Manuale di ripartenza in moto. Consigli per l’uso
Una cosa così non l’avevi mai vista. Per di più gli ultimi inverni sono stati i più miti di sempre e quella bestia di centauro che c’è in te ha sentito sempre meno la necessità di un vero e proprio letargo. E a mesi interi di astinenza da moto non eri manco più abituato. Almeno fino a che la pandemia non ci ha messo del suo. La verità è che questo blocco forzato, non è stato un fermo calcolato, di quelli che programmi per tempo. E così, soprattutto se la moto non è giovanissima e, peggio ancora, ha dormito in strada, ti impone qualche controllo che va al di là di quelli di routine. Ma per fortuna c’è questa lista Veloce: delle cose da verificare e di quelle da tenere sempre con sé per i chilometri che verranno.
GOMME. Domanda: come l’hai lasciata? Sul cavalletto centrale. Allora basta che controlli le pressioni e se le coperture erano presentabili prima, te le ritrovi più o meno così (ricordati che per legge, il battistrada delle moto non deve essere inferiore a 1 mm, quello dei motorini a 0,50. Ma se stai sopra i 3 mm viaggi più tranquillo, anche sul bagnato). Se invece hai un’Harley, o quella volta che l’hai parcheggiata eri semplicemente ottimista, e l’hai appoggiata sul laterale, be’, allora… Intanto controlla le pressioni (all’inizio del patatrac era inverno e faceva freddo, e due mesi di sosta sgonfinano anche le gomme, non solo gli attributi maschili) poi, se si sono ovalizzate un po’, te ne accorgerai subito: saltella. Vai piano e, col caldo che viene e i chilometri che farai, tutto andrà a posto da sé.
FRENI. Che siano tamburi o dischi, due pinzate leggere per vedere l’effetto che fa vanno fatte. Un consiglio? Evita di attaccarti a leve e pedali al primo semaforo che diventa rosso all’improvviso. Di strade deserte ne troverai ancora per un po’, usale per rimettere in carreggiata mezzo e pilota (te).
CARBURATORE. Se l’argomento ti interessa, diciamo che non hai proprio l’ultimo modello. E come sai, qui va a fortuna. Certo, se ti sei dimenticato il rubinetto aperto, appellarsi alla dea bendata serve a poco. Se invece era chiuso, due giri di manopola a motore spento, come facevi con la Vespa pistolata, aiutano a riempirlo. Se invece nel serbatoio avevi una pandemia di ruggine e altri virus non meglio identificati, e mancava pure il filtro della benzina: almeno hai una certezza. Non partirà. Neanche a suon di bestemmie. Smonta tutto, tappa i collettori con del giornale appallottolato e pulisci vaschetta e getti. Non hai il compressore al settimo piano del tuo monolocale vista metropolitana? Soffia: anche con le pompette che usi per pulire tastiere o macchine fotografiche (se ce l’hai). Hai bisogno di una punta per titillare cose? Per non rischiare, usa uno stuzzicadenti: morbido, non graffierà. Ma se sei un chirurgo mancato, allora, tenendo su la mascherina chiederai alla tua assistente: “graffetta”.
SERBATOIO. Magari sei fortunato e lo trovi pure pieno. Sarà benzina vecchia, ma fa comunque buon brodo. Hai una moto nuova o hai speso un occhio della testa per rimetterlo a posto l’anno scorso? Puoi saltare direttamente al capitolo dopo. Se no, leggi attentamente qui. Se, a parte la benza dentro saresti tentato di mettere l’antiruggine allora torna utile il rimedio della nonna (se fosse stata una centaura). Piazza una bella calamita potente a qualche centimetro da ogni rubinetto, proprio sul fondo del serbatoio (dove la trovi? Lì, sul frigorifero davanti a te). Certo, non ti rimetterà a nuovo il serbatoio, ma terrà la ruggine lontana dal carburatore.
BATTERIA E D’INTORNI. All’inizio non l’avevi staccata, me lo sento. Poi hai detto, sai cosa? E hai rimediato. Se sei un maniaco te la sei anche portata in casa, hai controllato i livelli e l’hai ricaricata per bene (io). Se sei un nerd hai addirittura ordinato quella al litio, e fine della storia (un mio amico). Se sei un pisquano allora hai scoperto solo adesso che la tua moto ha una batteria proprio come il cellulare (tu). E ovviamente la troverai scarica. A questo punto, se proprio non dà cenni di vita, puoi mettere in terza (da quattro cilindri in su) o in quarta (dalle bicilindriche in giù), fare un bel respiro, due colpi di gas a vuoto, e via! (cioè, spingi. Ovviamente ricordati di girare la chiave…). Il tuo orizzonte è una bella strada in discesa? Sei nato con la camicia (se parte subito meglio per te, non si inzupperà di sudore se ti tocca spingerla in salita, al ritorno). Hai uno scooter monomarcia? Ahahaha. Ti conviene fare ponte con i cavi: a questo punto però non potrai più prendertela con tua moglie e il suo baule sempre pieno di cose…
I FERRI DEL MESTIERE. Dipende soprattutto da te, figliolo. Se sei uno per cui la voce ‘meccanica’ è solo il contatto dell’Aci, allora ti consiglio di viaggiare leggero. Lascia tutto a casa e sotto la sella metti un bel powerbank e stampati il numero del soccorso stradale. Se invece ti piace sporcarti le mani, allora, oltre alle solite cose (cacciavite – taglio, croce -, pinza e chiave per le candele), portati dietro qualche fascetta (non puoi avere viti o bulloni per tutto), del nastro isolante (per le parti elettriche, certo, ma anche per le cose che spifferano, o si rompono, o si perdono) e un po’ di fil di ferro (mica puoi usare le fascette dove scalda, no?). Se poi la tua lei è dell’antico testamento, parlo della moto, allora anche il sapone non guasta: metti che il serbatoio si buchi, lo usi per far tappi di emergenza. E quando finalmente partirai per le meritate vacanze, non dimenticare una mezza patata. Quando piove, se la sfreghi sulla visiera: evita che si appanni (dentro) e fa scivolare l’acqua (fuori).