Mercedes C140, inno a un lusso d’altri tempi
Sono passati trent’anni, tantissimi, quasi un’eternità se misurati con il ritmo frenetico a cui è cambiata l’automobile e, con essa, la sua percezione collettiva. Eppure, osservandola, non serve avere un occhio esperto per collocarla fuori dal tempo. Magari parcheggiata di fronte all’ingresso principale di un grand hotel, oppure accanto a un jet privato, su una pista d’atterraggio.
CLASSE INNATA. Era il freddo gennaio del 1992 quando la Mercedes alzò il velo sull’erede della mitica SEC, l’elegante coupé disegnata sotto la supervisione di Bruno Sacco e amatissima dalla jet society degli Anni ’80. Palcoscenico, in un pullulare di novità locali, tra cui l’americanissima Jeep Grand Cherokee, il salone di Detroit. Non è difficile immaginare quale dovette essere la reazione dei visitatori, ancora imbacuccati con cappotto, sciarpa e cappello, di fronte allo stand della stella a tre punte. Cinque metri abbondanti di pura eleganza e potenza germanica e una classe innata, un po’ come quella di certe donne che sanno essere incredibilmente chic anche indossando gli abiti più semplici.
FASCINO DISCRETO. Sono trascorsi tre decenni e la 600 SEC degli Anni ’90 (all’epoca la versione più desiderabile, con il suo monumentale V12 da sei litri e quasi 400 cv, della due porte derivata dalla Classe S W140) è probabilmente il paradigma perfetto per toccare con mano il segno dei tempi che cambiano: macchine così, oggi, non ne fanno più. E no, non è solo un slogan nostalgico da sbandierare in ode all’era ‘analogica’ dell’automobilismo, che si sarebbe peraltro conclusa quasi del tutto nel breve volgere di qualche anno. Lontano anni luce da schermi touch screen multicolore e simili diavolerie digitali, tutt’altri erano i parametri su cui si tarava l’appeal di un’auto di lusso. Beninteso, la Mercedes Classe S coupé è stata probabilmente l’auto più tecnologica e accessoriata del suo tempo, con una lista di optional chilometrica che andava dal navigatore satellitare al climatizzatore bi-zona, dall’ESP (sviluppato in collaborazione con la Bosch e lanciato nel 1994) alle sospensioni attive. Il punto però è un altro, e cioè che nessuno di quei preziosi gadget, pur inseriti in un contesto di legni e pellami degni di un mega yacht, non ostentava magnificenza e ricchezza. Al contrario, la sussurrava.
REGINA DEL CONFORT A PREZZI RECORD. Con un prezzo di 220.000 marchi, nel 1992 la Mercedes 600 SEC era l’automobile di serie più costosa in Germania. In pochissimi potevano permettersi il lusso di possederla, o anche solo di guidarla. Un privilegio che, per mestiere, ebbero i giornalisti delle principali riviste del settore. Sul numero di marzo 1993 il magazine tedesco Auto Motor und Sport la incoronò ‘regina indiscussa del comfort’, mentre il mese successivo il bimestrale americano Road & Track parlò di “una macchina da re, offerta a una somma principesca”. Appena un gradino sotto la versione di punta a dodici cilindri si collocava la 500 SEC, spinta dallo stesso, raffinato V8 da cinque litri e 320 cv che equipaggiava le sorelle 500 SL ed E 500. A due anni dal lancio, nel 1994, la gamma si ampliò con la S 420 Coupé, che abbandonava la storica sigla SEC e portava in dote un V8 da 4,2 litri e 280 CV. Dal 1996 al 1998, ultimo anno di produzione, la denominazione cambiò in CL per tutti i modelli. In sei anni, gli esemplari usciti dai cancelli della fabbrica di Sindelfingen furono 26022, di cui quasi un terzo (8573) con motore V12 e più della metà (14953) con il 5000 V8.