Flop automobilistici: Smart
La storia della Smart Fortwo, una delle più rivoluzionarie citycar di tutti i tempi, inizia già nei primi anni ’80 su iniziativa della Mercedes, che costruisce il prototipo NAFA (“Nahverkehrsfahrzeug”, che in tedesco significa letteralmente “veicolo per brevi tracciati”.
TRENDY, IN FORMATO MIGNON. L’auto è lunga 269 cm, ma non conosce futuro poiché gli standard di sicurezza sono lontani. Dieci anni dopo l’idea ricomincia a rivivere nella mente dell’estroso presidente della maison svizzera di orologi Swatch, Nicholas Hayek, il quale pensa a un’auto che sia come i suoi orologi: fresca, trendy e soprattutto “personalizzabile”. Hayek non vuole entrare in concorrenza con altri brand ma collaborare, e così stringe un accordo con la Volkswagen, ma nel ’93 il nuovo numero uno del colosso di Wolfsburg, Ferdinand Piëch, interrompe ogni accordo così Hayek stringe una nuova partnership con il gruppo Daimler.
DAGLI OROLOGI ALLE AUTO. Il matrimonio tra la Swatch e la Mercedes si concretizza nel 1994 con la costituzione della Micro Compact Car AG. La società è composta da due filiali: MCC GmbH, che avrebbe progettato l’auto, e SMH Auto SA, di proprietà di Hayek stesso, che avrebbe sviluppato un sistema di trazione ibrido-elettrico. La Micro Compact Car AG inizia il progetto Smart, sigla che sta per “Swatch Mercedes Art”, al Salone di Francoforte è lanciata l’auto definitiva e dopo la rassegna del 1998 a Parigi iniziano le vendite.
LA FAMIGLIA SI ALLARGA. Negli anni successivi la Smart lancia la Roadster, la Roadster-Coupé e la compatta Forfour a quattro posti. Dopo la decisione di cessare nel 2005 la produzione della Roadster e l’anno dopo quella della Forfour, l’azienda concentra i propri sforzi esclusivamente sulla Fortwo. Nel 2007 è presentata la seconda serie, la 451 e nel 2008 sono iniziate le vendite in America (dove non conquista una vasta clientela) nell’estate 2014 la terza serie, la 453, sia ForTwo, sia ForFour, basate sulla piattaforma della Renault Twingo.
IN NUOVE MANI. Il marchio automobilistico più giovane d’Europa ha dimostrato più volte la sua forza creativa. Per esempio, ha presentato la Smart Crossblade (2002), in pratica una Fortwo senza tetto, porte e parabrezza, e la showcar ibrida Crosstown. Tuttavia, l’auspicato decollo delle vendite non si verifica, e nel triennio 2003-2006 la Smart GmbH perde quasi 4 miliardi di euro. Alla fine la società viene messa in liquidazione e le sue attività vengono assorbite dal neonato gruppo Daimler-Chrysler.
LEGGI ANCHE: Barchetta, l’essenza dell’auto? Smart Crossblade
be non direi flop in Italia a Roma come Napoli altre citta di nella penisola circolano ancora come nel resto de Europa consuma poco e facile da parcheggiare e gli elementi si possono cambiare unica pecca lenta e scomoda ma di sicuro rivalutazione come auto storica il suo valore può solo crescere e di moda quanto un new beetle o mini fatta da bmw o fiat 500 del 2007