Le auto della Dolce Vita, tra mito e bellezza

Le auto della Dolce Vita, tra mito e bellezza

Pochi marchi riescono a far volare sogni e pensieri come la Ferrari. Nella Capitale, oggi, viene presentata la Ferrari Roma: omaggio al senso del bello (guardate le foto, è difficile non restarne affascinati) e promessa di leggerezza (non sembra puntare tutto sulle prestazioni dure e pure quanto sulla rotondità dell’emozione di viaggio) a quattro ruote; una ‘piccola’ coupé che, attraverso il suo nome, evoca un periodo storico indimenticabile, quello della Dolce Vita.

250GTCoupe_56291-960x540_KSYVTD

La Dolce Vita fu la sublimazione del piacere e della joie de vivre che contraddistinse l’Italia negli anni del boom economico, tra i ’50 e i ’60. Anni in cui Roma divenne protagonista grazie a Cinecittà e alle molte produzioni cinematografiche americane trasferitesi dagli studios di Hollywood a quelli di via Tuscolana (dal kolossal Ben Hur a Vacanze romane, con Gregory Peck che scorrazza un’incantevole Audrey Hepburn in sella a una Vespa, l’elenco è lungo). La Dolce Vita aveva un suo epicentro: via Veneto, nei cui bar e ristoranti di riferimento (il Caffè Strega, il Rugantino, al cui posto oggi c’è un McDondald’s) attori, artisti, registi, scrittori e giornalisti davano vita a fermenti culturali e modelli di divertimento che ancora oggi ci appartengono. Sempre sotto l’occhio impietoso degli obiettivi delle Rolleiflex e delle Leica dei fotografi di gossip, immortalati dal celebre Paparazzo (personaggio ispirato al re di quei fotoreporter, Tazio Secchiaroli) nella Dolce Vita in 35 mm firmata Federico Fellini. Il film in cui Marcello Mastroianni porta in giro Anita Ekberg per le vie di Roma sulla sua Triumph TR3: qualcuno potrà mai dimenticare quell’auto? Di liaison come questa ne esistono parecchie. Ecco una carrellata delle auto simbolo di quella indimenticabile Dolce Vita.

.

JAGUAR E-TYPE. Al Salone di Ginevra del marzo ’61 viene presentata la nuova dimensione della sportività Jaguar. La E-Type è una elegante gattona che raccoglie l’eredità del progetto E1A ed E2A di alcuni mesi prima, sviluppati per trovare un nuovo ruolo alla Gran Turismo di Coventry in un mercato, quello europeo, in grande fermento. L’E-Type è equipaggiata con un vigoroso sei cilindri in linea di 3,8 litri da 270 cv per 150 miglia orarie di velocità massima, pari a 240 km/h. Pochi mesi dopo viene presentata l’ancora più eterea e sensuale versione Roadster. Nel ’63 la E-Type Lightweight (solo 12 unità) le permette di trovare quell’importante ruolo sportivo che fu di C-Type e D-Type negli Anni 50. Nel ’69 viene presentata la seconda serie e nel ’71, la terza serie dotata di un grande dodici cilindri 5.3.

Jaguar E-Type

Jaguar E-Type

FERRARI 250 GT. Anche se non dichiaratamente così contrassegnata, l’esordio di una Ferrari GT avvenne al Salone di Parigi del ’49 quando fu presentata la 166 Inter con carrozzeria Touring. L’evoluzione prosegue con la 250 Europa GT presentata al Salone di Torino dell’ottobre ’54. Dopo alcune esecuzioni speciali in esemplare unico, nel giugno ’58 viene ufficialmente presentato il prototipo della prima Ferrari prodotta in serie. La 250 GT Coupé con carrozzeria di Pininfarina ha uno stile sobrio, privo di suggestioni corsaiole, forme slanciate e senza ornamenti. Il motore è un V12 60° di tre litri per 240 cv. Ne vengono prodotte oltre 350. A metà degli Anni 60 una 250 si fonde con il mondo del cinema: Jayne Mansfield ci regala il suo sorriso con la 250 LM, poco GT e tanto Ferrari da corsa. Nel ’63, invece, una 250 GT Cabrio è nel film La Pantera Rosa con Peter Sellers. Impossibile dimenticare, del resto, la 250 GT California di Alain Delon ritrovata qualche tempo fa, logora, in un capannone.

Ferrari 250 GT Cabrio dal film ‘La Pantera Rosa’

Ferrari 250 GT Cabrio dal film ‘La Pantera Rosa’

LANCIA FLAMINIA COUPÉ. Il testimone della Lancia Aurelia B20 di Pininfarina, nata nel ’51 e univocamente considerata la prima GT per, soprattutto, il suo mistico sei cilindri a V progettato da Vittorio Jano, nel ’59 passa alle Flaminia sportive. Derivano dalla grande berlina presentata al Salone di Torino del ’58 e si contraddistinguono tutte per: passo accorciato, unità sei cilindri in linea, design filante, immagine prestigiosa oltreché sportiva per dare di sé il fascino in linea con le tendenze del periodo. Alle realizzazioni di Pininfarina e Touring si oppone quella di Zagato (denominata Sport), che all’inizio si presenta sui campi di gara in versione corsa (Sport Tubolare), anche guidata dallo stesso Elio Zagato, primogenito del fondatore Ugo Zagato. Nel ’65 il grande Marcello Mastroianni acquista una Flaminia Super Sport Zagato che ritira personalmente negli stabilimenti della carrozzeria milanese.

