Mezzo secolo di Volvo 240. Buon compleanno!
Nata come aggiornamento della Serie 140, primo modello “moderno” della Volvo, le 242-244-245 prodotte dal 1974 per quasi vent’anni fino all’uscita dal listino delle 240 Polar hanno fatto la storia del costruttore scandinavo, imponendosi come icona della versatilità e della sicurezza. Ed è proprio a partire dalla volontà di costruire l’auto più sicura della sua epoca che inizia la storia della serie 240, attraverso la concept-car VESC del 1972, caratterizzata dal taglio obliquo del frontale dovuto a ragioni aerodinamiche ma soprattutto pensato per limitare i danni a pedoni e ciclisti nel caso di incidente.
MEMORABILI, QUELLE POLAR. A noi, in Italia, è rimasto soprattutto il ricordo delle leggendarie 240 Polar e Super Polar, evoluzione finale della station wagon 245, di cui sono sopravvisuti molti esemplari, certamente più delle berline a 4 e 2 porte, con queste ultime quasi sconosciute nella Penisola. Una carriera lunga vent’anni durante la quale la giardinetta di Goteborg ha saputo trasformare le station wagon da semplici “muli da soma”, impiegati soprattutto per lavoro da arrtigiani e piccoli commercianti, in un riferimento assoluto per un pubblico snob, amante del lusso non ostentato, complice anche una comunicazione molto mirata, nella quale la 245 (e la sorella maggiore a 6 cilindri 265) era raffigurata in località alla moda, piena di bambini biondi e cani di razza, o su campi da polo o sui green dei più prestigiosi campi da golf, vicino a coppie giovani e chiaramente benestanti.
MOLTO PIÙ DI UN RESTYLING DELLE 140. Utilizzando il pianale e l’intero terzo posteriore della carrozzeria della Serie 140, presero vita, con due diversi frontali, le Serie 240 e 260. Le prime erano caratterizzate dalla calandra in plastica nera e fari circolari incassati, le seconde una mascherina cromata in rilievo (che seguiva l’andamento del cofano motore) e grandi fari rettangolari. Anche gli interni, più eleganti e meglio rifiniti sulle 264 e 265, più semplici e pratici sulle 242-244-245, erano ripresi dalle 142-144-145 del 1974. Molte parti della scocca erano a deformazione controllata, i freni a 4 dischi con due circuiti separati (ciascuno comprendeva entrambe le ruote anteriori, e una di quelle posteriori, alternate), il piantone dello sterzo era collassabile e massicce barre tubolari antintrusione erano incassate nelle portiere. La Serie 200 adottava sospensioni anteriori a ruote indipendenti con geometria McPherson, per liberare più spazio intorno al vano motore, mentre le sospensioni posteriori rappresentavano una versione modificata di quelle montate sulla Serie 140. Lo sterzo poi venne migliorato con l’introduzione di un sistema a pignone e cremagliera e con servosterzo di serie su alcuni modelli.
MOTORI TRANQUILLI PER TUTTE LE ESIGENZE. Le Volvo della serie 240 erano dotate di un motore 4 cilindri evoluto rispetto all’unità motrice delle 142-144-145, da circa 2 litri di cilindrata: 1986 cc e 2127 cc per la precisione. La prima, disponibile con potenze di 97 CV (alimentazione a caburatore) e 123 CV (iniezione), era riservata all’allestimento più semplice, L, e a tutte le versioni in vendita sul mercato italiano, come le DL, le GL e le GLE (quest’ultima con alimentazione a iniezione). Non venne mai importata in Italia la 242, ossia la berlina a 2 porte, che invece ebbe un certo seguito a inizio carriera sui mercati nordeuropei e nordamericani. La station wagon 245 riscosse un grande successo, non solo in Italia ma anche nel resto del mondo, grazie all’enorme vano di carico, da oltre 2 metri cubi di capacità con i sedili posteriori abbattuti.
UN BAULE FUORI DAL COMUNE. Nel vano bagagli poteva essere inoltre installato un divanetto biposto in posizione contromarcia, ideale per bambini e per persone di bassa statura, così da aumentare l’abitabilità a 7 posti; i due posti in terza fila erano equipaggiati con cinture a 3 punti e la struttura rinforzata del pianale consentiva di proteggere gli occupanti in caso di tamponamento. Ci sono state anche le diesel a listino: 2 litri a 5 cilindri e 2,4 litri a 6 cilindri. E una versione autocarro, la 245 Delivery Van a 2 posti. La Serie 240 conobbe una serie di aggiornamenti nel corso degli anni e dal model-year 1981 perse i caratteristici paraurti in gomma, avviandosi alla seconda parte della sua carriera commerciale con un look un po’ più snello ma meno personale. A fine carriera alcune serie speciali superequipaggiate, come le Polar e Superpolar ben note in Italia, e come le Torslanda, hanno addirittura accentuato il rapporto prezzo-contenuti.