Paletta a manetta! Le MV Agusta della Polizia
Quella roba delle guardie e dei ladri non è mica un giallo. È da quando dio creò il cavallo che sceriffi e pistoleri si inseguono in sella agli stessi mezzi. Non è un caso che Hollywood ne abbia fatto tanto cinema. E noi di veloce addirittura un bel veloce15. Ultimo capitolo della saga vede protagonista una MV Agusta. Anzi, per la precisione sono quattro Turismo Veloce Lusso SCS quelle che entrano in forza al reparto motociclisti ‘Nibbio’ della Questura di Milano (e che si aggiungono ad altre quattro MV già in dotazione alla polizia meneghina).
ARMA LETALE. Ecco qualche segreto di quest’arsenale: la Turismo Veloce monta il classico tre cilindri MV, 12 valvole di 798 cc. Un mostro da 230km/h: ladro avvisato, reato sventato. Tra gli accessori a disposizione dei poliziotti centauri, il navigatore satellitare Garmin, le manopole riscaldate, il collegamento Bluetooth, cruise control e sensore GPS. Tra i comandi al manubrio, dalla parte sinistra, noterai gli immancabili pulsanti per lampeggianti e sirene. Sotto lo schermo del navigatore invece campeggia la radiomobile (tutta bella scafandrata), mentre nelle borse laterali ci sono ovviamente i ‘ferri’ del mestiere.
LE BUONE CHE FURONO (E NON FURONO). Ecco, ma come sai la MV è giusto l’ultima di una lunga serie di cavalcature delle forze dell’ordine. Inutile che ti citi i Chips, che da bravi poliziotti californiani guidavano… due Kawasaki. Già, in quel periodo le Harley non brillavano per la modernità delle soluzioni tecniche. Da questa parte dell’oceano, invece, sempre per rimanere su miti da salotto, c’era quel ‘vigile’ di Alberto Sordi, guzzizzato come allora lo erano tutte le forze dell’ordine di casa nostra. Al di là della Alpi invece si andava di BMW che, con la serie K, conquistò tutta l’Europa. Mentre da noi, i bavaresi cominciarono a spopolare con l’arrivo della nuova boxer, la R 850 RT ‘carabinieri’. Non tutte le buone, però, videro la luce. Il progetto più noto tra gli inediti è quello firmato Ducati, e chiamato Apollo. Trattasi di una copia rivista e corretta di un’Harley, immaginata proprio per spopolare tra i corpi armati degli Stati Uniti. Il motore, un quattro cilindri inventato dall’immancabile Taglioni (ti intriga la figura di questo visionario romagnolo? Vola qui…), in realtà è un doppio bicilindrico a L, cilindrata complessiva 1257 cc. Siamo nel 1964 e purtroppo quest’esperimento rimarrà solo un (bel) prototipo.