L’Audi TT è pronta per l’ultimo ballo e voi?
ODI ET AMO. Venticinque anni non sono pochi per un’auto, soprattutto se si tratta di un modello di nicchia come una coupé o la sua versione cabrio. Eppure l’Audi TT è riuscita ad attraversare diverse fasi della storia automobilistica, dal 1998 fino al 2023. Tre generazioni che hanno lasciato il segno: l’Audi TT o la si ama o la si odia. Difficile restarne indifferenti. In particolare per la prima, quella probabilmente più iconica con le sue marcate forme a uovo.
ISOLA DI MAN. Forse non tutti sanno che quella doppia T richiama proprio il celeberrimo Tourist Trophy, la competizione su strada per moto che ogni anno si svolge sull’Isola di Man. Audi non ha mai prodotto motociclette in serie, eppure il TT fa parte per certi versi della sua tradizione. Audi nasce infatti dalla fusione di varie realtà tedesche: una di queste, la DKW, produceva moto da corsa negli anni ‘30 e vinse nel 1938 il Tourist Trophy. Nel 1954, invece, i primi 4 posti della categoria 250 cc vennero occupati da moto NSU, un marchio confluito anch’esso nell’Audi nel 1969 e la sigla TT apparve perfino su un ciclomotore nel 1960. Se tutto ciò non bastasse, il nome TT rende omaggio anche alla lunga e fortunata carriera agonistica delle NSU Prinz TT e TTS.
IL PROTOTIPO A FRANCOFORTE. Il palcoscenico scelto da Audi per presentare al mondo il prototipo dell’Audi TT è il Salone di Francoforte del 1995. La concept della coupé anticipa solo di qualche settimana la variante Roadster, che venne presentata a novembre del 1995 al Motor Show di Tokyo. Le due concept car riprendono nello stile alcuni dettagli sia delle auto da corsa dell’anteguerra, sia delle berline Auto Union del dopoguerra. Per gli interni si segue il motto: “Tutto il necessario e solo il necessario”. Benché i due prototipi riscuotano molto interesse, la casa di Ingolstadt non si pronuncia su un’eventuale produzione in serie.
COME LA CONCEPT. Tre anni dopo però, nel 1998, Audi stupisce il mondo riprendendo in modo praticamente identico lo stile delle concept car, se non per alcuni dettagli minori. Lunga 4 metri, è audace, molto originale e con il 4 cilindri turbo 1800 abbinato a al passo corto è anche decisamente agile. Fin troppo agile, tanto che fanno scalpore una serie di incidenti, purtroppo anche fatali, avvenuti a causa di bruschi cambi corsia o curve strette affrontate ad alta velocità. Audi richiama tra la fine del 1999 e l’inizio del 2000 entrambe le varianti per aggiungere il sistema ESP e uno spoiler posteriore, aumentando il carico aerodinamico, oltre che per modificare le sospensioni.
DA UNA COSTOLA DELLA GOLF. L’Audi TT condivide la piattaforma con altre vetture del gruppo Volkswagen, prima fra tutte la Golf. Ha quindi il motore montato trasversalmente e le potenze vanno da 150 a 225 CV. E sulla TT, Audi fa debuttare per la prima volta su un modello di serie il cambio a doppia frizione S tronic, che diventerà un marchio di fabbrica per i modelli degli anni successivi. Verso la fine della carriera vengono lanciate la TT 3.2 quattro con il motore V6 da 250 CV (2003) e la TT quattro Sport, con il 1800 portato a 240 CV (2005).
PIÙ AGGRESSIVA LA SECONDA. Nel 2006 arriva la seconda generazione dell’Audi TT, che si integra maggiormente nel family feeling del marchio dell’epoca. Un’anteprima alla nuova generazione era stata data con la concept car Audi Shooting Brake che, benché non fosse la classica coupé ma più una hatchback a due porte con la coda più pronunciata, mostrava per la prima volta lo stile più spigoloso della nuova Audi TT. Ai motori benzina di 1,8 e 2 litri (da 160, 200 e 211 CV) si affianca anche una variante 2000 turbodiesel da 170 CV. Ma soprattutto nascono le versioni più sportive con la TTS da 272 CV nel 2008 e un anno dopo la TT RS, dotata del mitico 5 cilindri TSI da 2,5 litri in grado di erogare 340 CV e in seguito aggiornato fino a 360 CV.
CANTO DEL CIGNO. La terza generazione, presentata nel 2014 e anticipata nello stile dalla concept Audi Allroad Shooting Brake, enfatizza ulteriormente il look sportivo sia della coupé che della roadster. Anche in questo caso i fiori all’occhiello sono le versioni TTS di 2 litri e TT RS di 2,5 litri, rispettivamente da 310 e 400 CV. Nel 2019 Audi annuncia che la TT non avrebbe avuto una quarta generazione e che quindi sarebbe stata destinata a salutare gli appassionati con questa generazione. Nel frattempo però sono nate alcune edizioni speciali dedicate alla RS, l’ultima delle quali è la TT RS Iconic Edition, disponibile esclusivamente in Europa e prodotta in soli 100 esemplari.
QUALE COMPRARE? Sicuramente la prima generazione è la più iconica di tutte ed è anche quella per cui è possibile spuntare un prezzo migliore. Con la versione V6 da 250 CV non si sbaglia, ma un esemplare in ottime condizioni può valere anche 20 mila euro. Però una TT motorizzata con il “milleotto” da 225 CV e la trazione integrale quattro rappresenta un ottimo compromesso e la si trova anche circa la metà del prezzo delle V6. Delle successive generazioni le più sportive TTS e TT RS devono fare i conti con il superbollo, quindi possono risultare piuttosto proibitive da mantenere e, comunque, anche per loro si sta intorno ai 17/20 mila euro. Forse sarebbe meglio scegliere una motorizzazione più modesta, come il 2.0 TFSI da 211 CV della seconda generazione, per la quale possono bastare 12/13 mila euro, o quella da 227 CV della terza per l quale, però, bisogna mettere in preventivo una spesa tra i 25 e i 35 mila euro. E se si devono percorrere tanti chilometri ma si vuole farlo con stile, il 2.0 TDI delle TT diesel è un mulo e consuma pochissimo e le quotazioni vanno dai 13 mila euro per una TT di seconda generazione e i 31 mila per un esemplare della terza.