Museo Nicolis, 12 prime volte: DeLorean DMC-12
John Z. DeLorean è stata una delle più controverse figure del mondo automobilistico fra gli anni Sessanta e Ottanta. Giovane dirigente della General Motors a Detroit, coltivava da sempre il sogno di costruire una vettura che portasse il suo nome e un bel giorno il suo sogno divenne realtà. Infatti dopo avere costituito in America nel 1975 la DeLorean Motor Company (DMC), costruì in Irlanda del Nord, grazie a robusti finanziamenti del governo inglese, la fabbrica di automobili dalla quale nel 1981 uscì la DMC-12, prima e ultima vettura del brand DeLorean. Il sogno, purtroppo, svanì presto: nel 1982 – come vi avevamo raccontato qui, in una degli episodi di Car Noir – sopraffatto dalle difficoltà e dai debiti accumulati, l’imprenditore fu addirittura incarcerato con pesanti accuse. Alla progettazione del telaio aveva contribuito anche Colin Chapman, patron della Lotus; la carrozzeria invece, costruita interamente in acciaio satinato con l’apertura delle porte ad ali di gabbiano porta la firma di Giorgetto Giugiaro.
IN ACCIAIO INOX. La DMC-12 era mossa da un motore V6 PRV — sviluppato in sinergia da Peugeot, Renault e Volvo — capace di erogare 130 cavalli a 5500 giri. Era interamente realizzata in acciaio inossidabile AISI 304 non verniciato e riprendeva, nello stile e nella filosofia dei volumi ma soprattutto nella scelta dell’acciaio inox come materiale, i concetti base espressi dall’Alfa Romeo Iguana del 1969. Escluse tre auto interamente ricoperte in oro zecchino, tutte le DMC-12 uscirono di fabbrica non coperte da vernice o altri rivestimenti. Le pesanti porte ad ala di gabbiano meriterebbero un articolo a parte. Per farla breve, l’ovvio problema del loro corretto sostegno rispetto al resto della carrozzeria fu risolto dalla DeLorean con l’uso di barre di torsione brevettate pretensionate criogenicamente e con l’ausilio di più tradizionali molle a gas; questo sistema infatti evitava l’insorgere di problemi come si ebbero sulle celeberrime Mercedes-Benz 300SL Gullwing o sulle poco fortunate Bricklin SV-1.
UNA LEGGENDA (CON I SUOI DIFETTI). Nonostante le prestazioni non fossero esaltanti e le problematiche a bordo molteplici, la vettura è diventata celebre in tutto il mondo — e nella storia dell’automobilismo — per la sua apparizione in Ritorno al futuro, trilogia cinematografica diretta da Robert Zemeckis tra il 1985 e il 1990, nella quale viene usata da Marty McFly e dal dottor Emmett ‘Doc’ Brown per viaggiare nel tempo. Un ottimo motivo per entrare a far parte della collezione senza tempo del Museo Nicolis, no? A noi di Veloce sembra proprio di si.