Mercedes-Benz ESF 05: a lezione di sicurezza in auto
In pochi lo sanno, ma già alla fine degli Anni ’30 la Mercedes testava il comportamento dinamico di molti suoi veicoli simulando dei primitivi crash test. Finite le atrocità della guerra l’industria automobilistica riprese a innovare e proprio sulle auto della Stella arrivarono notevoli avanzamenti in quanto a confort e sicurezza: è del 1949 il brevetto per la serratura con perno a cuneo di Karl Wilfert, divenuto nel 1959 uno standard della gamma tedesca con W111 ‘Heckflosse’. Un modello passato alla storia anche perché fu il primo a introdurre la cellula di sicurezza per l’abitacolo, inventata dal padre della sicurezza passiva in campo automobilistico, Béla Barényi. Nell’agosto del 1967, toccò invece al piantone di sterzo collassabile che, in caso di collisione frontale, riduceva il rischio di lesioni contro il volante, ma nonostante questi importanti progressi, i morti sulle strade continuavano ad aumentare. E con quasi 20mila decessi registrati per incidenti stradali nel 1970 nella sola Germania Ovest, si arrivò alla creazione l’EEVC, ‘European Enhanced Vehicle-safety Committee’, un’organizzazione nata con il solo obiettivo di portare tangibili miglioramenti alla protezione degli occupanti, con la quale la Mercedes instaurò fin da subito una stretta collaborazione.
TUTTO CIÒ CHE OGGI CONSIDERIAMO STANDARD. Ed è proprio da questa liason che nacque, esattamente cinquant’anni fa, la Mercedes-Benz ESF 05. Il prototipo che aprì la strada per lo sviluppo del sistema ABS che conosciamo oggi, disponeva già di diversi airbag – inclusi quelli negli schienali dei sedili anteriori per i passeggeri del divano posteriore – e cinture di sicurezza con pretensionatore. La berlina, dall’aspetto bizzarro per l’epoca, vantava inoltre paraurti maggiorati in grado di soddisfare le misure draconiane che di lì a poco avrebbero cambiato l’aspetto dell’automobile di serie per sempre. Questo modello pesava 655 kg in più della W114 a quattro porte e montava un propulsore V6, preferito al sei cilindri in linea che occupava più spazio nel vano motore impedendo alla struttura di deformarsi correttamente in caso di urto violento. Degne di nota anche anche la lamiera antiurto innestata nella plancia e l’imbottittura in schiuma poliuretanica. E c’è di più. Gli ingegneri tedeschi eliminarono per primi i finestrini a triangolo anteriori e gli alzacristalli elettrici avevano portato all’omissione delle manovelle sulle portiere, avevano progettato i tergicristalli per il lavaggio dei gruppi ottici frontali, scelto il vetro laminato-temprato per parabrezza e lunotto. La ESF 05 sostenne crash test per l’impatto anteriore con un ostacolo fisso a 80 km/h e l’urto laterale con un palo a 20 km/h; poteva infine resistere a piccoli incidenti fino a 16 km/h senza deformazioni permanenti nella parte anteriore e/o posteriore.