La Totem Automobili dà la scossa alla Giulia GTA
Ciclicamente la passione esonda. È così che scintille di lucida follia possono materializzarsi in qualcosa di concreto. E unico. Qui stiamo parlando di un restomod inatteso, quello su base Giulia GTA. Elettrificata. In questa storia ci sono due protagonisti: da un lato una tra le più celebrate e vittoriose coupé della storia, l’Alfa Romeo Giulia GTA appunto. Mitologia allo stato puro, un totem automobilistico transgenerazionale capace di attraversare i tempi mantenendo la freschezza delle sue intuizioni. Stilistiche (è Bertone, a firma di Giorgetto Giugiaro) e meccaniche (Autodelta, capitanata dal genio di Carlo Chiti). Esistono solo una manciata di auto, in tutta la storia delle quattro ruote, ad avere questo tocco. L’altro protagonista è Riccardo Quaggio: 25 anni, designer che dopo una parentesi presso il Centro Stile Alfa Romeo, ha deciso di dare sfogo alla sua passione sconfinata per il Biscione. Della Giulia GTA riconosce il suo assoluto automobilistico, ma ci sono dei cortocircuito da risolvere. Intanto l’auto è ‘vecchia scuola’ allo stato puro e lui, Riccardo Quaggio, è della nuova (ha 25 anni mica per niente). E poi, la Giulia GTA, si accende (e scalpita) solo con ottimo succo di dinosauro (benzina). L’unico modo per farla tornare a vivere in qualcosa che non fosse un restauro utile a qualche concorso per auto d’epoca è ripensarla. Adattandola ai nostri tempi e alle nostre necessità. Che poi è il nostro futuro, ma anche il nostro presente. Contemporaneità, dunque. Ecco quindi la GT Electric, restomod dell’Alfa Romeo Giulia GTA: la prima auto della Totem Automobili, la scatola creata da Riccardo Quaggio per incasellare il nuovo – possibile – percorso di un mito senza tempo. Elettrica, con carrozzeria di carbonio, interni tutti nuovi e un’infinità di piccoli accorgimenti fatti a mano. Ricavati dal pieno (alluminio e titanio) o in modo consono al prezzo che avrà: oltre 400mila euro. Di una Giulia GT resta la base di partenza del telaio, che viene poi riaggiornato nella sostanza. Un restomod in piena regola. Che a guardarlo da vicino fa pensare a qualcosa di molto esotico. Perché la realizzazione è davvero molto buona. E non siamo ancora di fronte all’esemplare ‘di serie’.
L’INCONTRO. Ho avuto modo di intervistare Riccardo Quaggio una manciata di giorni fa. Faccia pulita, concentrazione totale verso la sua creazione. Noto che tutti i ‘girofinestrino’ sono assai ben fatti, monolitici nella loro realizzazione. Si accende. Un lampo negli occhi, e comincia a raccontare tutto. Basta guardare le immagini, per capre quello che ha in mente. È ossessionato dalla perfezione: il modello, credetemi, è già in ottimo stato di lavorazione, ma lui vede solo le cose da migliorare. “Deve essere perfetta. Voglio che quando i clienti verranno a vederla, trovino qualcosa di unico”. Non c’è ragione di temere il contrario.
Cosa ha ispirato la tua avventura, la Totem Automobili?
Lavoravo in Alfa Romeo come designer e col tempo ho realizzato che non mi piaceva più il concetto delle auto nuove di oggi. Secondo me le auto moderne invecchiano troppo velocemente e si assomigliano tutte tra di loro: non hanno quell’identità contraddistingue le auto del passato. Da questa idea è cominciata la ricerca di un’auto che mi piacesse davvero; e quando l’ho trovata l’ho portata al passo con i tempi. Una moderna rivisitazione del passato.
Quali modifiche hanno seguito il ‘trapianto di cuore’ del motore? E che cosa è rimasto originale?
