Il Superbus è morto, lunga vita al Superbus!
Il 18 maggio di sei anni fa ci lasciava Wubbo Ockels, il primo astronauta residente in Olanda ad andare nello spazio, nonché fisico e professore alla University of Technology (TU) di Delft. Non solo, il professor Ockels è stato anche un maître à penser di alto livello. Tornato dalla missione del 1985 che gli fece comprendere quanto il pianeta Terra fosse vulnerabile e in pericolo, si occupò di vari progetti legati ad un futuro più sostenibile come il LadderMill e il Superbus, senza dimenticarsi di auto e barche ad energia solare.
ENERGIE ALTERNATIVE. Il LadderMill, un grosso aquilone in grado di impiegare le correnti eoliche ad alta quota per produrre energia, ha dato origine alla start-up Kitepower che sta sviluppando la futura generazione di sistemi energetici alternativi. Una tecnologia brevettata che utilizza il 90 percento di materiale in meno a fronte del 200 percento in più di efficienza rispetto alle turbine eoliche che conosciamo – peraltro molto più onerose a livello di gestione. Per anni Ockels ha gestito il team Nuna, sviluppando pannelli fotovoltaici ad alta efficienza e coordinando lo sviluppo delle vetture ad energia solare protagoniste della World Solar Race. Anche il TU Delft Solar Boat Team ha primeggiato sotto la sua guida e oggi si sta preparando per vincere la sfida di scafo ad energia solare più veloce nell’attraversamento del canale della Manica. Sempre in prima linea, il suo era un modo completamente nuovo di pensare: in tutti i suoi progetti considerava un’ottica sostenibile per la natura, la terra e lo spazio, incoraggiando molte persone a pensare ad un’energia che fosse più sostenibile e aiutandole a creare progetti che utilizzassero fonti di energia rinnovabili abbracciando mezzi di comunicazione come i social media – allora inediti – per stimolare e diffondere la conoscenza.
SUPERBUS. Una delle sue trovate per migliorare il trasporto collettivo su gomma è stato il Superbus, progettato insieme all’ingegnere aerospaziale Joris Melkert ed ad Antonia Terzi, prima donna ingegnere in Formula 1 ex Ferrari e Williams. Il Superbus è un prototipo di autobus elettrico realizzato con tecnologia aeronautica in grado di trasportare 23 passeggeri ad una velocità di crociera di 250 km/h. Una specie di limousine ad alte prestazioni, con tre assi sterzanti e un coefficiente di penetrazione aerodinamica molto basso. Inizialmente è stato proposto come alternativa alla linea ferroviaria Amsterdam-Heerenveen-Groningen o sulla più breve Heerenveen-Groningen: l’idea è quello di farlo viaggiare come un missile su corsie stradali extraurbane appositamente costruite. A differenza di un treno ad alta velocità, più rapido, il Superbus raggiungerebbe qualsiasi cittadina senza l’obbligo di rotte imposte. Ad organizzare il percorso di ogni veicolo della flotta ci penserebbe un sistema centrale online capace di organizzare i biglietti prenotati e programmare le percorrenze necessarie nel più breve tempo possibile, prelevando i viaggiatori praticamente sotto casa.
LEGGERO. Le dodici portiere del Superbus sono ad ala di gabbiano e consentono ai passeggeri di accedere all’interno dove li accoglie ambiente comodo ed insonorizzato, senza rumori o vibrazioni di alcun genere. Ci sono airbag per ogni occupante, sedili ergonomici con funzione massaggio e non mancano i dispositivi multimediali. Pesa solo 1300 chilogrammi nonostante i 15 metri di lunghezza. La struttura portante è costruita con un nastro unidirezionale in fibra di carbonio Torayca T700, unita ad un tessuto triassiale sempre in fibre di carbonio cucito a +/- 45°, prodotto dall’italiana Selcom. La carrozzeria è costruita interamente in composito laminato carbonio-epossidico, ottimizzata dalla Nedcam che ha realizzato il concept design.
SVILUPPO INTERROTTO. L’altezza da terra può essere regolata per superare dossi, rampe o dislivelli. Gli ammortizzatori Koni FSD adattivi conferiscono al Superbus una dinamica più rigida in curva e un comfort più elevato durante le andature rettilinee. I pneumatici 315/50-22 sono stati sviluppati appositamente da Vredestein, i cerchioni in magnesio e carbonio sono stati progettati da Dymag per mantenere un peso inferiore a 16 kg e sopportare un carico statico che supera la tonnellata e mezzo. I dischi carboceramici consentono decelerazioni fino a 1,2 G. La sicurezza attiva del Superbus è affidata ai sistemi di rilevamento degli ostacoli mediante apparecchiature radar e un sistema di guida elettronica a risposta rapida. Quella passiva è determinata dall’elevato grado di resistenza alla rottura della cabina. Il prototipo è dotato di un pacco batterie riciclabile collocato sulla coppia di assi motrici posteriori, basato sulla chimica LiFePO4. Oggi, con accumulatori di nuova tecnologia e con densità di energia più elevata, avremmo un notevole incremento nell’autonomia. Il progetto prese vita nel 2004 con un investimento di circa 19 milioni di dollari, l’idea era quello di commercializzarlo in tutto il mondo. Oggi, senza il professor Ockels e quella sua inarrestabile passione per l’innovazione sostenibile, è fermo in attesa del proprio principe azzurro e di batterie di ultima generazione (Testo: Alberto Spriano).