Le prime volte della Ferrari. Parte 3

Le prime volte della Ferrari. Parte 3

Nella storia della Casa di Maranello ci sono state tante prime volte. Ad ognuno di questi accadimenti è successo un evento grandioso: è sbocciato un piccolo fiore in un grande prato d’erba fresca e rigogliosa. Enzo Ferrari, uomo energico, cinico e machiavellico, ha trattato quei momenti come semplici fasi di un progetto: vincere una competizione. Non ha mai avuto il tempo di gioire per un traguardo. Ne è sempre iniziato subito uno nuovo da conquistare. In quella vita tumultuosa le ‘prime volte’ con le sue macchine sono maturate in capitoli straordinari della sua storia. Le protagoniste del terzo episodio sono la Ferrari 639 F1, la 166 S Allemano e la 250 GT Pininfarina.

Ferrari F1-89 (640), la diretta evoluzione del prototipo ‘639’

Ferrari F1-89 (640), la diretta evoluzione del prototipo ‘639’

PRIMA FERRARI CON CAMBIO SEMIAUTOMATICO: 639 F1 1988. Se siamo convinti seguaci della necessità di progresso allora la realtà prosegue con passo sicuro. Se siamo inguaribili ortodossi allora la 639 è (e sarà sempre) una Ferrari che non merita le nostre attenzioni: non ha il caro, vecchio pedale della frizione. Il 1988 è l’ultimo anno del motore turbo in Formula 1. Dal 1989 si passa all’aspirato da 3,5 litri. Ferrari vive la stagione ‘88 con la F1-88C ma in parallelo studia il suo futuro. Nasce da ‘papà’ John Barnard la 639, prima Ferrari equipaggiata con un cambio semi-automatico. Lo sviluppo inizia a primavera, mentre prosegue lo sviluppo della F1-88C con motore turbo. Nel mese di luglio, dopo il Gran Premio di Inghilterra, la 639 muove i primi passi. Si riconosce per l’originale musetto a becco di papera e nelle settimane successive gira a Imola con i collaudatori Moreno e Bennuzzi ma percorre pochi giri a causa di continui problemi alla nuova trasmissione. Il 14 agosto muore Enzo Ferrari e al G.P. d’Italia di settembre Berger vince (Alboreto è secondo) onorando il Drake. In ottobre, finalmente, la 639 emerge facendo il record a Fiorano. È una monoposto del tutto scevra di legami con il passato, il V12 3.5 è un motore eccezionale, senza ‘vuoti’, generoso e sempre in tiro. Contemporaneamente si sovrappone la nuova F1-89 (telaio F1-88 e motore V12) mentre si lavora all’erede della 639, la 640. (Immagini: Ferrari Archive).

Ferrari 166 S Allemano

Ferrari 166 S Allemano

PRIMA FERRARI COUPE’: 166 S COUPE’ ALLEMANO 1948. La prima Ferrari, la 125 S, poco dopo gli esordi in gara si trasforma in 159 S e quindi, con un nuovo incremento di cilindrata, in 166 di due litri. Il pubblico si fida di Ferrari, gli ordini arrivano. Nascono una serie di barchette (‘Spider Corsa’) allestite per vari acquirenti piloti. Nel ’48 le gare internazionali iniziano alla Targa Florio ai primi di aprile: Troubetzkoy e Biondetti vincono con una 166 S barchetta ufficiale carrozzata da Allemano. Un mese dopo ancora Biondetti in coppia con Navone sono a Brescia per la Mille Miglia. L’asso di Buddusò ha già vinto due Mille Miglia su Alfa Romeo (1938 e nel ’47).  Questa volta affronta il mostruoso percorso della Freccia Rossa allungato fino a Torino (oltre 1800 chilometri), mai così lungo, con una 166 S resa un pizzico più comoda nuovamente grazie ad Allemano, che veste il telaio 003S con una carrozzeria chiusa: è la prima Ferrari con carrozzeria coupé. Biondetti vince ma l’eroe è Nuvolari. Il Nivola, ormai vecchio e stanco, lotta come un leone con la sua 166 S n.1049. Gli succede di tutto ma non molla, corre come un disperato per arrivare a Brescia. Ma ne nelle fasi avanzate di gara danneggia freni e una sospensione posteriore. Alla premiazione Biondetti con un gesto da vero cavaliere del volante dirà: “scusate se ho vinto”. (Immagini: Ferrari Archive).

Ferrari 250 GT

Ferrari 250 GT Pininfarina

PRIMA FERRARI PRODOTTA IN SERIE: 250 GT COUPE’ PININFARINA 1958. Il progresso evolutivo del motore progettato da Gioacchino Colombo per la Ferrari 125 è instancabile: dalla notte al giorno si assiste allo sbocciare di una creatura sempre più, bella e forte. Dal modello Inter 212 parte un cammino evolutivo verso la creazione di un modello in serie, utile a Ferrari per finanziare l’impegno sportivo. La 250 Europa di Pininfarina è il primo tentativo in questo senso. Vengono allestiti circa quindici esemplari, cui si aggiungono un manipolo di one-off su base 375 America. La forma è massiccia, con un passo di ben due metri e ottanta (l’SWB misura due e quaranta) ma il design è in costante evoluzione alla ricerca della forma perfetta. Nel layout successivo il modello diventa 250 ‘Europa GT’ (presentata al Salone di Parigi del ’54) con passo accorciato a 260 cm e design ancora modificato (specialmente nella calandra, di forma sempre più ellittica). Il percorso di avvicinamento alla configurazione del coupé di serie passa attraverso alcuni esemplari unici con carrozzeria speciale e piccole differenze di dettaglio. Nell’estate del ’58 viene infine presentata la 250 GT Coupé Pininfarina, prima Ferrari con carrozzeria in stile unificato. Il motore è il 12 cilindri a V di 3 litri per 240 cavalli di potenza. La produzione è di oltre 350 esemplari. (Immagini: RM Sotheby’s)

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