
Panoz Esperante GTR-1: folle, yankee, unica
Frank Costin, brillante ingegnere aeronautico, lascia il segno nel mondo delle auto da corsa collaborando con Lotus negli anni ’50, prima di intraprendere progetti per marchi come Marcos, Lister e persino Maserati, disegnando la leggendaria 450 S Coupé Zagato “Monster”. Negli anni ’80, viene coinvolto dai fratelli Thompson nella creazione di un’erede della Lotus 7, la TMC Costin, un progetto ambizioso che però si arena nel 1988 dopo la produzione di appena 50 esemplari. Ma il destino dell’auto cambia quando Daniel Panoz, figlio dell’imprenditore Don Panoz, acquista i diritti del telaio della TMC Costin per dare vita alla Panoz Roadster, trasformandola in una brutale sportiva americana con un poderoso V8 Ford Mustang.
L’ASCESA DELLE GT1. Mentre Panoz getta le basi per il suo impero, il mondo delle competizioni vive una rivoluzione. L’ascesa della categoria GT1 nel 1993, creata per supercar come Jaguar XJ220 e Bugatti EB110, riaccende la passione per le corse endurance, mentre il Campionato BPR, fondato da Ratel, Barth e Peter, permette ai privati di competere con le loro auto sportive. L’ingresso ufficiale delle case automobilistiche eleva il livello della competizione, portando alla nascita della classe GT2 per vetture più accessibili. Tuttavia, con la crescente potenza delle Dodge Viper e l’evoluzione della GT1 verso vetture quasi da prototipo, la FIA interviene nel 1997 con nuove regolamentazioni, segnando un nuovo capitolo nelle corse GT.
NASCE LA ESPERANTE. Nel 1996 Don Panoz entra in contatto con Adrian Reynard, proprietario di uno dei marchi più importanti della serie CART e produttore di telai. Entrambi si accordano per produrre una GT da corsa, una vettura per la classe GT1 del nuovo Mondiale FIA GT che sarebbe iniziato nella metà di aprile dell’anno successivo. In meno di 12 mesi e prendendo ampio spunto dalla Panoz Roadster, Panoz Motor Sport e Reynard Motorsport presentano la risposta americana all’ampia compagine di contendenti: la Panoz Esperante GTR-1. L’epoca dei mostri a motore anteriore (la Mercedes 300 SLR, la Maserati 450 S o la Ferrari 410 S) è finita da quasi quarant’anni ma la prospettiva di progettare una macchina del genere non ha scoraggiato Reynard; anzi: oltre agli appuntamenti del FIA/GT, guarda alla massacrante 24 ore sulla pista della Sarthe. Della macchina da corsa progettata dal team guidato da Nigel Stroud è derivata una versione stradale, necessaria ai fini dell’omologazione sportiva.
DESIGN. Una vettura per la classe GT1 con motore anteriore suona come un progetto folle e anacronistico. Ma laddove l’Europa ha abbracciato la filosofia del propulsore posteriore già alla fine degli Anni ’50 il motorismo americano, che ha sempre vissuto e prosperato grazie a Mustang, Corvette, Camaro e Cobra, è fedelmente ancorato alla regola del “i buoi davanti al carro” (come diceva Enzo Ferrari). L’Esperante GTR-1 è, quindi, la massima espressione di questo concetto. Stupisce, infatti, l’enorme frontale con due gigantesche bocche d’ingresso per l’aria tra i parafanghi e la parte centrale che nasconde airscoop. L’abitacolo è arretrato all’inverosimile per bilanciare i pesi e la coda, massimamente compatta, rinuncia a una gigantesca e sgraziata ala stabilizzatrice in favore di un sinuoso labbro rivolto verso l’alto che preme il posteriore a terra. Sui fianchi si notano i possenti estrattori con grandi ventole che estraggono aria dal vano e convogliano il flusso modellando i grandi passaruota.
TELAIO. Grazie alla avanzata cultura tecnica, la Panoz Esperante GTR-1 si pone come, in pratica, una bestia da circuito con sedili in pelle e targa. Il telaio si compone di una monoscocca in fibra di carbonio con un sub-telaio anteriore che sostiene il motore. Le sospensioni prevedono lo schema a doppi triangoli con gruppo molla-ammortizzatori co-assiali in posizione orizzontale. È inoltre equipaggiata con dischi freno morsi da pinze Brembo a otto pompanti davanti e quattro dietro. La GTR-1 stradale monta cerchi mono-dado da 18 pollici con pneumatici da 18 pollici (i posteriori da 285 mm di battistrada). Secondo le fonti il peso della vettura completa è di circa 900 kg.
MOTORE. È oltremodo stupefacente la scelta di questo layout in un periodo in cui il motore posteriore è la regola. Questo è posizionato fuori dalla monoscocca, davanti al pilota ma dietro l’asse anteriore. Perciò, a tutti gli effetti, l’Esperante è un’auto con “propulsore centrale”. È un tonante 8 cilindri a V Ford di 6 litri di cilindrata preparato dall’esperto ROUSH e capace di 600 cavalli di potenza massima. Questo è abbinato a un cambio meccanico montato sul differenziale (schema Transaxle) in luogo del sequenziale utilizzato sull’auto da corsa.
ABITACOLO. A dispetto delle caratteristiche estreme di meccanica gli interni esibiscono un arredamento lussuoso con rivestimento in Alcantara e sedili a guscio in pelle. Ma l’atmosfera, ça va sans dire, è il non-plus-ultra della “prepotenza sportiva”: gigantesco tunnel centrale con leva del cambio all’altezza dello sguardo, strumentazione in fibra di carbonio con piccolo contagiri inclinato e generale atmosfera claustrofobica
PRODUZIONE. Non sono ufficialmente note le prestazioni di questa suggestiva auto da corsa-stradale. Secondo le fonti la produzione è stata di un solo esemplare ed è sempre rimasto nella proprietà della Casa Madre. Nel 2015, dopo un restauro integrale di ogni sua parte, ha partecipato a eventi internazionali e in quell’occasione è stata messa in vendita ma senza successo.