Gli Anni ’80 della Porsche 911 – Parte 1
Negli Anni ’80 c’è stata una piccola Dolce Vita che ci ha fatto superare la pesantezza della decade precedente. In Italia domina il motore turbo studiato per abbattere l’IVA, nei rally c’è l’esagerato Gruppo B e in Formula 1 è lotta tra Williams, Brabham e McLaren. La Porsche 911 segue la logica dell’evoluzione progressiva e instancabile: da SC si trasforma in Carrera, 3200, da modello apparentemente saldato per sempre ai suoi valori forti e duri come l’acciaio, nell’88 rompe con il passato e la 964 irrompe nel futuro-presente. Ecco una piccola storia degli Anni ’80 della Elfer attraverso i modelli che si sono avvicendati.
911 SC III° SERIE 1981. Nell’agosto 1977 la nuova 911 SC tre litri sostituisce la 2.7 e la Carrera 3000. Il motore è lo stesso di 2994 cc, ma la potenza decresce da 200 a 180 cv. Nel 1979 guadagna solo 8 cv ma nel 1981 finalmente l’SC III Serie porta grandi novità. Il boxer a sei cilindri ha nuovi alberi a camme, maggiore compressione e migliore combustione. La potenza sale a 204 Cv, il cambio a cinque marce ha rapporti più lunghi e vola a 235 km/h; lo scatto da 0 a 100 km/h avviene in 6″5. Si riconosce per il faro antinebbia posteriore. Lo stesso anno al Salone di Francoforte, la Casa di Stoccarda stupisce con un clamoroso prototipo: una 911 Cabriolet con trazione integrale e carrozzeria Turbolook, una Porsche mai vista dai tempi della 356 C Cabrio, l’ultima Porsche scoperta della storia. Essa è il prodromo alla 911 SC Cabriolet introdotta nell’82, versione che si affianca a Coupé e Targa portando tratti più ‘femminei’ al carattere speciale e ferale della Elfer. L’SC scoperta restituisce l’immagine di una sportiva più dolce e gentile che, ogni tanto, ti appaga anche se non la conduci di traverso fuori da un tornante. Il sei cilindri ‘piatto’ è un invito a goderlo in massima parte capote abbassata (movimento solo manuale, unico colore nero) gustando il ventolone che ti inebria l’udito.
911 TURBO FLACHBAU 1981. Nel 1978 nasce il reparto Ordini Speciali. È il periodo in cui la produzione si allarga: 911, 924 e 928. È normale che, in un catalogo così ampio, i clienti con una disponibilità elevata sentano il desiderio di qualcosa di unico. Figuriamoci i proprietari della impetuosa Turbo. Guardando alla 935 da corsa viene sviluppata una versione ultra-particolare, la 3.3 Flachbau, in inglese Flatnose o Slantnose. È la 911 a cui non è possibile chiedere di più. La sua caratteristica estetica più evidente è il frontale ‘schiacciato’ con i fari, prima integrati nel paraurti e poi – dal 1985 – a scomparsa come sulla 935. Nell’87 la Turbo di serie è in listino anche Targa o Cabriolet. Ora la Flachbau dispone di un intero reparto (la divisione Exclusive) e al vertice assoluto si posiziona la Turbo 3.3 Exclusive Flachbau. Più di lei non ce n’è. Grazie al turbo maggiorato, una nuova centralina, la distribuzione modificata, il radiatore olio aggiuntivo e un nuovo intercooler sviluppa 330 cavalli e circa 470 Nm. Dichiara 275 km/h di punta massima.
911 SC/RS 1983. Con la nascita del Gruppo B i rally eccitano gli animi. Porsche lancia il progetto della ultra-complessa 959. Lo sponsor Rothmans chiede una 911 da rally per il Gruppo B rapida da allestire. Si decide di lavorare sull’SC. L’SC/RS è una Gruppo 3 convertita al Gruppo B che consente di evitare l’utilizzo della più pesante Carrera 3.2. Essa mostra la bravura di Porsche nello studio del rapporto peso/potenza: la spoliazione dell’SC è radicale e vengono eliminati il riscaldamento, la ventilazione, i sedili posteriori, i pannelli porta e il rivestimento abitacolo. La trasformazione in Gruppo B prevede poi una carrozzeria alleggerita, il rollbar, cofani in alluminio, paraurti in plastica, vetri più sottili, ammortizzatori Bilstein regolabili, freni potenziati, serbatoio da 80 litri e una trasmissione da competizione. La potenza base del boxer di 3 litri è di 255 cv. La produzione ammonta a venti esemplari, dei quali cinque per la squadra ufficiale Porsche Rally. I migliori risultati sono il terzo posto al Monte Carlo ’82 e il terzo al Rally di Corsica ’85: contro le quattro ruote motrici dei concorrenti non c’è storia.
911 CARRERA 3200 1984. Al Salone di Francoforte ’83, vent’anni dopo la prima 911, debutta la Carrera 3.2 con carrozzeria Coupé, Targa e Cabriolet. Il 6 cilindri boxer di 3164 cc eroga 231 cv grazie alla moderna iniezione Bosch Motronic. Tocca 245 km/h, ha il cambio a 5 marce e i freni maggiorati rispetto all’SC con regolatore di frenata. Il design è simile, con qualche novità di dettaglio: cerchi a cinque fori di serie (ricordano un disco del telefono) mentre i Fuchs sono optional e lo spoiler anteriore con i fendinebbia integrati. Gli interni sono simili all’SC e si riconoscono per il nuovo volante a quattro razze e il tachimetro con scala a 260. È disponibile anche in versione Turbolook con carrozzeria, freni e assetto della Turbo. Poche le evoluzioni durante la sua carriera: la più importante è l’adozione di un nuovo cambio a cinque marce (il G50 che sostituisce il 915) introdotto sul Model Year ’87.
PORSCHE 911 TURBO 3.300 1980 – 89. La ‘bestia’ delle Elfer era diventata un mostro nel ’77 quando era passata da 3 a 3,3 litri ed era stato aggiunto l’intercooler. Passando da 265 a 300 cv era diventata un veicolo ‘sconsigliato nei giorni di brutto tempo’. All’inizio della decade ci sono riviste che riescono a spuntare tempi sullo scatto da 0 a 100 orari in meno di 5″. Dal Model Year ’83 la Turbo riceve alcune migliorie di motore: aumenta la coppia (da 410 a 430 Nm) e diminuisce leggermente il consumo. Non si registrano novità fino al 1986 quando la gamma si allarga alle versioni Targa e Cabriolet. L’ultimo aggiornamento debutta nel 1989, l’ultimo anno di produzione, con l’adozione del cambio a cinque marce in luogo del difficile quattro rapporti (che aveva una seconda da quasi 140 orari!). Tra gli optional si segnala l’utilissimo ABS.