Lancia Flaminia Coupè

Lancia Flaminia Coupè

LANCIA AURELIA B24. Nel ’55 l’Aurelia B20 viene affiancata da una versione convertibile. La B24 ha un peso inferiore rispetto alla coupé, motore identico e finiture più semplici. Presentata al Salone di Bruxelles del ’55 viene prodotta in tre serie fino al ’58. Memorabile la sua partecipazione al film Il sorpasso del ’62 di Dino Risi con Gassman e Trintignant.

Lancia Aurelia B24 dal film ‘Il Sorpasso’

Lancia Aurelia B24 dal film ‘Il Sorpasso’

ALFA ROMEO 2000. La chiusura del capitolo ‘1900’ apre la strada alla nuova Alfa Romeo 2000, modello che si è presentato al mercato con intenzioni nuove, diverse: un’immagine differente, più elegante, più importante sul piano dei valori e della concretezza. È presentata a Torino nel ’57 con uno status più borghese. Il quattro cilindri di due litri a carburatori è quello della 1900, con 105 cv. È disponibile berlina, coupé (dal 1960, siglata Sprint e vestita da Bertone) o Spider, carrozzata da Touring. La Sprint resta in listino fino al ’62 quando viene sostituita dalla 2600.

Alfa Romeo Sprint 2000

Alfa Romeo Sprint 2000

Maserati 3500 GT. Viene presentata nel ’57 e rappresenta il nuovo corso del Tridente. A causa della conquista del ‘solo’ secondo posto nel Mondiale Sport viene deciso l’abbandono delle competizioni in via ufficiale. La nuova 3500 GT con carrozzeria Touring è una coupé grande e maestosa, con un sei cilindri in linea da 230 cv (prima a carburatori poi a iniezione) e oltre 1400 kg di peso. Nel 1960 si aggiunge la spider di Vignale con passo più corto. Resta in produzione fino al ’64. La 3500 è ospite fissa dei ‘ricchi’ parterre dei parcheggi più in, nelle località di vacanza più prestigiose dei primi Anni 60.

Maserati 3500 GT Vignale

Maserati 3500 GT Vignale

BMW 507. Nasce per potenziare i risultati di vendita del costruttore tedesco sul mercato americano dove Porsche e Mercedes, negli Anni 50, hanno un enorme successo. Progettata da Alfred Von Goertz ha uno stile slanciato che ne fa una delle più belle roadster di sempre. Monta un motore V8 di 3,2 litri per 215 cv ma le prestazioni non sono esaltanti. Ed è proprio questo, probabilmente, il principale motivo del suo scarso successo. Tra il ’55 e il ’59 ne vengono prodotte circa 250.

BMW 507

BMW 507

PORSCHE 356. Nata a Gmünd, Carinzia austriaca, nella primavera del ’48, in condizioni di gravi ristrettezze, è una roadster a motore centrale del Maggiolino, solo 1,1 litri e 40 cv. Il motore passa subito a sbalzo sul posteriore, piace e la produzione comincia. Ed è un successo. Nel ’50 questa è trasferita a Stoccarda, nel ’54 nasce la Speedster, versione d’elezione per la Dolce Vita di Miami o di Los Angeles. Nel ’55 la 356 A ed è un successo senza fine: nel 57 la Carrera, nel ’59 la 356 B, nel ’63 la 356 C, il modello che la porta a passare il testimone (Francoforte ’63) alla 911.

Porsche 356

Porsche 356

MERCEDES 300 SL GULLWING. Nasce nel ’52 come auto da corsa (W194). Due anni dopo la W198 è un capolavoro: sei cilindri a iniezione diretta, 215 cv, velocità max tra 220 e 260. Ma soprattutto, due mistiche porte ad ala di gabbiano. Nel ’57 si aggiunge la versione roadster.

Mercedes 300 SL Gullwing

Mercedes 300 SL Gullwing

TRIUMPH TR3. La co-protagonista della Dolce Vita di Fellini viene presentata nel ’55 come erede della TR2. Con questa condivide il motore due litri a carburatori. Eroga circa 100 cv ed è più potente della concorrenza del periodo tra cui la Porsche 356. Ma non solo. È una delle prime auto di grande serie con freni a disco. La TR3 si fa notare per essere una roadster con buone qualità stradali con un certo talento in gara. Ottiene soddisfacenti risultati di classe in competizioni di prestigio in tutto il mondo. Resta in catalogo fino al 1962 e totalizza oltre 58mila esemplari.

Triumph TR3 dal film ‘La Dolce Vita’

Triumph TR3 dal film ‘La Dolce Vita’

  • 1961-jaguar-e-type-21
  • pink panther_2
  • lancia_flaminia_coupe_3b
  • Lancia-Aurelia-B24-1
  • alfa_romeo_2000_sprint
  • Maserati-3500GT-Vignale-Manu-01-1280
  • P0019028
  • porsche_356_1100_coupe_5
  • mercedes-benz_300_sl_809
CONDIVIDI SU

Lascia un commento

INCENTIVE
VIDEO
ALTRI VIDEO