I mostri della velocità: gli anni ’80

I mostri della velocità: gli anni ’80

Dopo aver passato in rassegna gli anni ’50, ’60 e ’70, selezionando quelle che per noi sono state le auto più mostruose – in termini di obiettivi prestazionali, eccoci finalmente nell’epoca dell’eccesso. Quello vero. Eccoci giunti ai mitici anni ’80, con le impressionanti Formula 1 dell’era turbo, le spaventose vetture da rally Gruppo B e tutto qual sapore di analogico estremo che a noi di Veloce fa perdere la testa. Negli episodi precedenti abbiamo parlato di vetture uniche, eleganti e pionieristiche: oggi abbiamo raccolto tre esempi – sempre rigorosamente realizzati per circolare su strada pubblica – , veri e propri stereotipi di questo decennio. Per ricordare, anche a chi è venuto dopo, quali erano le macchine che facevano veramente paura quando eravamo piccoli. Ancora una volta vale la pena ricordare che controlli di trazione e freni carboceramici non sono ancora entrati in gioco e, sebbene siano optional quasi pronti per essere inseriti a listino, diventeranno comuni solo tanti anni dopo. Facendo di queste supercar dei mostri – eccezion fatta per la 959 – cento per cento analogici.

ford-RS200 Evo E

PORSCHE 959 (1986). Alla Porsche vogliono iscrivere una vettura al Gruppo B e, tra il 1986 e il 1988, sfodera 292 esemplari della sua supercar affinché questa possa ottenere l’omologazione. La 959 ha un complesso sistema di trazione integrale, sospensioni a controllo elettronico, sensori di pressione pneumatici, quattro valvole per cilindro, raffreddamento ad acqua delle testate, pistoni forgiati in alluminio, bielle in titanio, due turbocompressori sequenziali e molto altro. Addirittura, un sistema elettronico esclude una delle due turbine ai regimi più bassi e la fa entrare in gioco solo quando si spalanca il gas. Il sei cilindri boxer di 2850 cc pompa 450 cavalli che si traducono in 314 km/h e scatto sullo 0–100 km/h in 3″7. È l’auto stradale più veloce al mondo, ma soltanto fino al 1987.

porsche-959 A

FERRARI F40 (1987). Nata per celebrare i 40 anni d’attività del Cavallino Rampante e per battere la 959, la F40 (cui abbiamo dedicato ampio spazio qui) è l’ultima vettura nata sotto la supervisione del Drake in persona. È stata la prima auto stradale nella storia di Maranello a essere costruita con svariati materiali compositi: kevlar per il telaio, fibre di vetro per la carrozzeria, resine aeronautiche per i serbatoi e plexiglass per i finestrini laterali. Nel 1987 è l’auto stradale più veloce mai costruita con i suoi 326,193 km/h dichiarati, peraltro spesso superati in numerosi test. Il cuore di questo gioiello è un otto cilindri a V di 90° da tre litri sovralimentato da due turbocompressori IHI in grado di sputare sull’asfalto 478 cavalli e 577 Nm di coppia massima. Le sospensioni anteriori e posteriori sono indipendenti, con bracci trasversali molle elicoidali e barra stabilizzatrice. Esse, grazie ad ammortizzatori oleopneumatici regolabili dall’abitacolo, possono essere impostate su tre modalità differenti per altezza da terra e rigidità, tali da assecondare lo stile di guida e adattarsi alle condizioni d’esercizio. Il peso della F40 è contenuto in 1155 kg.

1. Ferrari F40 B

FORD RS200 EVOLUTION (1987). Una versione stradale delle RS200 – come per molte altre vetture particolarmente spinte di questi anni – è la prassi da seguire se si vuole partecipare al Gruppo B come previsto dalle regole della FIA. Così la Ford realizza 200 veicoli da spargere sulle strade europee più un’altra ventina da utilizzare nelle competizioni. 25 vetture delle 200 originali prendono il nome di RS200 Evolution; al posto del propulsore milleotto da 258 cavalli – vengono aggiornate alla versione E2 del propulsore che nella versione da gara arriva ad erogare oltre 820 cavalli. Si tratta del quattro cilindri 2.1L con turbocompressore Garrett T3 sviluppato dalla Hart che sulle Evolution stradali scatena l’incredibile cifra di 580 cavalli. Considerando il peso piuma di 1050 kg, bastano circa 3″, millesimo più millesimo meno, per scattare da 0 a 100 km/h.

