#miataweekveloce: MX-5 NC, un po’ Miata, un po’ RX-8
È la roadster del Sol Levante per antonomasia. È leggera, ben equilibrata, unisce alla tradizione delle spider inglesi ed italiane degli Anni ’60 col mitologico saper fare nipponico. Della genesi della Mazda MX-5 e del giornalista americano Bob Hall, colui che la concepì alla fine degli anni Settanta, avevamo parlato qui. Ora è arrivato il momento di ripercorrere tutte le fasi della sua evoluzione: quattro puntate, una per generazione, dalla prima del 1989 a quella attualmente in commercio. Capiamo meglio com’è cambiato questo piccolo grande mito dell’automobilismo nei suoi trenta e più anni di successo da record. Si, perché la MX-5 o Miata o Eunos Roadster o semplicemente Roadster — chiamatela come vi pare — è presente dal 2016 nel Guinness World Record alla voce ‘sportiva a due posti più venduta del mondo‘ con oltre un milione di unità consegnate.
TERZA SERIE NC (2005-2015). È la sigla NC a contraddistinguere la terza generazione di MX-5, in vendita dalla seconda metà del 2005. Cos’ha in comune con le precedenti versioni? Solo gli indicatori di direzione, perché carrozzeria e telaio sono completamente nuovi. S’apprezza a livello stilistico la notevole influenza della RX-8 coupé con cui la piccola Roadster condivide parte del telaio e delle sospensioni. L’incremento di peso rispetto alla vecchia serie viene limitato a soli 50 kg.
DUE MOTORI, TRE TRASMISSIONI. La nuova MX-5 è una due posti/capelli al vento dalla linea filante e muscolosa – disegnata da Moray Callum – dove non mancano rievocazioni della capostipite NA, soprattutto nella zona posteriore. Gli interni vengono però criticati, specie nelle versioni base: le plastiche sono di qualità inferiore se paragonate alla seconda serie, si graffiano facilmente e sono – pare – assemblate in modo meno curato. Per quanto riguarda le motorizzazioni, in Europa, si può scegliere tra il duemila MZR LF-VE da 160 cavalli con cambio manuale a sei rapporti o il nuovo 1,8 litri MZR L8-VE da 126 cavalli accoppiato ad un manuale a cinque marce. Sul mercato americano è disponibile anche la versione automatica a sei rapporti con paddle shift al volante. Alla fine del 2006 entra in listino, affiancandosi alla versione con capote in tela, la MX-5 Roadster Coupé dotata di tetto rigido in vetroresina a scomparsa.
L’EVOLUZIONE. Della terza serie ci sono tre differenti versioni: la prima è la NC1 (2005-2008), poi arriva la NC2 ‘facelift’ (2008-2013) ed infine la terza – la NC3 – che è un vero e proprio ‘model update’ (2013-2015). Le modifiche estetiche più sostanziali si notano nel passaggio tra la prima e la seconda serie: griglia del radiatore, proiettori anteriori e fendinebbia, minigonne, paraurti posteriore, fari posteriori, alcuni particolari cromati nella carrozzeria, nuova grafica del cruscotto; dalla seconda alla terza, invece, cambiano principalmente paraurti e spoiler anteriore, vengono introdotti nuovi cerchi in lega da 17”, arriva una mappatura della centralina più performante, l’impianto frenante viene rimodulato e il cofano anteriore diventa ‘attivo’ in caso di impatto frontale.
LE SPECIALI. Tra le numerose serie limitate, molte delle quali mai arrivate in Italia se non per vie traverse, ricordiamo quelle più degne di lode: la MS-R Package del 2007, la Special Edition e la Niseko del 2008, la 20th Anniversary del 2010, la Black Tuned del 2011, la Jota MX-5 GT del 2014 e la 25th Anniversary del 2015.
Tutto sulle quattro versioni di Mazda MX-5