Flop automobilistici: Vector W8

Flop automobilistici: Vector W8

Avete mai sentito parlare della Vector W8? Se state leggendo queste righe, probabilmente sì. Ma forse non sapete quanto lunga e tortuosa sia stata la strada che l’ha portata a mettere le ruote su ruote. 

TUTTO EBBE INIZIO… Nel 1971 Jerry Wiegert fonda la Vehicle Design Force in coppia con Lee Brown, apprezzato imprenditore nel settore custom e titolare della Precision Auto Body di Hollywood. Sognano di produrre una supercar ispirata al mondo dell’aeronautica (per Wiegert una vera ossessione), e perciò contraddistinta da caratteristiche straordinarie.

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IL SOGNO PRENDE FORMA. I due soci, in particolare, vogliono sfidare le italiane e le tedesche con un prodotto di pari caratura. Su questi presupposti presentano al salone di Los Angeles del 1972 il prototipo W2, sigla in cui la “W” sta per “Wiegert e 2 è il numero dei turbo che sovralimentano il motore. È solo un modello in scala 1:1, senza un abitacolo né un cuore pulsante. Mentre il progetto si avvia alla fase successiva e arriva un bel motore Porsche, Wiegert e Brown litigano e quest’ultimo decide di chiamarsi fuori.

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QUASI TUTTA D’ALLUMINIO. La Vector W2, intanto, raccoglie interesse, si aggiorna e si sviluppa: nel ’77 un nuovo prototipo è mostrato in California e sfoggia una forma più evoluta; tuttavia, si tratta ancora di un’auto non in grado di muoversi sulle sue ruote. Due anni dopo ecco finalmente il primo prototipo marciante: è mosso da un 5.7 V8 con 600 CV e promette di sfrecciare fino alla folle velocità di 389 km/h. Il telaio è quasi tutto in alluminio, con il solo tetto in acciaio per dare rigidità alla struttura e rendere l’auto più sicura in caso di ribaltamento. 

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STRIZZA L’OCCHIO AGLI AEREI DA CACCIA. A proposito di sicurezza, le sezioni scatolate sono riempite di schiuma e forniscono protezione dagli impatti; quanto alla carrozzeria, è formata da materiali compositi rinforzati. La Vector W2 è un jet supersonico su ruote: l’immagine è portentosa, possente; l’abitacolo somiglia a quello di un aereo da caccia. Negli anni successivi la W2 beneficia di ulteriori sviluppi, percorrendo più di 100.000 miglia, un record per qualsiasi prototipo. Viene anche testata da varie riviste specializzate, ma non è permesso, per motivi di sicurezza, spingersi alla velocità massima.

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320 KM/H E NON SENTIRLI. Il dato sulla potenza, forse, è troppo ottimistico, ma secondo molte fonti i 320 km/h sono tranquillamente alla portata. Wiegert cerca capitali per finanziare il progetto e andare finalmente in produzione, ma solo nel 1989 la supercar della Vector, ribattezzara intanto, W8, viene omologata ed è ordinabile dai clienti. Il telaio monoscocca è incollato con resina epossidica e utilizza rivetti specifici di derivazione aeronautica. La carrozzeria è in fibra di carbonio e Kevlar, perfettamente omologata e conforme ai criteri dei crash test dell’epoca.

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APPENA 19 AUTO VENDUTE. Il motore è un 6.0 V8 biturbo molto sofisticato, con pistoni in alluminio, albero motore forgiato e turbine con pressione regolabile direttamente dal guidatore. Nel 1991 viene effettuato un test per la rivista Road&Track: sono utilizzati due esemplari poiché uno palesa problemi di affidabilità. Uno di questi riesce a “bruciare” lo “0-100” in 4,2 secondi e, pur non venendo lanciato abbastanza a lungo in rettilineo, la sensazione è che possa oltrepassare il muro dei 350 orari. I giudizi dei tester sono positivi, ma nonostante l’elevatissimo prezzo di vendita, l’enorme investimento stanziato per questa supercar non viene ripagato dagli appena 19 esemplari venduti tra il 1989 e il ’92.

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2 commenti su “Flop automobilistici: Vector W8”
  • t5457925 ha scritto:

    to lo vista su gran turismo 2 e GUIDATA non facile da gestire ma si vede che un oggetto esotico non passa inosservato bella al tempo non capita come cizeta e bricklin altro vettura per assomigliare alla dmc12

  • Semdig ha scritto:

    Ricordo il servizio di Quattroruote dell’epoca: da buona americana, la macchina aveva il cambio automatico, ma la coppia era tale che, dopo aver inserito il drive, non era possibile fermarla, neppure attaccandosi ai freni. Così che procedeva inesorabilmente con le ruote anteriori bloccate che strisciavano sull’asfalto! Follia.

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