Museo Porsche: pellegrinaggio d’obbligo per gli appassionati
QUARTIERE DEDICATO. L’indirizzo non dà adito a dubbi: Porscheplatz 5, Zuffenhausen. Se lo digitate sul navigatore, difficilmente vostra moglie penserà che la stiate portando in una gioielleria. Anche SE in questo modernissimo stabile, edificato nel 2009, di gioielli ne sono ospitati parecchi. Ma potete anche non impostare il “navi” e arrivarci attraverso il percorso che abbiamo seguito con il “nostro” VW Grand California: autostrada A81 e poi strada principale B10. Il museo è anticipato, sul lato destro della strada, la Schwieberdingenstrasse, dagli stabilimenti Porsche: le scritte Werk 1, 2, 5 fanno già sognare chi mastica di Porsche da un pezzo. E appena prima del museo c’è la concessionaria ufficiale Porsche Zentrum Stuttgart, caso mai si desiderasse ordinare qualcosa di unico. Dal confine italo-svizzero di Como-Chiasso sono circa 500 chilometri, via Gottardo-Konstanz o via San Bernardino-Ulm. Autostrade, quelle tedesche di questa zona, panoramiche ma molto trafficate, che non lasciano molte possibilità di sfruttare l’assenza dei limiti di velocità (peraltro solo in alcuni tratti).
BIANCO SU BIANCO. Candido l’aspetto esterno della palazzina, che ospita anche uffici e archivio storico, candido l’arredo interno, con muri e superfici bianche ovunque. Lo shop è già una grossa tentazione per gli appassionati: libri, modellini, poster, cartoline e poi capi d’abbigliamento, accessori personalizzati. Ci sono anche una caffetteria e un ristorante (“Bistrot Boxenstopp”), perché il luogo è anche un punto di ritrovo e di incontro per chi vive e lavora nella zona. L’esposizione comprende solitamente un centinaio di vetture. Si sviluppa su due piani, collegati da rampe e scale mobili, ma è possibile farne a meno seguendo alla lettera il percorso di visita consigliato, che sfrutta la leggera pendenza delle zone espositive e rispetta un preciso ordine cronologico, interrotto qua e là da “angoli tematici”. Di fatto, dall’ingresso si sale con la scala mobile al primo piano e da qui si entra nel sogno a occhi aperti.
FERDINAND PRIMA DELLA PORSCHE. La Egger Lohner Porsche dà il benvenuto agli ospiti nella zona dedicata agli albori della Casa di Zuffenhausen e ai progetti dell’ing. Ferdinand Porsche per Volkswagen (si trova qua uno dei primi Maggiolini), Auto Union e Cisitalia. Poi si passa alle prime vetture 100% Porsche, tra cui la numero 1 del 1948, che prefigura le 356. Delle coupé e cabriolet col motore Volkswagen di 1,1 litri potenziato troviamo svariati esemplari, che descrivono l’evoluzione del modello, compresa ovviamente la Speedster.
SPAZIO ALLE CORSE. Dalla 356 alla 911 il passo è breve. A introdurre il visitatore nell’era moderna della Casa di Zuffenhausen è uno dei primi esemplari a passo corto, di colore rosso. Ma in zona, nell’area espositiva più centrale, ci sono anche la 904 Carrera GTS e una 910 protagonista negli anni ’60 delle gare in salita del Campionato Europeo della Montagna. Complice la longevità del modello, la 911 è onnipresente nel museo. Degni di maggior attenzione, a nostro avviso, sono gli esemplari da competizione della squadra ufficiale, che solo qui si possono vedere (salvo eventuali attività in esterno, visto che alcuni modelli vengono utilizzati nelle manifestazioni per auto storiche e da collezione). Come la bianca 911 SC nella livrea Martini Racing del Safari Rally del 1978 e l’argentea 911 Carrera RSR Turbo impiegata nel 1974 nel Campionato Mondiale Marche.
