Effetto wow: curiosità da Milano Autoclassica
Nell’esercito allegro e colorato delle auto d’epoca più mainstream (leggi: i modelli più famosi e diffusi che per lunghi anni hanno popolato le nostre strade), a Milano Autoclassica hanno fatto capolino pezzi decisamente più rari. Spunti e curiosità non sono mancati, nell’undicesima edizione della kermesse meneghina dedicata ai motori di una volta, che sarà ricordata per lo straordinario parterre dedicato ai 50 anni della Lamborghini Countach (ben nove, in rappresentanza dell’intero ciclo vitale del bolide bolognese, gli esemplari esposti nella club house della fiera) e la consueta selezione di modelli di grande prestigio, con Ferrari e Porsche a farla da padrone tra le supercar di ieri e di oggi più desiderate al mondo.
UN’AMMIRAGLIA D’ALTRI TEMPI. Sotto i riflettori dei padiglioni espositivi di Rho-Fiera Milano hanno brillato, dividendosi in parti uguali il proscenio, le macchine che i visitatori con qualche capello bianco hanno avuto in gioventù, ma pure rarissimi pezzi da museo, come la pantagruelica Fiat 2800 di proprietà della Fondazione Fiera. Pare su impulso di Benito Mussolini, che desiderava un’ammiraglia tutta italiana da contrapporre alle più lussuose Mercedes dell’epoca, la Fiat ne costruì poco più di 600 tra il 1938 e il 1944. Sono solo sei, però, gli esemplari con carrozzeria torpedo a sei posti allestiti dagli stabilimenti Farina e destinati prima al parco auto della famiglia Reale e poi a quello della Presidenza della Repubblica.
PERLE RARE. A Milano Autoclassica i millenial con la passione per i motori hanno bersagliato di flash le auto d’età compresa tra i venti e i trent’anni, le cosiddette youngtimer: ce n’erano per tutti i gusti, dalle più popolari a quelle che quasi nessuno, specialmente tra i visitatori più giovani, aveva mai visto dal vivo. Alzi la mano chi, in Italia, si era imbattuto in una Mercedes C36 AMG prima della ‘tre giorni’ meneghina appena andata in archivio. Per non parlare della C55 AMG Performance Pack con carrozzeria station wagon: star indiscussa dell’asta di Wannanes, è una delle sole tre allestite nei reparti di Affalterbach. Rimandendo sotto il segno della stella a tre punte, sicuramente non molti avevano già visto e toccato con mano una SL 600 R129: non è così semplice trovare modelli con il V8, figuriamoci con il V12. E che dire della Citroën DS 21 Chapron color blu petrolio portata dai tedeschi di Retro Classic? Le pochissime Déesse a cielo aperto in cui s’inciampa nelle fiere del settore sono quasi sempre berline ‘tagliate’ con più o meno maestria da carrozzieri più o meno conosciuti, mentre quella esposta nella kermesse milanese porta la firma del grande Henri Chapron.
SAVE THE MANUAL. Nove volte su dieci chi ama le auto di una volta ama anche la bella guida, e quindi cambiare le marce. Farlo con una supercar costruita dal 2000 in avanti, però, è un privilegio alquanto raro, perché quasi tutte le moderne super sportive montano cambi elettro-attuati non molto appaganti per chi non sopporta filtri tra corpo e macchina, specie quando si ricercano le massime prestazioni. A Milano Autoclassica è stata quindi una piacevole sorpresa per i puristi del volante sporgersi dai finestrini di modelli insospettabili come Ferrari 612 Scaglietti, Porsche 911 Turbo, Lamborghini Murciélago e, zac!, trovare incastonata in mezzo ai sedili anteriori la sacra leva. La fascia di capitano nel team Save the manual va alla Detomaso Longchamp: l’esemplare esposto in fiera è uno dei soli diciassette al mondo equipaggiati con la trasmissione manuale ZF a cinque rapporti. (Foto: Franco Turcati)