Porsche 911. Trackday? No, off-road!
Porsche 911, la vera sportiva per tutti i giorni. Una sportiva per scendere occasionalmente in pista o per farlo ogni weekend con tutte le versioni più track-oriented come l’affilatissima GT3. Gli estimatori della coupé tedesca e del suo leggendario boxer a sei cilindri sono davvero numerosi e d’altronde come poterli biasimare: la 911 è combina da sempre un design senza tempo e una continua evoluzione tecnica che l’ha resa uno dei più importanti punti di riferimento tra le auto sportive. Ma cosa succede quando spunta qualcuno, nella moltitudine degli amanti della 911, non ha più voglia di pensare a buche o a dossi, che si è stufato di correre in pista e al passo alpino preferisce ‘volare’ a tutto gas tra dune di sabbia, rocce e fango? Succede che questo qualcuno s’ingegna, mette mano alla cassetta degli attrezzi e si costruisce la propria 911 su misura, con tutte le peculiarità utili alla guida fuoristrada.
DALLE COMPETIZIONI AL WEB. La rete, negli ultimi due anni, ha visto fiorire svariate trasformazioni di Porsche più o meno recenti in versioni da fuoristrada, anche sulle orme di quella tradizione sportiva che ha visto le vetture di Stoccarda salire sul gradino più alto del podio anche quando la striscia nera di asfalto della pista lascia il posto a sentieri e sterrati. Negli Anni ’60 e per parte dei ’70, infatti, la 911 dominava le classifiche dei rally: vinse addirittura il Montecarlo per tre anni di fila dal 1968 al 1970. E come non pensare alla mitologica 959 con livrea Rothmans che nel 1986 ha trionfato alla Parigi-Dakar con René Metge e Dominique Lemoyne, bissando il successo di due anni prima al volante di una 953? Durante questo bizzarro periodo vacanziero, noi di Veloce abbiamo deciso di tirare le somme di questo trend e presentarvi, dopo opportune peregrinazioni social, le nostre tre 911 off-road preferite ad oggi.
LA BAJA DI RUSSELL BUILT. Questa 911 Baja-ready, che ha spopolato in rete lo scorso anno, è stata realizzata a mano dalla Russell Built, compagnia fondata negli Stati Uniti da T.J. Russell. Lui, ossessionato dall’idea di costruirsi una 911 per gareggiare nella celeberrima Baja — o per vantarsi con gli amici di poterla fare — un bel giorno si è procurato una 964 e l’ha convertita a regola d’arte: più resistente, sicura e sfacciata dell’originale, con la possibilità commerciale di montare parti personalizzate in ottemperanza ai capricci di eventuali clienti. Sotto la leggera carrozzeria — peso complessivo della vettura è di 1270 kg — si trova un flat-6 da 3,8 litri modificato dalla Rothsport Racing capace di sprigionare 365 cavalli e 420 Nm di coppia. Questa Baja 911 è in realtà una vettura all-terrain dal set-up più modaiolo che corsaiolo, con un design davvero stratosferico e un costo che varia — a seconda delle specifiche richieste — dai 380mila ai 650mila dollari. Quindi se dalla vostra villa di Los Angeles amate scendere fino alla Bassa California per guidare sulle veloci piste sabbiose messicane mandate una bella mail al buon Russell.
LA WILLY DI KELLY-MOSS. Alla Kelly-Moss Road and Race, nello stato americano del Wisconsin, si sono specializzati nel costruire versioni molto particolari di Porsche da pista o fuoristrada: la Willy è proprio una di queste ultime, quelle che amano il fango. Pare sia nata per esplorare strade sterrate e zone selvagge degli Stati Uniti, anche se noi ci crediamo poco. La vettura in questione è una 911 Carrera 3.2 del 1983 aggiornata con generosi pneumatici tassellati su cerchi Fuchs, motore portato a 340 cavalli, sospensioni rialzate di 25 cm, sedili Recaro specifici, un robusto roll-bar e un portapacchi ancora più granitico — la vettura ha sostenuto sul suo tetto una GT3 Cup Car senza batter ciglio durante una prova in officina. Volete farvi un safari coi fiocchi e non ne potete più di vecchi Defender o Land Cruiser? Contattate Kelly-Moss, fatevi preparare la vostra Willy, montatevi una tenda sul tetto e sarete pronti per attraversare l’Equatore: hakuna matata.
LA BESTIA DA DESERTO DI AGOSTINO RIZZARDI. In questo tris è forse la meno fashion, ma senz’ombra di dubbio la più efficace quando si tratta di correre — nel vero senso della parola — nelle tappe di 600 chilometri al giorno che si svolgono in pieno Sahara. Agostino è un amante delle ultimissime Porsche raffreddate ad aria e quando — dopo aver partecipato ad una Dakar — ha capito che i deserti africani erano la sua dimensione ideale non ci ha pensato due volte. Ha preso una 964 Carrera 4, l’ha svuotata, ha rinforzato il telaio aggiungendo un roll-bar fatto come Dio comanda, ha sostituito il serbatoio originale con uno grosso il doppio e ha poi condito il tutto con doppio freno a mano, due manopole per il controllo manuale dei differenziali, estintore e compressore. La vettura monta cerchi Evo Corse e le mastodontiche gomme all-terrain sono stesse che hanno montato le Mini tre volte vittoriose alla Dakar; dietro a queste ci sono otto ammortizzatori — due per ruota — con serbatoio dell’olio separato mentre sotto a questa 964 no limits trovate piastre in acciaio inox da otto millimetri per quasi tutta la sua lunghezza. Il motore? È quasi del tutto simile all’originale: potente e affidabile. La vettura — per ora — non è in vendita, ma se siete realmente interessati potete provare a scrivere un messaggio a @countrysideways, Agostino vi risponderà. Volete sorseggiare un tè nel deserto davvero indimenticabile, anni luce lontani da turisti parvenu coi loro quad? Questo è decisamente il mezzo che fa per voi.