Mitsubishi Pajero: per l’off-road, quello vero
Poco tempo fa abbiamo tessuto le lodi della mitica Land Cruiser, l’inarrestabile Toyota che dice la sua da oltre settant’anni. Quest’ultimo è entrato a far parte della storia automotive in virtù delle proprie doti fuoristradistiche, così come ha fatto il suo acerrimo rivale che, nonostante risulti avere trent’anni in meno all’anagrafe, s’è ritagliato il suo spazio nella categoria ‘carri armati nipponici’. Chi ha viaggiato nei deserti africani o mediorientali lo sa bene: la vettura preferita per chi deve cimentarsi con sabbie e pietraie è la Mitsubishi Pajero. Icona del mondo a quattro ruote motrici, sfoggia un palmares sportivo di livello, tra cui spiccano dodici Dakar vinte — negli allestimenti speciali Evoluzione — tra il 1985 e il 2007. Il suo nome deriva dal leopardus pajeros o gatto delle Pampas; nell’America Latina e nei paesi di lingua spagnola, viene venduto con il nome di Montero. Il motivo è presto detto: in Argentina il verbo pajar, significa ‘mettere il colpo in canna’ quando si ha una pistola in mano, divenendo volgarmente metafora della masturbazione maschile. La storia della Mitsubishi Pajero è molto lineare e si declina su quattro generazioni. Ripercorriamola insieme.
PRIMA SERIE. I primi prototipi vengono svelati nel 1973 e nel 1978, ma è solo nel 1981 che la vettura fa il suo esordio ufficiale al Salone di Tokyo. Nel 1982 il lancio sul mercato: ha tre porte, un tetto in metallo o in tela, un comportamento su asfalto efficace quasi quanto quello in fuoristrada e motori a quattro o sei cilindri spaziano tra i due e i tre litri. In Italia è disponibile a partire da gennaio 1983 con il motore 2.3 TD, successivamente rimpiazzato dal turbodiesel da 2,5 litri. Sempre nel 1983 il Pajero debutta nelle competizioni, in coincidenza con l’arrivo in listino della variante cinque porte a passo lungo – capace di accogliere fino a sette persone – mentre nel 1984 arrivano propulsori più potenti. Il Pajero prima serie ha il telaio a longheroni e traverse con carrozzeria imbullonata al telaio, trazione posteriore con quella anteriore inseribile, differenziale posteriore autobloccante e riduttore a due rapporti. Le sospensioni sono a ponte rigido con balestre al retrotreno e indipendenti a barre di torsione all’avantreno – che nel 1989 diventano a molloni elicoidali. Lo stesso anno viene introdotto l’intercooler sulla versione 2.5 Turbodiesel e quella a benzina passa dal 2,6 al tre litri V6. Questa prima generazione tornerà nei nostri listini dal 1998 al 2002, quando sarà venduta con il marchio Hyundai e il nome Galloper.
SECONDA SERIE. La seconda generazione, prodotta dal 1991 al 1999, è disponibile in tre carrozzerie: 3 porte Metal o Canvas Top e 5 porte Wagon, caratterizzata da un esterno completamente nuovo con dimensioni leggermente aumentate rispetto alla prima serie ed interni completamente ridisegnati. Le motorizzazioni disponibili sono: 2.5 e 2.8 Turbodiesel con intercooler, 2.4 benzina, 3.0 e 3.5 V6 sempre a benzina. Il cambio resta sempre a scelta tra manuale a cinque marce e automatico a quattro, ma il sistema di trasmissione viene rivoluzionato introducendo l’avanzatissimo Super Select 4WD che permette di passare dalle due alle quattro ruote motrici – anche in movimento – con la sola azione di una leva vicino al cambio. La Pajero viene venduta con l’ABS di serie nella versione GLS e, nei modelli più accessoriati, con sospensioni regolabili elettricamente. Verso la fine del 1997 il momento è propizio per un grosso restyling della carrozzeria e per qualche modifica agli interni. Arriva sul mercato anche il motore 3.5 V6 benzina con iniezione diretta GDI da 245 cavalli. Nello stesso periodo viene introdotta la versione Evolution, derivata direttamente dalla versione da gara con 275 cavalli e sospensioni indipendenti al posteriore. Ne furono prodotti circa 2500 esemplari.
TERZA SERIE. Prodotta dal 1999 al 2006, è disponibile in tre carrozzerie: 3 porte, Metal Top e 5 porte Wagon. La lunghezza del modello base viene ulteriormente aumentata, arrivando a toccare i 480 cm per la versione più lunga. La scelta dei propulsori oscilla tra il 2.5 Turbodiesel con intercooler, 3.2 DI-D diesel e 3.5 GDI benzina, ma è il 3.2 ad avere più successo, con distribuzione a 16 valvole, iniezione diretta e 160 cavalli. Il sistema di trasmissione, chiamato SS4-II, deriva dal Super Select 4WD, migliorandolo in termini di efficacia. I motori sono accoppiati ad un cambio manuale a cinque marce o automatico con funzione sequenziale sempre a cinque marce. Con il 2003 il Pajero beneficia di una serie di ritocchi estetici e s’arricchisce di diversi sistemi elettronici per il controllo della trazione.
QUARTA SERIE. Tutt’oggi in produzione, la quarte generazione subentra alla precedente negli ultimi mesi del 2006. È disponibile in due carrozzerie: tre porte Metal Top e cinque porte Wagon. Il motore 3.2 DI-D riceve un aggiornamento e diventa Common-rail — 170 cavalli per la versione con cambio automatico e 160 per quella manuale. Esternamente si distingue dalla terza serie nel frontale, nella parte posteriore e qualche altro particolare. Gli interni sono completamente nuovi ed è disponibile un sistema audio di alto livello. Le modifiche maggiori hanno interessato la scocca, che è stata rinforzata, i motori, ora più brillanti e i sistemi di controllo della trazione. Nel 2010 il motore 3.2 DI-D è ulteriormente potenziato e raggiunge quota 200 cavalli. Il modello viene sostanzialmente migliorato ogni anno, con piccole aggiunte interne ed esterne che ne migliorano la funzionalità. La motorizzazione top di gamma è un 3,8 litri V6 a benzina da 249 cavalli. Nel 2019 Mitsubishi comunica che in Giappone e in Europa il Pajero cesserà di essere venduto – presentando nel mercato locale una Final Edition a tiratura limitata – a causa delle normative Euro 6D-Temp, ma che continuerà ad essere prodotto ed esportato nel resto del mondo.