Hubert Auriol, l’Africano che conquistò Dakar

I grandi lo sono fino alla fine. Non ci sono scuse. E Hubert Auriol era un grande. Soprannominato l’Africano, lui che, nato a Addis Abeba nel 1958, africano lo era davvero, conferma la validità di questo soprannome anche sul campo, cominciando a correre la Dakar dal giorno uno, cioè nel 1979. Dalla sua terra infuocata porta a casa tre vittorie, due in moto (BMW) e una in macchina (Mitsubishi). Oltre che entrambe le caviglie fracassate.

QUANDO LA FORTUNA TI DICE TI SPEZZO LE GAMBE… È lui l’uomo che i fratelli Castiglioni scelgono per sbarcare nel deserto con la Cagiva Elefant, l’endurona motorizzata Ducati con la super sexy livrea Lucky Explorer. E Auriol ce l’avrebbe anche fatta a fare il colpo di vincere al suo debutto (e intendo della moto). Ma la sfortuna ci mette le zampino, anzi diciamo pure due, e gli fa fare un incidente pauroso in cui gli spezza, letteralmente, le gambe (1987). Ma non basta, il massimo della sfiga è che il pilota francese era ormai in vista di quel traguardo che l’avrebbe iridato… Ma Auriol è uno che fa le cose per bene, e così la Elephant che lascia in eredità a Edi Orioli è messa a punto come si deve (e gli anni successivi lo dimostreranno al mondo intero).

IN AUTOMOBILE. E poi lui è un lottatore, e se a Dakar non ci può più arrivare in moto, vorrà dire che ci andrà in macchina. E fu così che questo motociclista vinse pure su quattro ruote (1992), diventando così il primo concorrente ad arrivare sul gradino più alto del podio in entrambe le categorie. Quando si ritira dalle corse, dopo il secondo posto del 1994, il mal d’Africa non gli è ancora passato e si butta a capofitto nell’organizzazione del raid più massacrante del mondo. Se n’è andato per le complicazioni di questo accidenti di Covid. Ma pare che all’ultimo gli fischiassero le orecchie. Già perché in quel momento, il pensiero di tutti i concorrenti della Dakar, sono stati per lui.