Milano Autoclassica, BMW M da batticuore

“Qualsiasi lettera, purché sia una M”. Andrea Neri, presidente del BMW Auto Club Italia, è un vero bimmer: così, prima in America e poi in tutto il mondo, hanno iniziato a farsi chiamare gli appassionati della casa bavarese. Per fare colpo sui visitatori di Milano Autoclassica, il club di marca ufficiale italiano quest’anno ha puntato tutto sui modelli ad alte prestazioni, schierando accanto a una moderna M8 Competition tre coupé vintage griffate BMW M.

ALLE ORIGINI DEL MITO. Si parte, in rigoroso ordine cronologico, da un’aggressivissima M3 E30 grigia del 1986. Il modello di prima generazione è “la prima BMW realmente M”, precisa Neri. Per i fan più sfegatati non serve perdersi in troppe spiegazioni, ma ai lettori meno esperti può essere utile qualche cenno del perché con quest’auto, nella seconda metà degli Anni ’80, la BMW ha ridefinito il concetto di vettura prestazionale. “Parliamo di una macchina che con Nicola Ravaglia ha vinto per il Campionato del mondo turismo nel 1987, dominando con altri piloti di valore anche nelle edizioni italiana, tedesca e inglese fino all’alba degli anni ’90 – spiega il numero uno del BMW Auto Club Italia -. Con la M3 è nato un mito. È un’auto che ha scritto un pezzo importante della storia sportiva della BMW e per questo oggi è amatissima e ricercatissima dai collezionisti”. 

NEXT LEVEL. Con il passaggio di testimone dalla E30 alla E36 la Serie 3 ad alte prestazioni si è affinata, guadagnando due cilindri (sei al posto di quattro) e un comportamento stradale forse un po’ meno brutale, ma senza dubbio più efficace nella guida veloce. “Ragionando di pancia, per le sensazioni che regala sceglierei una E30, ma il cuore mi ha portato senza esitazioni sulla E36”, rivela Giacomo Strafella, giovane socio del club che lo scorso anno si è regalato una fiammante M3 del 1996 color blu Estoril. A Milano Autoclassica la sua bella coupé ruba sguardi e flash e il perché è presto detto: è conservata così bene da sembrare appena uscita dalla fabbrica e pare che, di questo colore, in Germania ne circolino non più di una decina. “L’ho acquistata da un ex designer della divisione BMW Motorsport dopo sette mesi di trattative”, racconta Giacomo, il cui amore per la Serie 3 E36 ha origini lontane: “Avevo più o meno otto anni e all’epoca con mio padre nei lunghi viaggi estivi da Milano a Lecce giocavo a riconoscere le macchine nel traffico. Il nostro vicino di casa aveva una E36 e ogni volta che la vedevo me ne innamoravo un po’ di più. È il modello che mi ha fatto capire quali macchine mi sarebbero piaciute da grande”. Segni particolari? “È full optional – spiega Giacomo -: ha il computer di bordo OBC a 18 tasti, il cruise control e i sedili sportivi Vader in pelle riscaldati”. Ma la vera chicca si nasconde sotto il cofano: il meccanismo di variazione della fase della distribuzione del motore 6 cilindri d 3,2 litri e 321 cavalli è marchiato Rolls-Royce. Un tocco di nobiltà in un nobile motore.

ISTANT CLASSIC. Se è praticamente impossibile rimanere indifferenti di fronte a una ‘normale’ BMW Z3 Coupé, l’effetto-wow generato dalla versione M è ancora maggiore. Il modello color argento metallizzato esposto a Milano Autoclassica sul palco del BMW Auto Club Italia è del 1998. All’effetto go-kart assicurato dal pianale a passo corto e dalla gomme larghe si unisce tutta la potenza dello stesso sei cilindri in linea montato sulla seconda versione della M3 E36. “Su un’auto così leggera e compatta 321 CV sono un’enormità – spiega il presidente Neri -. Era e rimane un’auto per piloti veri. Più che guidata, va domata. Con tutte le emozioni del caso”.