Lo scheletro della vettura è originale, ma tutto il resto è cambiato per accomodare il nuovo motore centrale posteriore, le batterie e sopratutto sostenere una potenza di circa 500 cv. Per rinforzare la struttura (cui ha collaborato l’ingegner Guido Rossetto, ndr) abbiamo studiato un rollbar che si rifà alle auto dell’epoca; poi abbiamo trasformato il ‘case’ in acciaio che contiene il pacco batteria – che sta sotto ai sedili – in un elemento portante del telaio. Anche le sospensioni sono state completamente riviste: ora sono multilink dietro e MacPherson davanti; sono realizzate in alluminio e utilizzano ammortizzatori Bilstein regolabili manualmente o elettronicamente come optional. Il motore scarica tutta la potenza alle ruote attraverso un differenziale autobloccante. In buona sostanza è una macchina da corsa vestita da sera.
Carbonio a volontà, passaruota allargati, grandi cerchi in lega sono gli elementi che saltano subito all’occhio. Come siete intervenuti sulla carrozzeria della Giulia?
Della scocca originale è restato ben poco: soltanto alcuni lamierati, alcune paratie interne e i montanti, dove abbiamo tolto i gocciolatoi. Tutto il resto è nuovo e realizzato in carbonio. La carrozzeria è stata allargata di 18 cm: passa dai 158 cm di larghezza originali a 176, mentre per i cerchi abbiamo scelto dei leggerissimi elementi forgiati da 17″. Dimensione utile a contenere il nuovo impianto frenante realizzato dalla Brembo con dischi da 345 mm sia davanti sia dietro. Nella parte della coda si notano le differenze maggiori con la Giulia GT originale: abbiamo scelto nuovi fanali tondi a led – quelli originali a molti non piacevano e l’elemento circolare è comunque una citazione ad altri modelli della storia Alfa Romeo – e il paraurti di nuovo disegno integra un grande diffusore che stabilizza l’auto in velocità senza bisogno di una vistosa ala posteriore. Davanti anche i fari sono a led. Sono quattro e sono disposti uno sotto l’altro per ricordare le auto da rally degli anni ’60.
Raccontaci qualche chicca della messa a punto…
L’acceleratore è di tipo elettronico e c’è un selettore per il cambio sequenziale. Abbiamo infatti costruito un meccanismo elettronico che simula una trasmissione sequenziale con ‘veri e propri’ cambi di marcia anche in funzione della modalità di guida selezionata.
Cosa significa una trasmissione sequenziale simulata?
Si tratta di una tecnologia brevettata in grado di emulare prestazioni, sound e vibrazioni di un motore termico e della sua trasmissione su un powertrain elettrico. A seconda della modalità di guida selezionata cambia la curva di coppia del motore, la potenza, ma anche il numero di marce: questi elementi lavorano insieme a dei generatori di suoni e vibrazioni che seguono in tempo reale ciò che fanno vettura e pilota. Questo sistema, denominato McFly, è nato sulle due ruote ed è stato presentato a Eicma 2019 con il concept Emula: ancora di più degli automobilisti, molti motociclisti non possono neanche pensare di andare in moto senza cambiare marcia o sentire il sound del motore. Le potenzialità sono però molto grandi anche per le auto, non soltanto per il suono di per sé, ma anche per configurare la distribuzione della coppia come meglio vogliamo a seconda della strada o del circuito che stiamo percorrendo selezionando la rapportatura delle marce preferita. Oppure la potenza, il freno motore e la risposta al pedale dell’acceleratore.
Quanta autonomia avrа la Giulia GT Electric?
Nonostante la grande potenza del motore, che avrà tra i 485 e i 520 cavalli di potenza massima, l’auto potrà percorrere fino a 400 km con una carica. Il merito è del pacco batteria, realizzato da noi, che utilizza un liquido militare per mantenere una temperatura costante che non supera mai i 38 gradi; stiamo parlando di un valore da record rispetto alle principali auto elettriche sul mercato che possono arrivare anche a 70 gradi con una conseguente – e veloce – perdita di autonomia. Le componenti elettroniche del sistema elettrico hanno preso lo spazio lasciato libero dal motore termico sotto al cofano insieme alle vaschette che contengono il liquido di raffreddamento.
Quando arriverà l’auto di serie?
La vettura in esposizione è il prototipo zero. Entro pochi mesi la presenteremo al pubblico, probabilmente online. Diciotto mesi dopo l’unveiling ufficiale contiamo di iniziare le consegne dei primi esemplari tra i venti previsti a un prezzo di 430mila euro.