Museo Nicolis, 12 prime volte: Fiat 508 Balilla
La Balilla è stata la prima vettura di massa ad essere prodotta in Italia. Fiat rese omaggio al regime fascista chiamando Balilla il modello 508. Era il nome dato ai ragazzini italiani che nel pensiero mussoliniano avrebbero dovuto mostrare il coraggio di Giambattista Perasso, detto Balilla, il fanciullo che si ribellò all’invasione francese di Genova. La 508, la vettura più popolare proposta dalla Casa di Torino, debuttò nel 1932 al Salone dell’Automobile di Milano. Venduta al prezzo straordinario di 10.800 lire, diventò subito l’auto dell’immaginario collettivo: economica, piccola ma comoda e di universale impiego. Dotata di un cambio a tre marce, era offerta con diversi tipi di carrozzeria (berlina due porte, torpedo, spider, camioncino — con cassone in legno — e furgoncino — con cassone in metallo); le prime consegne vennero effettuate il 15 luglio 1932. Nei primi cinque anni di produzione se ne produssero ben 112mila unità.
FINO A 80 ALL’ORA. La prima 508 montava anteriormente il motore Fiat 108, un quattro cilindri in linea a valvole laterali da 995 cc di cilindrata, capace di sviluppare circa 20 cavalli a 3500 giri, accoppiato ad un cambio a tre marce non sincronizzate, che spingeva la versione berlina quattro posti due porte a circa 80 km/h. La trazione è posteriore, Il telaio è a longheroni e traverse con rinforzo centrale a X, i freni sono a tamburo su tutte e quattro le ruote con l’innovativo – per l’epoca – comando idraulico, le sospensioni sono ad assale rigido davanti e dietro con molle a balestra e ammortizzatori idraulici e il serbatoio ‘a barilotto’ a caduta è situato sotto al cofano.
GLI EXTRA. La berlina a due porte, come quella esposta al Museo Nicolis, era dotata di quattro confortevoli posti con interni in panno, verniciatura brillante, larghe portiere con cristalli scendenti a manovella, tappeto di gomma, tergicristallo elettrico e specchio retrovisore. Con un supplemento di prezzo, poi, la vettura veniva realizzata con finiture di lusso: si potevano scegliere il panno speciale, i fari cromati, la maglieria e i paraurti cromati. E non finiva qui: era disponibili anche altri extra come il fanalino posteriore d’arresto, l’orologio, il portacenere, il baule posteriore, una seconda ruota di scorta, le ruote a raggi e gli interni in pelle. La Fiat Balilla è inoltre nota al pubblico per la sua apparizione in versione torpedo nel film premio Oscar ‘La vita è bella’ di Roberto Benigni.