Maserati Karif: la Biturbo corta con la ‘Z’

Maserati Karif: la Biturbo corta con la ‘Z’

La Karif rappresentò per Alejandro De Tomaso la volontà di proporre una sportiva per competere con la Porsche 911 Carrera 3,2, la Lotus Esprit e la Ferrari 328 GTB. Avrebbe dovuto essere un’auto speciale che emergesse come la tipica gran turismo che la tradizione italiana da sempre teorizzava. Ma la produzione non raggiunse numeri elevati.

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TELAIO DELLA SPYDER, VESTITO ZAGATO. Per questa ambiziosa operazione la Maserati scelse di utilizzare la scocca della Biturbo Spyder con passo corto (costruzione di Zagato) e sospensioni della 430. Per la carrozzeria, infatti, la fabbrica di Modena sfruttava ancora il know how dell’atelier milanese. Sopra la testa degli occupanti fu invece posizionato un tetto corto e squadrato con un taglio posteriore molto netto; questo interrompeva lo sviluppo della coda molto prima della ruota posteriore. La Karif di produzione risultò così molto compatta nei volumi ma scarsamente sinuosa nelle proporzioni.

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ANCHE TROPPO PERFORMANTE. Ma non si trattava solo di design: Alejandro De Tomaso voleva ottenere prestazioni superiori alla concorrenza. Venne così scelto il sei cilindri a V biturbo di 2,8 litri della 430 e della 228 e già in fase di sviluppo emerse con prepotenza tutto il suo carattere. La Karif erogava ben 250 cv e utilizzando lo stesso motore di altri modelli la Maserati si evitava nuove e costose sedute di omologazione.

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SPORTIVITÀ E RAFFINATEZZA. La Karif fu presentata al Salone di Ginevra del 1988 come una delle più autorevoli bandiere del Tridente. Una GT con un carattere molto sportivo, ma pure raffinata e curata sotto il profilo dell’equipaggiamento: tra gli accessori più importanti figuravano sedili, vetri e specchi elettrici e aria condizionata. Nella migliore tradizione del Tridente l’abitacolo disponeva della cura e delle attenzioni artigianali che le erano dovute: dai sedili in pelle alla radica di plancia, volante e leva del cambio, dalla qualità della moquette alle bordature dei tappetini.
 La karif entrò in produzione alla fine di quell’anno (colori disponibili il rosso, il bianco, il nero e il blu) e ci rimase fino al 1993. Complessivamente ne sono state prodotte 221.

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AL VOLANTE: POSSENTE MA OCCHIO AL TURBO-LAG. La Karif è una classica berlinetta per ‘impallinati’, per chi cerca un Tridente classico ma moderno, un’instant classic per uscire dalle convenzioni delle normali Biturbo. Si contraddistingue subito per telaio rigido, molto più della Spyder da cui deriva, passo corto e rollio contenuto. Alla base del suo fascino certamente vale la possente erogazione del biturbo, selvatica per non dire furiosa, e l’accelerazione molto forte grazie alla doppia sovralimentazione. A suo vantaggio la favorevole compattezza che ne favorisce l’agilità e la capacità di ‘sgattaiolare’ con sicurezza tra una curva e l’altra. Meno positivi, invece, il ritardo di risposta delle turbine e alcuni particolari della finitura dell’abitacolo. Non ha conquistato eserciti di appassionati ma, con gli occhi di oggi, è lecito affermare che il fascino di sportiva it italiana di fine Anni ’80 sia ancora una delle sue qualità migliori sul mercato collezionistico.

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