
Ferrari 408, 4×4 mai nata che anticipava il futuro
Cos’hanno in comune, oltre al cavallino rampante che portano sul cofano, le granturismo FF e GTC4Lusso e la crossover Purosangue? La trazione integrale. Oggi le supercar di Maranello possono contare su questa tecnologia, che la Ferrari ha a lungo lasciato in stand-by. Già, proprio così, in stand-by, perché non tutti forse sanno o ricordano che i primi studi di una sportiva 4×4 furono avviati negli anni ’80…

La Ferrari Purosangue del 2022, prima crossover della casa, sfrutta la trazione integrale della GTC4Lusso, il cui schema deriva da quello del prototipo 408 del 1987
LABORATORIO SU RUOTE. A capo di quel progetto c’era Mauro Forghieri, il genio della Formula 1 che aveva contribuito al successo del cavallino nel Grande Circus con monoposto entrate nella leggenda, come la 312 T del 1975 e la 312 T4 del 1979. Forghieri, che godeva della piena fiducia e della stima incondizionata di Enzo Ferrari, si mise al tecnigrafo con l’obiettivo di coniugare i benefici in termini di motricità della trazione integrale (sotto gli occhi di tutti, negli anni ’80, grazie alle straordinarie prestazioni delle auto da rally) con il fascino unico delle super sportive di Maranello. Nacque così la Ferrari 408, che non entrò mai in produzione e della quale furono realizzati solo due esemplari, ma che ha rappresentato un importante “laboratorio viaggiante”, i cui risultati, seppure a decenni di distanza, sarebbero tornati assai utili.
SPERIMENTAZIONE ERA LA PAROLA D’ORDINE. Sotto l’ala del gruppo Fiat, la Ferrari aveva accesso a tutta una serie di tecnologie che, altrimenti, sarebbe stato proibitivo sviluppare in termini di costi. Avendo le “spalle coperte”, Forghieri poté sbizzarrirsi con la sperimentazione, e per la Ferrari 408 progettò addirittura due telai: uno in acciaio con parti saldate, l’altro con fogli d’alluminio incollati. Una soluzione, quest’ultima, senz’altro più innovativa, se si pensa che la casa di Maranello l’avrebbe adottata sui modelli di serie solo negli anni 2000. Le sospensioni erano a quadrilateri, con ammortizzatori a controllo elettronico che consentivano di variare l’altezza da terra dell’auto. Derivato dal V8 della 328, il motore aveva una cilindrata di quattro litri ed era in grado di fornire 300 CV. Accoppiato a un cambio manuale a cinque marce, il motore trasmette il 70% della potenza alle ruote dietro; la parte restante veniva inviata a quelle anteriori attraverso un albero di rinvio collegato all’albero motore. Lo stesso schema, evoluto e affinato grazie a una sofisticata gestione elettronica, si sarebbe rivisto solo nel 2011 con la Ferrari FF.
ERA BRUTTINA, MA CHE IMPORTA? Lo stile della carrozzeria non rientra tra i punti di forza della Ferrari 408, ma va detto e ribadito che si trattava di un’auto-laboratorio, e che, qualora fosse mai approdata sotto le luci della catena di montaggio, senz’altro da Maranello qualcuno avrebbe alzato il telefono e composto il numero della Pininfarina. E gli interni? Rivestiti in velluto, sono “cuciti” intorno al telaio e richiedono qualche contorsione per “accomodarsi”, ma stiamo pur sempre parlando di una super sportiva. E voi, conoscevate la storia di questa innovativa Ferrari?