Kimi Räikkönen lascia la Formula 1
Alla fine della stagione in corso Kimi Räikkönen spegnerà il motore e scenderà dalla sua monoposto. Kimi ‘Iceman’ Räikkönen, ha recentemente annunciato il suo ritiro dalla massima Formula a fine stagione. L’asso finlandese, ultimo pilota ad aver vinto un titolo iridato alla guida di una Ferrari, è attualmente il pilota con più presenze all’attivo in griglia con 344 gare disputate, un record. Lascerà il Circus dopo 19 stagioni con 21 Gran Premi vinti, 103 podi, 18 pole position, 46 giri veloci e — ad oggi — 1865 punti in carriera. Ciliegina sulla torta, il Campionato del Mondo a bordo di una monoposto del Cavallino Rampante: correva l’anno 2007 e con la F2007 riuscì a portare a casa anche il Titolo Costruttori.
GLI INIZI. Kimi nasce in una famiglia non molto facoltosa – suo padre era un operaio che costruiva e asfaltava strade – e ad otto anni muove i primi passi nel mondo dei kart. Nel 1999 approda al Campionato Britannico di Formula Renault dove corre per il team Manor. L’anno successivo conquista il titolo grazie a 7 vittorie su 10 gare, 7 pole e 6 giri veloci. Nello stesso anno, gareggia anche nella Formula Renault Internazionale, dove ottiene 2 vittorie, 2 pole e 2 giri veloci. Su 23 gare alle quali aveva partecipato fino a quel momento a bordo di una monoposto, Kimi aveva conquistato il gradino più altro del podo in oltre il 50 percento dei casi, fatto che attira l’attenzione di Peter Sauber. Quest’ultimo lo invita ad una sessione di test al Mugello, dove questa volta cattura anche l’interesse del già plurititolato Michael Schumacher, in loco per alcuni test con la Scuderia Ferrari. Kimi fa registrare ottimi tempi e si guadagna l’ingaggio per la stagione 2001: per la prima volta nella storia esordirà in Formula 1 un pilota con solo 23 gare all’attivo, di cui peraltro nessuna nelle tradizionali formule propedeutiche alla massima categoria motoristica come Formula 3 o Formula 3000.
IN FORMULA 1, DIRETTO. Il debutto avviene nel Gran Premio d’Australia, con una superlicenza FIA provvisoria valida per le prime sei gare, al volante di una Sauber C20. Conclude al sesto posto e si guadagna il primo punto mondiale. Impressionante. Pare che Iceman si fosse addormentato in macchina pochi minuti prima della partenza, dimostrando di non patire per nulla l’ansia della prima volta. La FIA, viste le premesse, gli concede subito la superlicenza definitiva. Conclude il calendario 2001 in decima posizione e Ron Dennis, patron McLaren, lo sceglie per occupare il posto lasciato vuoto dal due volte iridato Mika Häkkinen, anch’egli finlandese. Kimi vince nove Gran Premi con il team britannico nell’arco di cinque stagioni. Nel 2006, quando Michael Schumacher decide di lasciare la Ferrari, Kimi viene chiamato a Maranello: sarà lui il successore del Kaiser.
L’ULTIMO CAMPIONE MONDIALE IN ROSSO. Alla prima gara con il volante della F2007 tra le mani conclude in prima posizione, ottenendo anche pole position e giro più veloce – solo Juan Manuel Fangio e Nigel Mansell erano riusciti a fare altrettanto al debutto con una monoposto del Cavallino – e la stagione inizia nel migliore dei modi. Le successive gare non sono però una passeggiata: un ritiro in Spagna a causa di un problema elettronico, un ottavo posto a Monaco – era partito dalla quindicesima posizone a causa di un errore nelle qualifiche – un quinto in Canada e un quarto negli Stati Uniti. Kimi centra due vittorie consecutive in Francia e Gran Bretagna; a questi risultati seguono un ritiro al Nürburgring e due secondi posti in Ungheria e Turchia. A Monza, Gran Premio d’Italia, Iceman ha un incidente abbastanza grave nelle libere e in gara finisce solo terzo, dietro alle McLaren. In Belgio, dopo aver ottenuto la pole, il finlandese torna sul gradino più alto del podio, portando insieme a Massa il quindicesimo Titolo Costruttori alla Ferrari. In Giappone, sotto la pioggia, Kimi si ritrova nelle ultime posizioni a causa di un’errata scelta delle gomme ma rimonta fino alla terza piazza. A questo punto, con 17 punti da recuperare a Lewis Hamilton su 20 disponibili, il mondiale sembra ormai chiuso, ma grazie alle vittorie in Cina e Brasile arriva il suo primo ed unico Titolo Mondiale. Le successive due stagioni non sono tutt’altro che brillanti e meno fortunate: Kimi decide di lasciare la Formula 1 a fine 2009 per dedicarsi ad al Campionato Mondiale Rally. Rientra nel Circus alla guida di una Lotus, stagione 2012, ma la vettura non è certo in grado di lottare per la corona iridata, né quell’anno, né il successivo. Viene quindi richiamato in Ferrari, dove corre dal 2014 al 2018. La stagione migliore è l’ultima, dove, al volante della SF71H conclude il Campionato in terza posizione dietro Hamilton e Vettel. Nel 2019 diventa la prima guida del team Alfa Romeo Racing, chiudendo il Campionato in dodicesima posizione nel 2019 e in sedicesima nel 2020.
RECORDMAN. Oltre a detenere il record del maggio numero di Gran Premi disputati – ma anche conclusi – Kimi – statistiche alla mano – è il finlandese più vittorioso in Formula 1 – 21 – colui che ha fatto trascorrere il maggior lasso di tempo tra la prima e l’ultima vittoria – 15 anni, 6 mesi e 28 giorni – colui che ha disputato il maggior numero di Gran Premi tra la prima e l’ultima vittoria – 294 – colui che ha percorso il maggior numero di giri – oltre 18mila – e di chilometri nei Campionati di Formula 1 – oltre 90mila. È infine, a pari merito con Michael Schumacher, il pilota che vanta il maggior numero di giri veloci in una stagione – 10 – nonché il pilota che ha corso il maggior numero di stagioni totalizzano almeno un punto iridato.
SUL VAGO. E ora? Kimi, interrogato su quale potesse essere la sua attività nel futuro prossimo ha commentato: “Non voglio più condizionare la mia vita in base agli impegni della Formula 1. Adesso il focus è tutto sulla mia famiglia, voglio portare i miei bambini a scuola. Non ho fretta e non ho ancora riflettuto su cosa fare in futuro. Ci saranno delle opportunità ma non sono interessato a pensarci al momento”. Del resto, dopo quasi 350 Gran Premi e 19 stagioni, come biasimarlo?
