad arrivare all’asta di RM Sotheby’s