Film di fantascienza: le auto più incredibili
Viviamo in un mondo fatto di regole: quelle da rispettare sul posto di lavoro, quelle del codice della strada mentre si è alla guida, quelle espresse dalle leggi vigenti nella nostra nazione o anche, semplicemente, quelle di etichetta che rendono più armoniosa la convivenza sociale. La civiltà. Molte di queste linee guida sono state pensate per tenerci in vita e per farcelo fare dignitosamente, ma la natura inquisitoria dell’uomo lo ha sempre portato a immaginare come sarebbe la sua esistenza se tutto questo insieme di norme fosse venuto meno. Ecco perché amiamo la fantascienza, perché può astenersi dal rispettarle. Trattiamo l’argomento qui su Veloce, perché questo genere di narrativa popolare ha generato alcuni dei veicoli più incredibili mai immaginati, dall’iconico Millennium Falcon di Han Solo fino al furbo hoverboard di Marty McFly in Ritorno al Futuro. Noi però amiamo restare con i piedi per terra e vi presentiamo alcune delle auto futuristiche più significative mai apparse nelle pellicole sci-fi: quelle che, nella visione dei registi che le hanno dirette, avrebbero popolato un futuro più o meno lontano e apocalittico.
BLADE RUNNER. L’immagine del futuro che viene dipinta nella saga di Blade Runner non è esattamente quella che ci si augura. La vicenda è ambientata in una versione sporca e degradata di Los Angeles, dove la tecnologia ha permesso la creazione di replicanti simili agli esseri umani: hanno una longevità limitata a quattro anni e, poiché dotati di capacità intellettuali e forza fisica estremamente superiori agli uomini, vengono utilizzati come schiavi. Sei replicanti del modello più evoluto, capitanati da Roy Batty, sono fuggiti dalle colonie extramondo e, giunti furtivamente in città, cercano di introdursi nell’azienda dove erano stati creati, allo scopo di far togliere il limite alle loro vite. Le macchine della polizia si chiamano Spinners e hannno capacità di decollo verticale, utili nell’affollata metropoli distopica. Sono state disegnate da Syd Mead, designer industriale recentemente scomparso che abbiamo commemorato a suo tempo qui.
MAD MAX. L’elenco delle vetture presenti in Mad Max è piuttosto lungo e forse un giorno cercheremo di stilarlo. Questa pellicola, in realtà, non è propriamente fantascientifica, ma i paesaggi sterili presenti nei film della serie annoverano tutti gli elementi classici del genere: abitudini bizzarre, tecnologia post-apocalittica, un antagonista minaccioso e tanto, tanto stile. Componenti sicuramente presenti nel Gigahorse, uno dei veicoli cattivi, guidato da Immortan Joe nel capitolo Fury Road. In un mondo in cui le risorse sono estremamente scarse, Joe mostra la sua potenza guidando un’auto composta da due Cadillac Coupe de Ville modellate insieme e alimentate da una coppia di Chevy V8 Big Block turbocompressi. A bordo non mancano un arpione da baleniera e un lanciafiamme. Non possiamo esimerci dal ricordare la mitica V8 Interceptor guidata dal protagonista Max, basata su una Ford Falcon XB, che si evolve nell’arco della saga. Il propulsore della vettura, nella finzione scenica, sviluppa 600 cavalli grazie all’adozione di un compressore volumetrico che la fa fischiare come un aereo a reazione. Trazione integrale e decine di armi sono incluse nel prezzo.
MINORITY REPORT. Una delle scene più belle di Minority Report è senza dubbio quella in cui John Anderton – interpretato da Tom Cruise – tenta di sfuggire alla cattura in una fabbrica di veicoli automatizzata. Dopo aver eliminato diversi cattivi con armi futuribili, Anderton combatte l’agente del Dipartimento di Giustizia Danny Witwer – Colin Farrell – interagendo con la catena di montaggio dove si assembla la Lexus 2054. Questa vettura, richiesta sul set dal regista Steve Spielberg, egli stesso cliente del brand, è stata disegnata da Harald Belker. Tra le sue feature ci sono guida autonoma, propulsione ad idrogeno, comandi vocali, possibilità di adattare l’illuminazione e altri parametri all’umore degli occupanti e lettura a distanza dei dati biometrici. Nel 2002 tutto ciò sembrava davvero fantascienza: oggi se non è già realtà, poco ci manca.
THX 1138. Il primissimo lungometraggio del maestro George Lucas è intitolato THX 1138, in italiano L’Uomo che fuggì dal Futuro, da lui sceneggiato quando era ancora un giovane studente di cinema. I protagonisti Robert Duvall e Donald Pleasence si muovono in un futuro distopico dove emozioni e desideri vengono repressi con l’ausilio di farmaci obbligatori. Parte della tristezza che colpisce l’animo dello spettatore petrolhead scosso da questa triste imposizione è però compensata da una splendida Lola T70 Mk III modificata. Originariamente concepita per correre nelle 24 Ore di Le Mans o Daytona tra gli anni Sessanta e Settanta, qui viene inseguita da due Yamaha TA, repliche delle moto da gara di quel tempo – siamo nel 1971 – sfrecciando in tunnel senza fine: pare che durante queste riprese, la Lola avesse effettivamente sfiorato i 230 km/h. Chicca delle chicche: in alcune scene del film compare la Thomassima, una delle Ferrari modificate da Thomas Meade. Ma questa è tutta un’altra storia.
TOTAL RECALL. Il mitico Total Recall, in italiano Atto di Forza, è un film del 1990 diretto da Paul Verhoeven, liberamente ispirato a un racconto di Philip K. Dick, e interpretato da Arnold Schwarzenegger – che impersona Douglas Quaid – Sharon Stone e Rachel Ticotin. Quaid è perseguitato da un sogno ricorrente circa un viaggio su Marte e spera di risolvere il problema comprando dalla Rekall un impianto di memoria per una vacanza sul Pianeta Rosso, ma qualcosa va storto. I ricordi della sua vita passata riaffiorano istantaneamente, ricordandogli di essere stato un agente segreto al servizio del dittatore locale. Decide allora di tornare effettivamente su Marte per dare una mano ai ribelli e combattere contro il tiranno. Molte delle vetture presenti sullo schermo hanno un look simile al Cyber Truck di Tesla e sono dotate di guida autonoma. Total Recall è ambientato nel 2084, ma le macchine in grado di muoversi nel traffico senza conducente oggi, tra noi, sono già realtà.