ford-RS200 Evo C

  • 1. Ferrari F40 B
  • 1. Ferrari F40 C
  • 1. Ferrari F40 D
  • 1. Ferrari F40 E
  • porsche-959 C
  • porsche-959 A
  • porsche-959 B
  • porsche-959 D
  • ford-RS200 Evo C
  • ford-RS200 Evo E
  • ford-RS200 Evo A
  • ford-RS200 Evo D
  • ford-RS200 Evo B
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2 commenti su “I mostri della velocità: gli anni ’80”
  • Alberto Spriano ha scritto:

    A questa trittico aggiungerei un altro gruppo B stradale, ovviamente.

    Non la Peugeot 205 T16 o la sgraziata Lancia S4, plafonate nelle versioni stradali a soli 200 cavalli.

    Non resta allora che lei: la quattro passo corto, realizzata per far fronte ai problemi di maneggevolezza della precedente Audi Sport quattro.
    Una compatta Audi Sport quattro dal passo di 320 mm, per omologare in gruppo B il nuovo telaio a passo corto.
    Motore 5 cilindri turbo Audi Sport quattro ridimensionato di un soffio nella cilindrata, ma non nelle prestazioni, per rientrare nel peso minimo inferiore del gruppo B.
    Un gruppo B stradale particolare: l’unico con il motore collocato all’avantreno in posizione longitudinale e la più evoluta trazione Audi quattro con 3 differenziali di cui il centrale e il posteriore bloccabile.
    In questo gruppo B stradale c’è tutto: maneggevolezza, equilibrio nella distribuzione dei pesi, quattro ruote motrici e oltre 300 cavalli a 6700 giri/min. Non imbarazza ai bassi regimi la coppia motrice di 370 Nm a 3700 giri/min.
    Il motore, caratteristico cinque cilindri in linea è tutto fuso in lega leggera di alluminio, twin-cam, 4 valvole per cilindro, la miglior iniezione elettronica Bosch dei tempi e sovralimentazione con il più prestante turbogruppi KKK.
    Precisissimo il cambio manuale a 5 rapporti a innesti frontali.
    Per fermarsi più che adeguati i freni a disco autoventilati da 280 mm di diametro con pinze freno a 4 spingenti, oltre all’ABS Bosch.
    Tutto questo ben di dio in 1298 kg di peso, anche perché la carrozzeria era in compositi, portiere a parte, realizzata dallo specialista di Stoccarda Baur.
    L’Audi Sport quattro stradale, passo corto accelerava da 0 a 100 km/h in 4,8 secondi e si stabilizzava attorno ai 250 km/h.
    La corta stradale servì ad Audi Sport a realizzare la Sport quattro S1 spazzaneve e la successiva evoluzione Sport quattro S1 E2 da 600 cavalli, quelli che misero dietro tutte e tre le Peugeot 205 T16 Evo2 alla Pikes Peak International Hill Climb del 1987 con l’autiere del Vescovo di Regensburg, al secolo Herr Walter Röhrl.

  • t5457925 ha scritto:

    ci sono molte gruppo b da elencare ,dimenticate ma sempre belle o sempre elencate :
    Audi quattro A1 1982
    quattro A2 1983
    Sport quattro S1 1984
    Sport quattro S1 E2 1985
    Austin Rover MG Metro 6R4 1985
    BMW M1 1983
    Citroën Visa Trophée 1982
    BX 4TC 1986
    Ferrari 308 GTB 1982
    288 GTO 1985
    Ford RS200 1986
    Lancia 037 1982
    037 Evo 1983
    Delta S4 1985
    Mazda RX-7 1984
    Nissan 240 RS 1983
    Opel Ascona 400 1982
    Manta 400 1983
    Peugeot 205 T16 1984
    205 T16 ,Evo2 1985
    Porsche 911 SC/RS 1982
    959 1985
    961 1986
    Renault 5 Turbo 1983
    5 Maxi Turbo 1984
    Toyota Celica Twin-Cam Turbo 1983
    Mitsubishi starion 4WD 1984.
    oltre Le gruppo S modelli di auto rari ;
    Lancia ECV
    Ford RS200
    Audi Sport quattro RS 002
    Vauxhall Astra 4S
    Toyota MR2 222D

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