#museumpills: parliamo di volante
Il terzo approfondimento del Mercedes Museum è dedicato al volante. C’è praticamente da sempre e negli ultimi trent’anni la sua evoluzione costante ha aggiunto infinite funzioni alla sua principale ovvero ‘dire’ alla nostra vettura in quale direzione andare.
UN ANELLO DI LEGNO RIVOLUZIONARIO. Nel 1894, in occasione della Parigi-Rouen — che ricordiamo essere la prima competizione per quattro ruote motorizzate della storia — l’ingegnere francese Alfred Vacheron decise di equipaggiare la sua Panhard & Levassor motorizzata Daimler con il primo volante della storia. Consisteva in un anello di legno su cui il conducente appoggia le mani, direttamente collegato al piantone dello sterzo: un principio molto semplice che, sostanzialmente, viene utilizzato ancora oggi. Rispetto alle leve di controllo utilizzate fino a quel momento, il volante consentiva di ‘timonare’ il veicolo in maniera molto più accurata e, al tempo stesso, di poter raggiungere velocità più elevate. Prima di questa semplice soluzione, che venne poi adottata universalmente con l’arrivo del nuovo secolo, se n’erano viste di varie ed eventuali. Nel 1886, sulla sua Patent Motor Car a tre ruote, Carl Benz aveva installato una manovella che permetteva di ruotare una barra verticale collegata al cerchio anteriore; sempre nello stesso anno, Gottlieb Daimler equipaggiò invece il suo quadriciclo motorizzato con uno strumento molto simile in cui la manovella era però sostituita da una specie di ‘croce’ — antesignana del volante che sarebbe arrivato di lì a poco.
IN COSTANTE EVOLUZIONE. Le dimensioni dei volanti, un tempo, andavano di pari passo con quelle del veicolo che equipaggiavano: camion o bus necessitavano di volanti molto grossi affinché fosse generato il leveraggio necessario a sterzare le ruote. Un bel giorno arrivò il servosterzo e questo problema fu risolto per sempre; la prima vettura di serie ad esserne dotata fu la Mercedes-Benz 300 del 1958. Non dimentichiamoci poi dell’ergonomia: il primo volante era esattamente perpendicolare alla sede stradale, ma già con la Daimler Phoenix del 1900 e con l’innovativa Mercedes 35 HP del 1901 il piantone dello sterzo aveva assunto una posizione molto più inclinata rispetto al guidatore, rendendo la guida ancora più semplice, sicura e soprattutto intuitiva. Sui modelli Mercedes-Simplex, dal 1902 in avanti, al volante vennero subito aggiunte alcune leve che agivano sul funzionamento del propulsore — modificando tempo d’iniezione o composizione della miscela. Negli Anni ’20 ai volanti furono aggiunti i primi avvisatori acustici, che consentivano di avvisare pedoni e altri veicoli del proprio imminente passaggio. Dal 1959, sui modelli della serie W111, il centro del volante fu provvisto di una superficie morbida in grado di ridurre i rischi in caso di impatto frontale; nel 1967 arrivò il piantone collassabile e nel 1981 il primissimo airbag.
DOMANI. Oggi il volante è un vero e proprio centro di comando: computer di bordo, comandi vocali, audio e multimedia, mappature del motore, accensione/spegnimento e via dicendo. Recentemente, Mercedes-Benz ha introdotto un volante capacitivo completamente digitalizzato, in grado di rilevare la presenza delle mani utilizzando una striscia sensore a due zone posizionata sul bordo. Grazie a questa soluzione non occorre effettuare alcun movimento sullo sterzo per ‘dire’ ai sistemi ADAS che la situazione è sotto controllo. Nel 1996, sulla concept F 200, la Casa di Stoccarda aveva immaginato di sostituire il volante con una specie di joystick. Il sistema funzionava alla perfezione, ma — fortunatamente, secondo noi di Veloce— non venne mai adottato. Almeno fino a quando, in un (più o meno) prossimo futuro le vetture a guida autonoma non avranno neanche più bisogno del volante…