Eicma, la fiera che nacque salone. Di hotel
Aspetta. Meglio dirlo subito, questo non è un elenco delle novità che furono. E neanche di quelle che saranno. Il fatto è che nessuno vuole rovinare la sorpresa a quelli come te, che stanno aspettando questa manifestazione dopo un’astinenza infinita. Per questo quello che segue è un riassunto delle puntate precedenti, una cosa per aiutarti a capire come mai, ciclicamente, le due ruote dimostrino di essere il miglior mezzo di trasporto individuale possibile.
TUTTO COMINCIA AL DIANA. La storia del Salone del Ciclo e Motociclo inizia nel 1914. In quella mecca dell’aperitivo giusto che una volta era alle porte di Milano: l’hotel Diana, allora anche Kursaal (oggi Sheraton Majestic). Per la cronaca: in quegli anni tutto quello che era fuori dalla cerchia dei bastioni sapeva già di scampagnata… E questo albergo venne scelto per un ottimo motivo, anzi due. Il giardino enorme è lo splendido teatro. Per non parlare della logistica perfetta: a due passi da centro e stazione. L’intuizione è giusta e il pubblico la premia. E avrebbe anche continuato a farlo se non fosse che il timing non aiuta per niente. Purtroppo la guerra mondiale distrae teste e fabbriche, impegnandole su altri fronti. Ma la passione non muore e, archiviato l’intoppo, torna alla carica. Sono gli anni in cui Nuvolari era ancora un campione di moto e non si immaginava che la Grande Guerra potesse avere un sequel. Comunque sia, passa anche il secondo conflitto planetario e finalmente si arriva agli Anni ’50, quelli del boom. Con gli italiani che si rimettono in moto. Oltre a sognarle soltanto. A tal punto che dal ’52, l’offerta è cresciuta così tanto che per esporla a dovere si ha bisogno di un ‘Palazzo’ interamente dedicato alle due ruote, quello della ‘Meccanica’ appunto, in Fiera. E il resto è storia.
DOPO LA GUERRA E PRIMA DELLA 500. Negli anni dell’immediato dopoguerra sono proprio le due ruote a far ripartire il Bel Paese. Nel 1946 arriva la Vespa, l’anno dopo è la volta della Lambretta. Mezzi economici da comprare, e da manutenere, che permettono a tutti di rimettere insieme i cocci lasciati dalla disfatta. Sono gli anni d’oro delle due ruote, più o meno motorizzate. L’auto per tutti non c’è ancora, la 600 è del ’55 mentre la 500 del ’57, e con i giapponesi non ancora pervenuti, sono Bianchi, Gilera, Guzzi, Laverda, MV e Motom, tanto per citarne alcune, che realizzano i sogni dei centauri per cui lo scooter è roba da femminucce.
ARRIVA IL COVID. E IL LOCKDOWN. Due anni fa, prima del patatrac, il mondo era pronto per la mobilità condivisa, quella del car sharing, certo. Ma la pandemia rimette al centro della scena il tema del muoversi, capillarmente, individualmente. E in sicurezza. Oggi a parlare di Uber si fa la figura del dinosauro. Perché la libertà di movimento, nel frattempo, ha preso una nuova piega. Anzi no, ne ha presa una vecchia e consolidata. Quella delle due ruote, più o meno grandi (perché dentro ci sono ebike, monopattini, scooter e moto). Ecco perché l’Eicma di quest’anno interessa anche ai non motociclisti. Perché in ballo c’è la libertà di spostarsi. Una promessa che l’auto non può più mantenere. Per la sostenibilità degli spazi, e dell’ambiente. E così, robe che fino a un paio di anni fa erano semplicemente un’alternativa, un capriccio domenicale per staccare la spina in collina, oggi sono la risposta che molti danno. A qualsiasi domanda che riguardi la propria mobilità.
Comunicazione di servizio: l’Eicma (Esposizione internazionale del ciclo, motociclo, accessori) è alla Fiera di Milano dal 25 al 28 novembre 2021 (orari: 9.30-18.30).
Per le fotografie si ringrazia l’Archivio Storico Fondazione Fiera Milano.
