La Ferrari a Le Mans: i successi del Cavallino pt.1

La Ferrari a Le Mans: i successi del Cavallino pt.1

Negli anni più recenti, tifare il Cavallino al di fuori della Formula 1 ha significato quasi unicamente seguire le competizioni GT; ma non è sempre stato così. Nella storia della Ferrari, le gare di durata e, più in particolare la 24 Ore di Le Mans, hanno avuto grandissima importanza: l’azienda di Maranello ha lottato per diverse stagioni per la vittoria assoluta e tra il 1949 e il 1965 ha raggiunto l’obiettivo ben nove volte con, tra gli altri, una straordinaria serie di cinque successi consecutivi dal 1960 al 1965. In attesa di vedere la hypercar che nel 2023 riporterà il rosso Ferrari in prima categoria, è bene fare un breve ripasso (in tre episodi) di tutti i successi francesi del Cavallino.

Le Mans 1959. Trionfa Chinetti su Ferrari 166 MM

Le Mans 1959, Ferrari 166 MM (Foto: Archivio Ferrari)

1949, LA CAVALCATA DI CHINETTI. Nel 1949 la corsa su pista più importante del mondo riparte. Il paesaggio ridonda di doline causate dalle bombe, ruderi di edifici e inquietanti mucchietti di terra che nascondono mine da bonificare. Il circuito della Sarthe, quasi tredici chilometri e mezzo, viene restaurato e riasfaltato. Le regole prevedono cinque classi, riparazioni con attrezzi e pezzi di ricambio a bordo, rifornimento dopo venticinque giri percorsi o 210 miglia. Luigi Chinetti, classe 1901, è un veterano: ha vinto nel ’32 e nel ’34 con le Alfa Romeo 8C 2300. Non è più un ragazzo, ha già 48 anni. Ma la guerra ha creato una scorza molto spessa e consistente. Tutt’intorno non è certo un florilegio di bolidi all’ultimo grido, anzi. Molte vetture sono modelli ante guerra aggiornati, si deve fare di necessità virtù. Chinetti corre con Peter Mitchell-Thomson, Lord Seldsdon su una 166 MM n.22. È l’esemplare che due mesi prima ha vinto la Mille Miglia con Biondetti. Non c’è granché da dire: Alle 4 la gara parte e la Delahaye scatta in testa. Chinetti risale fino al terzo posto e dopo la mezzanotte conquista la leadership. Alle 4 di mattina accumula ben tre giri di vantaggio. Alle quattro del pomeriggio l’Italoamericano taglia il traguardo: ha guidato quasi sempre lui!

Le Mans 1954. Ferrari 375 Plus

Le Mans 1954, Ferrari 375 Plus (Foto: Archivio Ferrari)

1954, MARANELLO CONTRO COVENTRY. L’edizione del ’54 si profila in equilibrio: fuori la Lancia e la Mercedes (che si concentra sulla F1), la battaglia è tra Jaguar (con la nuova D-Type), Porsche (con le piccole e velocissime 550 RS), Maserati con le A6 GCS/’53 (una monta un 6 cilindri 2,5 litri) e Ferrari. Maranello schiera due 375 Plus con l’ultima evoluzione del V12 ‘Lampredi’ portato a cinque litri per oltre 350 cv. La corsa inizia sotto il cielo minaccioso con le Ferrari in testa ma rapido si scatena il diluvio e diventa, così, un affare tra Ferrari e Jaguar. Ancora all’ora di cena Gonzales è primo e dopo la mezzanotte lui e il compagno di posto-guida Trintignant hanno due giri di vantaggio davanti a Duncan Hamilton e Tony Rolt sulla D-Type. Al sorgere del sole la 375 Plus in testa inizia a sentire la pressione del Giaguaro. Il Cavallino resta primo fino alle fasi conclusive quando, ferma ai box per rifornire, la 375 Plus non vuol saperne di ripartire. Dopo sette lunghissimi minuti i meccanici riescono a rimettere in moto il V12, Gonzales riparte con meno di un giro di vantaggio. Ma tiene duro e va a vincere. 

Le Mans 1958, Ferrari 250 Testa Rossa (Foto: Archivio Ferrari)

Le Mans 1958, Ferrari 250 Testa Rossa (Foto: Archivio Ferrari)

1958, UN LAGO D’ACQUA. All’edizione del 1958 possono partecipare solo motori atmosferici fino a tre litri. Jaguar non è presente ufficialmente ma la Casa Madre ha comunque fornito assistenza ai privati. Il duello principale vede opposte Italia e Inghilterra, le Ferrari 250 Testa Rossa da un lato, Jaguar Lister, Aston Martin e Lotus dall’altro. Maranello si presenta con ben sei Testa Rossa, quelle ufficiali affidate a Hawthorn/Collins, Hill/Gendebien e Von Trips/Seidel. Ulteriore opposizione arriva da Lister, Porsche, Lotus e Maserati. Alla partenza Stirling Moss va in fuga e nella sola prima ora di gara i primi tre doppiano tutti i concorrenti. Alle 6 di sera l’inglese rompe una biella e si ritira, Hill passa in testa. Nella notte un diluvio si abbatte sul circuito e inizia una vivace selezione: la pista inondata procura molti incidenti che portano a continui capovolgimenti di fronte; ma davanti ci sono l’americano e il belga. Alle due del mattino mentre l’acqua continua a scrosciare ci sono ventisei piloti a pieni giri, la metà dei partenti: Hill e Gendebien sono in testa, Duncan Hamilton e Ivor Bueb sono secondi a oltre un giro. Durante la mattinata Hamilton, ottimo 2° con la D-Type, si rovescia all’Arnage e quasi annega. La Ferrari in testa si ritrova con un vantaggio di ulteriori dieci giri da gestire. Arriva finalmente il sole e l’asfalto si asciuga. Hill e Gendebien trionfano e portano a Maranello il terzo successo. (Immagine di copertina: Archivio Ferrari)

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