Quando la Panda insegnava la mobilità elettrica
L’elettrificazione è un trend automobilistico molto recente, nato come conseguenza del cambiamento climatico e di una sempre maggiore sensibilità ai temi ambientali. Ma ne siamo proprio sicuri? Perché oltre 30 anni fa, nel 1990, quando ancora non si parlava incessantemente di carbon neutrality e abbattimento delle emissioni, c’era un grande costruttore che aveva anticipato i tempi, producendo per primo una vettura di serie mossa unicamente dall’elettricità. Quel costruttore lo conosciamo bene: è infatti la Fiat, che con la Panda Elettra fu la prima casa automobilistica di rilievo a intuire le potenzialità della mobilità elettrica.
PRIMA ELETTRICA. Nell’Italia delle “notti magiche” debutta così la prima vettura non alimentata da un motore a combustione. La Panda Elettra era spinta da un’unità elettrica in corrente continua con eccitazione in serie capace di erogare 9,2 kW (12,5 CV) e alimentato da dodici batterie al piombo da 6V: due di esse erano collocate nel vano motore, mentre le altre dieci erano installate in un robusto contenitore d’acciaio che occupava la base del baule. L’utilitaria elettrica era realizzata in collaborazione con l’austriaca Steyr-Puch sulla base della Panda in allestimento CL. A causa del peso aggiuntivo rispetto alla versione con il 750 Fire a benzina – la Panda Elettra fermava l’ago della bilancia a 1150 kg – la vetture vanne dotata di un impianto frenante rinforzato, una diversa taratura delle sospensioni e pneumatici maggiorati.
TERZA PASSPARTOUT. Quello che venne, invece, mantenuto della Panda a benzina era il cambio a 4 rapporti con la relativa frizione. In città e su strada piana però si poteva tranquillamente usare unicamente la terza marcia, anche per le partenze da fermo. Con quella potenza, le prestazioni non potevano che essere poco memorabili: la Panda Elettra arrivava ad appena 70 km/h e accelerava da 0 a 40 km/h in 10 secondi. Tuttavia, nonostante un powertrain sottotono, era in grado di superare pendenze fino al 25% e, viaggiando a 50 km/h, aveva un’autonomia di circa 100 chilometri. Era anche dotata di un sistema di recupero dell’energia in frenata e in discesa, qualcosa di decisamente avveniristico per l’epoca.
DUE POSTI. La Panda Elettra era stata concepita prettamente come veicolo commerciale destinato agli spazi urbani. Il divanetto posteriore era stato eliminato per far posto alle batterie. La vettura metteva quindi a disposizione due posti, che caratterizzavano un abitacolo rimasto pressoché identico a quello della Panda CL. L’unica modifica visibile si trovava nella parte inferiore della plancia, dove il computer di bordo forniva le informazioni sullo stato di carica delle batterie. Queste ultime si caricavano in circa 8 ore da una comune presa domestica da 220 V.
OSTACOLO PREZZO. La Panda elettrica venne ben accolta dalla stampa, che ne apprezzò in particolare la silenziosità di marcia. Tuttavia il prezzo al lancio di 25 milioni e 600mila lire, cifra con cui si poteva acquistare ben tre Panda 750 Young, fu un notevole ostacolo per l’acquisto da parte di un numero maggiore di clienti. Nel 1992 la Panda Elettra fu aggiornata: il motore venne portato a una potenza di 17,7 kW (24 CV) e le batterie al piombo sostituite da elementi al nickel-cadmio. Così, la seconda versione della Panda Elettra, restò in produzione fino al 1998.
LE ALTRE ELETTRA. Parallelamente alla Panda Elettra 2 nacque anche un secondo veicolo elettrico della Fiat: la Cinquecento Elettra. Realizzata unicamente su richiesta fino al 1996, era dotata dello stesso motore elettrico da 9,2 kW della Panda Elettra 1 abbinato a un cambio manuale a cinque marce. La velocità massima arrivava stavolta a 80 km/h, ma la carica si esauriva dopo circa 70 chilometri. Nel 1988, contemporaneamente alla versione a combustione, venne introdotta anche la Fiat Seicento Elettra, dotata di motore asincrono trifase a corrente alternata da 15 a 30 kW (20-40 CV) di potenza e 120 Nm di coppia, che poteva raggiungere i 100 km/h e garantiva un’autonomia di 90 chilometri. Tra le novità introdotte dalla Seicento Elettra troviamo il doppio clacson: uno classico, l’altro meno accentuato per avvisare i pedoni distratti della propria presenza.
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