Quando la Range Rover perse la testa
Ci sono poche fuoristrada o suv con il tettuccio in tela ripiegabile. La Classe G compete in un altro campionato, soprattutto per i costi di gestione della versione V8 5 litri, mentre la Range Rover Evoque è più accessibile, quasi alla portata di tutti e adatta anche all’impiego quotidiano. Basata sulla Evoque Coupé, la versione cabriolet è stata svelata nel novembre 2015 ed è stata prodotta solo per pochi mesi, tra il 2016 e il 2018, quando arrivò la seconda generazione, disponibile solo con la carrozzeria a 5 porte.
SCOCCA AUTPORTANTE E TERRAIN RESPONSE SEMPLIFICATO. La scocca della Range Rover Evoque cabriolet è autoportante in alluminio e acciaio: il pianale proviene dalla piattaforma Jaguar Land Rover D8, una versione modificata e accorciata della stessa utilizzata dalla Land Rover Freelander 2 a sua volta di origine Ford (era stata sviluppata quando il marchio Land Rover apparteneva alla Ford). Mediamente la Evoque pesa circa 100 kg in meno rispetto alla Freelander 2, ma lo stesso non si può dire per la Cabrio, che per effetto dei rinforzi strutturali nella zona dei montanti del parabrezza e dei brancardi fa schizzare l’ago della bilancia all’insù di quasi 2 quintali, fino a sfiorare le 2 tonnellate di peso in ordine di marcia. Per quanto riguarda le sospensioni, quelle anteriori utilizzano uno schema a ruote indipendenti MacPherson con barra stabilizzatrice mentre le posteriori sono a ruote indipendenti Multilink e barra stabilizzatrice.
COME ERA FATTA. La Evoque Convertible poteva essere equipaggiata con cerchi in lega fino a 20 pollici di diametro e proponeva la capote in tela a comando elettrico di serie: 21 secondi per aprirla e 18 secondi per chiuderla, anche con l’auto in movimento, ma solo fino a 50 all’ora. Per non appesantire la linea, non ci sono roll-bar a vista: in caso di necessità, quelli integrati dietro i poggiatesta posteriori fuoriescono in 90 millisecondi. Quando si parcheggia in “retro”, tuttavia, occorre attenzione, soprattutto a vettura chiusa, perché il piccolo lunotto penalizza la visuale costringendo ad affidarsi ai sensori (di serie quelli posteriori) o alla telecamera (optional). Un altro elemento da tenere in conto era la capacità del bagagliaio, solo 251 litri contro i 550 delle altre versioni e dall’acceso reso più difficoltoso dall’apertura a ribalta del piccolo portellone.
I MOTORI: 2 LITRI TURBO, DIESEL O BENZINA. Disponibile con il 4 cilindri 2 litri turbodiesel della serie Ingenium da 150 CV (SD4) e 180 CV (TD4) e con il turbobenzina di pari cilindrata e frazionamento da 240 CV (Si4), abbinati a un cambio automatico a 8 rapporti prodotto dalla tedesca ZF, la Evoque Convertible è una delle Range Rover destinate a “invecchiare” meglio, sia perché non ha avuto rimpiazzi in gamma sia perché la carrozzeria aperta la rende ancora desiderabile nelle località più esclusive. Presentata alla stampa durante un test-drive a Courchevel, sulle Alpi francesi, è perfetta per raggiungere il mare, che si tratti della Costa Azzurra o di una spiaggia versiliese a patto di non guardare troppo ai consumi e alla prestazioni decisamente inferiori alle altre versioni.
DA 30MILA EURO IN SU. Nonostante i suoi difetti, le sue quotazioni molto probabilmente non scenderanno mai sotto i livelli attuali, che si situano tra i 29.900 e i 46.900 euro secondo le nostre ricerche sui principali marketplace digitali; da preferire però – per intuibili ragioni legate alle restrizioni al traffico imposte alle diesel nelle grandi città – le Si4, molto meno comuni in Italia, che sono anche più potenti e piacevoli da guidare. Da scegliere in colori chiari: l’arancione, tinta di lancio, o l’argento. Del resto, all’epoca il capo del design Land Rover, Gerry McGovern, aveva dichiarato: “È il primo SUV di lusso convertibile. Ci sono stati altri suv cabriolet, ma non un’esecuzione di lusso. Prenderemo acquirenti da altre auto di lusso. La maggior parte dei clienti dell’Evoque proveniva da marchi premium, ma non aveva mai posseduto una suv”.