Elettrico e rotativo? Secondo Mazda si può
Barricarsi dietro le ‘linee nemiche’ dell’endotermico è sempre più controproducente, ma alimentare la propria passione verso le auto elettriche è più difficile a farsi che a dirsi. Certamente prima o poi la quadra si dovrà trovare, sebbene non basteranno pochi anni. Così anche Mazda, da artefice del successo del motore rotativo, in controtendenza con le rivali votate ai tradizionali pistoni e cilindri, si trova oggi invece (quasi) sulla stessa lunghezza d’onda quando si tratta di elettrico. Una necessità più che una virtù, derivata da un quadro normativo che poco ha a che vedere con la competenza tecnica.
ISPIRAZIONI DAL PASSATO. Fatta la premessa, dove sta la novità? È Mazda MX-30 la prima auto elettrica della Casa di Hiroshima. La denominazione è fuorviante, non avendo nulla di vettura sportiva, tantomeno spider. Perché le regole di mercato hanno sempre il sopravvento sulle illogiche pulsioni automobilistiche. Potete chiamarla suv o crossover, il risultato non cambia: assetto rialzato e una forma tipicamente due volumi. Ci sono però alcuni elementi che se non altro omaggiano un passato che ancora oggi è sinonimo di gloria. Infatti le portiere si aprono a libro, con la stessa chiave di lettura della RX-8, priva del montane centrale.
È GREEN. A bordo, al di là delle scelte stilistiche tendenzialmente minimaliste, vincolate ad un modus operandi digitale (è pur sempre un’auto elettrica) hanno peculiarità che farà felici i più fervidi ambientalisti: i rivestimenti delle porte sono realizzati con tessuto ricavato dal riciclo delle bottiglie in plastica (Pet), mentre per poltrone e divano viene utilizzato fino al 20 percento di filato riciclato. La similpelle Premium Vintage, è invece prodotta impiegando acqua anziché solventi organici. Certificata sotto il profilo green, la nuova MX-30 segue una strada intermedia quando si tratta di batterie. Non tanto in termini di tecnologia, si tratta di un pacco batterie agli ioni di litio con celle prismatiche, quanto a capacità: infatti l’elemento presente su MX-30 è da 35,5 kWh. Più che sufficienti per un’autonomia di 200 km. La scelta, secondo Mazda, è stata dettata dai vantaggi, in termini di smaltimento e efficienza a lungo termine, che un pacco batterie più piccolo può avere.
ELETTRICA COL ROTATIVO? A muovere le ruote anteriori provvede un’unità elettrica sincrona in grado di sviluppare 105 kW (143 cv) e 265 Nm di coppia motrice. Il cambio non è presente, al suo posto un riduttore. C’è però ancora un elemento, che vedremo in una versione destinata ad arrivare sul mercato il prossimo anno, che in qualche modo rende più affascinante la nuova Mazda rispetto a tante potenziali concorrenti. La tecnica del range extender non è una novità assoluta, ovvero un motore a combustione che alimenta un generatore quando la carica delle batterie è terminata, scongiurando la ricerca di una colonnina. Anche su MX-30 arriverà questo tipo di formula, solo che il ruolo di protagonista a combustione spetta ad un propulsore con architettura Wankel. Lunga vita al rotativo.
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