Guarda papà, quella macchina vola
Dopo sei mesi di stop pandemico, le macchine volanti del rally mondiale sono tornate lo scorso fine settimana a decollare sotto i cieli e sopra i prati d’Estonia. La quarta tappa del campionato WRC, disputatasi a Tartu lo scorso week-end, è stata una festa di gente e di sport, nonostante la violenta pioggia estone e le misure di sicurezza talvolta asfissianti, ma necessarie. Non sono mancati i patemi d’animo legati alle prossime tappe in Turchia e Sardegna (si faranno? Ci saranno confinamenti per chi partecipa? Si finirà il campionato?) e non sono mancate le sorprese, le forature e i cambi programma inattesi, ma alla fine la festa si è tenuta e ha fatto felici tutti.
FESTA A TUTTO GAS. Perché alla fine, il rally è soprattutto questo: una festa, dove gente fa la fila e si accalca sulle strade o nelle campagne per vedere delle auto che non sono le più veloci del mondo (per fortuna), ma fanno cose folli in maniera veloce e spettacolare. Cose con le quali i bambini si riempiono gli occhi e i grandi testano il limite da scavalcare. Soprattutto, nel rally ci sono ancora i cavalieri senza paura e i loro scudieri, ovvero piloti e meccanici che lavorano senza sosta dalle sei del mattino fino a mezzanotte (e spesso anche durante la notte se le prove sono notturne) per rosicchiare un decimo di secondo. Una sorte che tocca a chiunque faccia parte di questo giro romantico e antico, tipo chi fa catering e i gommisti come Pirelli tra i pochi italiani presenti nel rally di vertice e dal prossimo anno monofornitori anche della classe regina.
I PROTAGONISTI. Eroi senza divismo, tenuti su dalla passione e da ingaggi lontanissimi da quelli di altre categorie. Chi riconoscerebbe per strada l’estone Ott Tänak che su Hyundai ha vinto a Tartu nella classe regina, praticamente dominando tutte le 17 prove? O l’irlandese Breen Craig (compagno di scuderia dell’estone ) e il campione in carica Sebastian Ogier (su Yaris), piazzatisi rispettivamente secondo a 13″2 e terzo a 24″9? O peggio, il lettone Martin Sesks che su Ford Fiesta si è imposto tra gli junior? Forse nessuno, eccetto quelli che, animati dalla loro stessa passione per l’odore di benzina e gomme bruciate, li aspettano sotto la pioggia per vederli passare tra dossi, viottoli e cavalcavia. Che poi è tutto ciò che conta per loro, insieme al fatto che le macchine sono tornate a poter volare.