IL CAPITOLO TRANSAXLE. È molto interessante anche la presenza delle “transaxle”, cioé delle Porsche con motore anteriore e cambio e trazione posteriori: un’epopea avviata con la 924 e proseguita con le 928, 944 e 968. Della famiglia 924 è presente la Carrera GTS da rally pilotata nel Campionato Tedesco Rally del 1981 da Walter Röhrl, che oggi è brand ambassador di Porsche e solo fino a pochi anni collaudava tutti i nuovi modelli, con particolare riguardo a quelli più sportivi.
APPUNTAMENTO A LE MANS. E già che siamo in tema di motorsport, ecco le tante 917, 935, 936, 956 e 962 che hanno spopolato a Le Mans e nelle altre gare di durata più celebri fino all’arrivo della 919 Hybrid, tre volte vincitrice nella 24 ore più celebre del mondo nel decennio scorso. Guardarla da vicino è impressionante, tanto è angusto l’abitacolo chiuso. Pensare di correrci a 340 km/h per ore e ore, in ogni condizioni atmosferica e di luce, ha qualcosa di sovrannaturale. Non potevano mancare le 911 della Porsche Supercup (e delle Carrera Cup nazionali), il campionato monomarca più antico della storia, ancora oggi disputato con le GT3 R dell’ultima generazione. Compaiono anche la 911 GT1 che ha corso a Le Mans nel 1996 e la GT1 Evo impiegata l’anno seguente nel Mondiale FIA GT. E per testimoniare l’attività in Formula 1, c’è la McLaren MP4 motorizzata TAG Porsche, tre volte iridata tra il 1984 e il 1986 con Lauda e due volte con Prost.
TRATTORI E “GAZZELLE”. Tra le visioni inattese ci si imbatte nel trattore Porsche Super Diesel e in una 911 coupé bianco-verde con le insegne della polizia tedesca: non tutti sanno, forse, che la Porsche fornisce ancora oggi vetture ai corpi di polizia di alcuni Paesi dell’Europa centrale e settentrionale. È una collaborazione iniziata addirittura con le 356, che venivano richieste anche con carrozzeria cabriolet. Ma anche alcune 911 Targa sono state fornite alla polizia olandese.
SPAZIO ANCHE ALLE MODERNE. Il piano superiore del museo è dedicato alle Porsche del terzo millennio: una ispirazione utile per chi fosse alla ricerca di una nuova supercar o di una “youngtimer” di assoluto pregio. Ma nel complesso, a nostro avviso, questa sezione non scatena gli ormoni Porsche quanto le precedenti. Sono interessanti anche le teche che espongono documenti dell’archivio storico, mentre chi ha la benzina da 100 ottani nel sangue può scatenarsi al simulatore e mettere alla prova le proprie capacità di guida, almeno alla consolle.
MUSEO IN MOVIMENTO. Il Porsche Museum è una struttura “viva”, perché alcune vetture vengono immesse e altre tolte dall’esposizione in determinati periodi, perché sono impegnate in attività “dinamiche” all’esterno, come i Festival Porsche, o perché vengono organizzate esposizioni tematiche, come quella appena inaugurata e dedicata alle 911 RS.
UN’OCCHIATA IN OFFICINA. E al guardaroba, al momento di riprendere la giacca, scoprirete l’officina del Porsche Museum, educatamente inaccessibile ma visibile attraverso le ampie vetrate. Qui sono ordinatamente raccolte le vetture del museo non in esposizione e quelle in fase di manutenzione o restauro: una circostanza non così infrequente, tenuto conto delle continue acquisizioni per la collezione, che comprende circa 700 vetture, di cui circa 200 da competizione. Ecco, forse è proprio quella parete di vetro che attizza gli animi e i cuori degli appassionati più autentici della Casa di Zuffenhausen, quartiere a nord-ovest di Stoccarda.
Porsche Museum
Porscheplatz 5
D-70435 Zuffenhausen
Orario di apertura: dal martedì a domenica, dalle 9 alle 18
Biglietti: 10 euro; 5 euro per studenti, pensionati e membri dei club Porsche; ingresso gratuito per ragazzi sotto i 14 anni
Sito internet: www.porsche.com/international/aboutporsche/porschemuseum/